palper roulé

« Indice del Glossario

ultimo aggiornamento: 27 Settembre 2023 alle 12:26

definizione

Manovra di scollamento che interessa il tessuto dermico sottocutaneo, ma che può approfondirsi a livello muscolare; la locuzione francese significa letteralmente “rullare con la mano le pliche ed è composta di “palper” (→ palpare, toccare con mano) e “roulé” (→ arrotolato, guidato): in pratica è un “palpazione” guidata, un “pinzamento” (o pizzicamento) esercitato con le dita che afferrano una plica cutanea che viene fatta scorrere

Talvolta si utilizza anche la locuzione “palper rouler”, che descrive l’azione del arrotolare o del rollare, facendo scorrere la cute, scollando e distaccando l’epidermide dal derma o i muscoli dalla fascia; quando, viceversa, il movimento si esprime “in situ” con una stimolazione “a pizzicotto” di sollevamento del tessuto, allora si parla di “pincé roulé” o di “pincé rouler”.

Nella terminologia anglosassone viene detto “skin-rolling” il massaggio di scollamento basato sul “rotolamento” o sulla “rollatura” (“rolling”) anche se in genere con questo termine si indica un trattamento più superficiale (“skin” → pelle), mentre in italiano viene chiamato talvolta “pizzicamento”, per quanto questa denominazione non descrive pienamente la tecnica utilizzata e sia più idonea a descrivere il “pincé roulé”.

esecuzione

Per effettuare il trattamento, l’operatore letteralmente “pizzica” una porzione di cute e di tessuto connettivale sottocutaneo, mantenendola fra il pollice (o i pollici) e le altre dita (o il palmo della mano), per poi farla scorrere in modo da creare un movimento ad onda, facendo scivolare la porzione superficiale epidermica sullo stroma più profondo: il movimento può essere limitato dalla presenza di aderenze, dalla tensione presente negli strati superficiali della cute o nel tessuto muscolare sottostante, dalla perdita di elasticità causata dai processi senescenziali dipendenti da inflammaging, dalla presenza di ispessimento dello stroma connettivale per la presenza di cellulite, edema o cellulite algica, dall’iperalgesia scatenata dalla stimolazione tattile.

Il palper roulé può essere applicato anche ai tessuti mio-fasciali, approfondendo il trattamento alle strutture muscolari, quando possibile.

effetti

Ogni manualità che agisca sul corpo a livello dermico e cutaneo produce sempre cambiamenti fisiologici sia localmente, sia a livello sistemico o distale, per mezzo di differenti meccanismi di azione quali la modifica della circolazione sanguigna, la stimolazione (diretta o riflessa) di terminazioni nervose o l’attivazione di riflessi: l’azione esercitata si esplica a seconda della manualità utilizzata e della profondità ed intensità del trattamento.

azione diretta o meccanica

Lo stimolo fisico generato dal massaggio agisce direttamente sul tessuto cutaneo e dermico: l’azione locale innesca fenomeni di iperemia del tessuto trattato; qualora la profondità del trattamento coinvolga il tessuto muscolare o i legamenti, è possibile agire sulla reattività e sull’attività dei muscoli sollecitati o stimolati. Spesso la stimolazione locale aumenta la sensibilità del tessuto trattato, ripristina la propriocettività dei tessuti colpiti da ipoestesia o può contribuire alla riacquisizione di una corretta percezione, da parte del sistema nervoso, dello “stato” degli stessi.

Lo stimolo locale, attraverso l’azione meccanica esercitata dallo sfregamento dei tessuti fasciali, anche per effetto dell’iperemia provocata, favorisce la riattivazione metabolica dello stroma connettivale, incrementando la lipolisi ed il drenaggio linfatico, esercitando un’azione fibrolitica su cicatrici, fibrosi e aderenze. Non di rado, soprattutto quando il pincé roulé o il palper roulé vengano applicati su tessuti particolarmente “bloccati”, la stimolazione attuata nei primi trattamenti può indurre uno stato infiammatorio transitorio dell’area con i classici sintomi cardinali della flogosi, con l’insorgenza di algia acuta seguita da dolore sordo che assume spesso le caratteristiche tipiche dei D.O.M.S.: i mediatori chimici rilasciati dalle cellule immunitarie presenti nei tessuti (macrofagi, granulociti, mastociti …), rilasciando citochine, aumentano la permeabilità vasale creando in alcune persone quella sensazione di indolenzimento tipico che si prova dopo una intensa attività muscolare o qualora si formi un eritema od un ematoma.

In alcuni casi è possibile che si formino piccoli stravasi emorragici, solitamente localizzati in aree ove sia presente un particolare livello di tensione o di irritazione (spesso coincidenti con dermalgie, dermatomeri, metameri o zone riflesse) che possono creare ecchimosi o lividure, indipendentemente dalla professionalità dell’operatore o dall’intensità del trattamento; la vasodilatazione e l’aumento della permeabilità vasale associate, provocate dal trattamento indipendentemente dal fatto che sia pincé roulé o palper roulé, devono far considerare la grave fragilità capillare, la presenza di disturbi della coagulazione o l’utilizzo di farmaci anticoagulanti come una potenziale controindicazione, richiedendo al professionista del ben-essere una particolare cautela nell’utilizzo dello skin rolling massage.

Il pincé roulé o il palper roulé possono essere utilizzati non solo per l’attivazione della risposta linfatica dello stroma sottocutaneo e la liberazione dalle tensioni o dalle restrizioni del tessuto cutaneo e dermico: quando viene utilizzato sulle strutture mio-fasciali, è in grado di allentare l’ipertono muscolare ed indurre un effetto di rilassamento grazie all’azione diretta esercitata sui muscoli spastici; infatti può essere impiegato per trattare le contrazioni muscolari e le aderenze che si formano tra i tessuti connettivali profondi che costituiscono la fascia muscolare. Nel tessuto connettivale di rivestimento delle strutture muscolari decorrono i fasci neuro-vascolari: le aderenze, le restrizioni fasciali o le limitazioni al movimento, coinvolgendo l’endomisio che circonda i muscoli o la fascia posta fra i singoli fasci muscolari che permette lo scorrimento reciproco delle fibre (perimisio ed endomisio), possono essere responsabili del dolore, delle limitazioni del movimento, della fibrosi, della modifica della propriocettività muscolare o della cinestesia, con possibili effetti quali discinesie o disergie, alterazioni funzionali del tessuto muscolare, modificazioni del R.O.M. fisiologico, solo per citare alcune fra le manifestazioni più comuni.

L’aumento della temperatura a livello dei tessuti profondi, provocato dal pincé roulé o dal palper roulé, favorisce il rilassamento delle fibre muscolari: il movimento impresso ai ventri muscolari dei muscoli trattati, trasversale rispetto al decorso delle fibre e/o al segmento osseo sottostante, agendo sui fusi neuro-muscolari, da un lato abbassa il tono ed il livello di contrazione delle singole miofibrille, dall’altro, rendendo il muscolo trattato più reattivo perchè più rilassato e permettendo al sistema nervoso centrale di riappropriarsi della corretta percezione propriocettiva, ne aumenta la capacità di risposta. Parimenti la stimolazione ottenuta dal movimento trasversale rispetto all’asse osseo impresso dal pizzicamento applicato sui tendini, sulle aponeurosi o sulle entesi dei muscoli è in grado di sortire un effetto neuro-muscolare grazie all’azione diretta sull’organo tendineo del Golgi; ugualmente, “rompendo” le micro-aderenze e “riallungando” le fibre muscolari, viene aumenta la flessibilità, ridotta la stiffness ed incrementato il R.O.M. articolare, contribuendo al processo di riprogrammazione neuro-tendino-muscolare (riprogrammazione neuro-mio-fasciale), soprattutto quando questo tipo di trattamento mirato viene abbinato agli opportuni esercizi di Oltrelostress Coaching®.

Il pincé roulé o il palper roulé sono tecniche di elezione per il trattamento manuale delle cicatrici o dei cheloidi, in quanto in grado di agire sulla fibrotizzazione cui può andare incontro il tessuto cicatriziale: il processo di riparazione delle lesioni tende a riunire i tessuti che hanno subito una lacerazione, andando a colmare gli “spazi vuoti” con tessuto connettivo, fibroso e normalmente elastico; il tessuto cicatriziale è organizzato in modo ordinato, non seguendo le trame dello stroma cutaneo danneggiato, ma cresce in modo disorganizzato, perdendo l’elasticità ed andando soggetto a tensioni ed aderenze dovute al fatto che il tessuto fibroso unisce in modo indifferenziato i differenti strati tessutali connessi dalla fascia. Lo scollamento dei tessuti sottostanti il tessuto “guarito” favorisce la rivascolarizzazione dell’area e la rigenerazione di tessuti nervosi in sostituzione delle terminazioni nervose danneggiate dalla lesione.

Anche nel caso in cui si renda necessario trattare tessuti atrofici o asfittici, questa tecnica, grazie alla capacità di incrementare l’apporto ematico, di facilitare la circolazione linfatica e di rifasare l’attività nervosa è in grado di favorire la tonificazione dei tessuti ed il trofismo dello stroma connettivale, oltre a riattivare la reattività muscolare.

azione indiretta (azione neuro-riflessa)

La stimolazione dello stroma connettivale, sia esso il tessuto sottocutaneo, la fascia profonda che circonda i muscoli o il tessuto tendineo e le entesi, oltre ad esercitare un’azione diretta sui tessuti trattati, provoca la stimolazione dei recettori nervosi presenti in essi, innescando una serie di variazioni fisiologiche di tipo riflesso: l’effetto dell’azione riflessa può esercitarsi anche su organi lontani dal punto in cui viene applicata la stimolazione diretta, come conseguenza della facilitazione segmentale che avviene a livello del sistema nervoso centrale o dell’esistenza di relazioni metameriche o dermalgiche di origine embrionale.

Infatti, nell’ambito dello sviluppo embriologico ogni radice spinale (che corrisponde ad un segmento del midollo spinale, definito neurotomo o mielomero) mantiene una relazione (ovvero è collegata, da un punto di vista neurologico) non solo con specifiche zone cutanee (dermatomo o dermatomero), connettivali (sclerotomo) o muscolari (miotomo), cui fornisce innervazione sensitiva, motoria e proveniente dal sistema nervoso autonomo (prevalentemente sistema ortosimpatico), ma anche con distinti organi e visceri (o segmenti di essi): questa è una delle cause della genesi dei riflessi viscero-somatici o dei riflessi somato-viscerali oppure del dolore riferito; talvolta i riflessi segmentali possono coinvolgere differenti porzioni dello stesso viscerotomo o viscerotomi viciniori, dando origine ai riflessi viscero-viscerali.

Il sistema dei riflessi somatici e quello dei riflessi viscerali sono praticamente sovrapponibili a livello del midollo spinale: le afferenze nocicettive che provengono sia dai visceri sia dal soma, entrando nel sistema nervoso centrale, creano sinapsi con gli interneuroni che, ricevendo input afferenti viscerali e somatici, diventeranno comuni ad entrambi: la conseguenza della sovrapposizione delle informazioni somato-viscerali e viscero-somatiche creerà interferenze fra le afferenze stesse, inducendo una risposta da parte degli interneuroni che provocherà effetti su entrambi i sistemi.

Il risultato di queste sovrapposizioni, dal punto di vista del pincé roulé o del palper roulé, è che la stimolazione di specifiche zone può divenire uno strumento utile per incidere sulla riarmonizzazione di aree in squilibrio o per favorire la normalizzazione di alcune funzioni fisiologiche dell’organismo; all’opposto, la “lettura semeiologica” delle manifestazioni dermo-cutanee oppure la valutazione semeiotica ottenibile attraverso la palpazione della plica o lo scorrevolezza dello stroma sottostante possono offrire informazioni utili al professionista del ben-essere, nell’ambito di una valutazione multidimensionale o di una diagnosi differenziale, per comprendere meglio le eventuali disfunzioni somatiche, le manifestazioni somato-emozionali o le alterazioni funzionali viscerali ed organiche: le anomalie nella trama tissutale o i cambiamenti dello stroma, associati (o meno) a edema, fibrosi, atrofia, rigidità dei tessuti superficiali, intermedi e profondi oppure la presenza di un aumento di tono della muscolatura sono indicatori utili alla comprensione delle disfunzionalità del corpo (da un punto di vista semeiotico, rientrano fra i criteri sintetizzati dall’acronimo T.A.R.T. e sono spesso di grande utilità per una corretta comprensione degli squilibri alla base del distress.).

Già dal 1893, il neurofisiologo inglese Dottor Sir Henry Head ha dimostrato che le affezioni viscerali hanno il potere di produrre iperestesia in aree cutanee topograficamente ben definite, così come l’apparizione di un’iperestesia in una zona cutanea segnala la presenza di un possibile disturbo in un organo profondo: l’anestesia della zona cutanea dolorosa con un anestetico come la novocaina riesce il più delle volte a far scomparire il dolore viscerale corrispondente; queste aree di proiezione cutanea dei riflessi viscero-sensitivi, corrispondenti alla innervazione delle radici spinali, nelle quali le affezioni viscerali destano, con meccanismo riflesso, sensazioni dolorose, sono state definite “Zone di Head”, determinate seguendo sulla cute il tragitto dei nervi periferici derivanti dai segmenti midollari.

Il dottor Henry Jarricot, osteopata e agopuntore francese ha ulteriormente raffinato lo studio delle zone di Head, riscontrando l’esistenza di caratteristici segni nelle regioni dermiche i quali accompagnano certe visceralgie: queste regioni sono chiamate zone di dermalgia riflessa e sono di facile riscontro.

Il dottor Henry Jarricot, studiando le proiezioni dermo-viscerali sulla parete anteriore e posteriore del torace, dell’addome e dei lombi, ha concluso che le zone d’iperestesia massimale sono sempre situate a livello del complesso nervoso simpatico dermico corrispondente alle zone di sfioccamento dei rami perforanti anteriori del nervo toracico o addominale che interessa il dermatomo: la stimolazione di una zona di iperestesia cutanea, comparsa come proiezione di una sofferenza profonda viscerale, porta alla remissione o al miglioramento delle turbe organiche che ne sono causa; il dottor Henry Jarricot ha chiamato tali regioni “zone di dermalgia riflessa” ovvero “zone di cellulite algica riflessa” essendo l’espressione di stati di cellulite algica.

Occorre ricordare, inoltre, che la stimolazione di aree corporee associate a posture antalgiche o a somatizzazioni, per mezzo del pincé roulé o del palper roulé, può agire da trigger “riportando a galla” reminiscenze (nell’immediato o anche in seguito al trattamento) o attivare flashback relativi ed eventi significativi per la persona, agendo come una forma di sense memory; oltre tutto, la somestesia (sensibilità somatica) e la somatoestesia (le sensazioni prodotte dalla stimolazione di tutti i tessuti del corpo, a eccezione di quelle specifiche della vista, dell’udito, dell’olfatto e del gusto) sono in grado di stimolare le nostre percezioni rendendole capaci di influenzare le modalità attraverso cui entriamo in contatto con il nostro corpo e le nostre emozioni.

il palper roulé e la Kinesiologia Transazionale®

L’utilizzo del palper roulé (o del pincé roulé) nell’ambito della pratica della Kinesiologia Transazionale® e della Kinesiopatia® è ovviamente legato agli obiettivi ed alle necessità di chi si rivolge al professionista del ben-essere: in molte persone, l’area addominale tende a divenire una zona di somatizzazione degli squilibri funzionali dei visceri; inoltre, come conseguenza di posture errate, spesso si rileva una riduzione dell’efficacia nel contenimento viscerale e dell’attività di sostegno del rachide da parte del corsetto addominale. L’utilizzo di questa tecnica permette di riattivare il metabolismo dello stroma connettivale sottocutaneo, di tonificare l’attività muscolare, incrementandone la reattività, e riequilibrare, tramite la stimolazione di zone riflesse, la funzionalità degli organi: ovviamente l’identificazione delle aree su cui agire in modo prioritario attraverso la localizzazione terapeutica o l’utilizzo del test muscolare per valutare vuoi la risposta dei singoli muscoli addominali o degli altri muscoli del torchio addominale, vuoi la loro capacità di agire in sinergia reciproca, sono atout che permettono all’artigiano della salute di ottimizzare il lavoro a livello di questa area.

Il pincé roulé ed il palper roulé possono essere utilizzati come strumento operativo nei processi di riprogrammazione neuro-mio-fasciale, nelle tecniche di allentamento mio-fasciale utilizzate in caso di distress (come, ad esempio, il CIA Stretch), nella riattivazione della funzione muscolare o del tono e della risposta dei singoli distretti muscolari, soprattutto se utilizzati in abbinamento al test muscolare ed agli esercizi di Oltrelostress Coaching®.

Esiste una tecnica specifica della Kinesiologia Transazionale® in grado di agire sugli effetti negativi esercitati dalla “ritenzione” di certe emozioni a livello somatico; lo stress associato alla difficoltà di elaborare correttamente questi vissuti mantiene l’organismo in uno stato di dominanza del sistema limbico, generando una continua attivazione dell’asse H.P.A.: si parla in questo caso di “emozioni ipotalamiche” in quanto legate ai meccanismi di sopravvivenza e connesse alle dinamiche della fight-or-escape response.

L’influenza di emozioni quali la rabbia e la paura, associate all’autoconservazione, a causa dell’influenza che il sistema neuro-ormonale abbinate alla gestione dell’omeostasi e delle risposte adattative a lungo termine conseguenti allo stress, talvolta compromettere il buon funzionamento di alcuni sistemi organici che, in via riflessa possono dare luogo a somatizzazioni identificabili a livello dermo-cutaneo: la stimolazione delle dermalgie con il pincé roulé od il palper roulé, in associazione alla elaborazione delle “emozioni ipotalamiche” per mezzo di tecniche di reset o allentamento delle stress emotivo, sono in grado non solo di ridurre il livello di stress emozionale, interrompendo i circoli viziosi e le profezie autoavverantesi a valenza negativa in cui talvolta ci si trova bloccati, ma anche modificare la risposta fisiologica dei sistemi organici coinvolti.

« Indice del Glossario