ultimo aggiornamento: 12 Giugno 2020 alle 17:19
un po’ di storia
Nella prima metà degli anni novanta (ormai bisogna dire del secolo scorso …) mi sono posto la domanda di come applicare i concetti dell’analisi transazionale, all’interpretazione dei test muscolari utilizzati in kinesiologia applicata; in quel periodo stavo studiando e collaborando con una analista e, approfondendo la materia, ho intravisto la possibilità di sfruttare alcune modalità di “decifrazione” tipiche di questo modello di “indagine” per evidenziare le dinamiche alla base delle relazioni interpersonali ed intrapersonali.
L’idea era unire il test muscolare con alcuni aspetti interpretativi di questa metodica psicoterapica, per definire le manifestazioni somato-emotive ed identificare le migliori strategie di gestione dello stress, allo scopo di comprendere meglio gli “scambi energetici”, i modelli comportamentali, l’habitus che assumiamo abitualmente nella quotidianità, i patterns che incidono sulla libera espressione della persona ed i condizionamenti che la nostra storia individuale e le relazioni sociali esercitano.
kinesiologia + analisi transazionale:
kinesiologia transazionale®
La kinesiologia, il cui nome è etimologicamente derivato dal greco κίνησις (kínēsis → movimento) e λόγος (lógos → discorso), è la scienza che studia le dinamiche del movimento, cioè analizza l’espressione dell’energia neuro-muscolare attraverso cui ci relazioniamo; il nostro sistema nervoso, nella sua interazione con l’universo che ci circonda (ambiente) e con il nostro mondo interiore, ha la necessità di adeguare ed adattare continuamente il nostro corpo ed i nostri comportamenti.
Le sensazioni, le emozioni, i sentimenti che nascono dalle nostre percezioni inducono risposte adattative attraverso reazioni neuro-psico-immuno-endocrino-muscolari: le risposte fisiche, gli atteggiamenti corporei che assumiamo, i movimenti che attuiamo, sono gli effettori della risposta del sistema nervoso ai cambiamenti: è possibile capire come queste modalità di reazione possano essere condizionate dalle dinamiche introspettive, dalle relazioni interpersonali o dall’interazione fra il singolo ed il contesto socio-culturale o l’ecosistema di riferimento.
L’analisi transazionale pone, al centro dell’osservazione, le relazioni: in un certo senso può essere definita, ed utilizzata, come una teoria della personalità e del comportamento sociale; è una teoria psicologica ideata da Eric Berne, negli anni cinquanta: il principio fondante è l’idea che una qualunque forma di relazione crei una “transazione”.
Il contatto con queste modalità di interpretazione mi permise di avere un’intuizione: i patteggiamenti, gli accomodamenti, i compromessi possono essere visti come gli elementi costituenti di ogni “scambio”, di ogni processo che possiede intrinsecamente il potere di condizionare la nostra “espressione”. L’analisi transazionale mette a disposizione strumenti utili per studiare le influenze reciproche che si creano fra gli individui o all’interno di noi stessi, attraverso “schemi elementari”: sfruttarli, adeguandoli alle nostre esigenze, nell’ambito del processo di valutazione kinesiologica, offre l’opportunità di capire meglio le correlazioni tra le profondità della nostra vita interiore e la quotidianità.
Un mezzo utile a comprendere con maggior chiarezza le manifestazioni e le espressioni del sistema somato-emotivo, l’effetto domino che crea sequenze di eventi concatenati, dipendenti da “negoziazioni” od accordi (spesso inespressi o inconsapevoli); un contributo per identificare copioni relazionali, pur essendo consapevoli dell’esistenza di cofattori eziologici in grado di agire sul piano fisco o biochimico: un aiuto per inquadrare gli schemi comportamentali, un framework interpretativo capace di proporre ulteriori supporti per la comprensione della poliedricità causale, che sta alla base della genesi del disequilibrio e della disfunzionalità corporea; le complesse interazioni intrapersonali (mondo interiore) o interpersonali (ecosistema di riferimento) rappresentano uno scambio, che presuppone la fissazione di standard e che richiede una performance energetica in grado di coinvolgere gli aspetti fisici, emozionali, biochimici o spirituali propri, rivelandosi, de facto, uno stressor.
dinamiche personali e stress
L’incapienza prestazionale, ovvero la disparità soggettiva fra le risorse a disposizione dell’organismo e le richieste a cui viene sottoposto, da un punto di vista somato-emozionale, esprime il fallimento della capacità allostatica a rispondere alle pressioni, ai doveri, ai desiderata. La genesi dello squilibrio segue una dinamica diacronica, che porta dalla confort-zone allo stress, inteso come la risposta adattativa che l’organismo mette in atto per difendersi dalle forze che alterano l’equilibrio; dallo stress al dis-stress, cioè alla perdita dell’abilità omeostatica, ed all’insorgenza di processi disfunzionali; dal dis-stress al disease, allo sviluppo, in altre parole, del mal-essere e del morbo.
Ovviamente, in questo viaggio dal ben-essere alla malattia, sono presenti spine irritative che ci “infastidiscono” oppure subiamo l’effetto di differenti cofattori eziologici: una volta che una noxa o un qualsiasi fattore scatenante si comporti da trigger, innescando una risposta generalizzata di adattamento, si può osservare un’alterazione dell’equilibrio energetico individuale che, agendo sul locus minoris resistentiæ, cioè sulla nostra peculiare vulnerabilità, apre la porta al burn-out.
Kinesiologia Transazionale®: una “visione olistica”
La Kinesiologia Transazionale®, per mezzo del test muscolare, utilizzato come indicatore neurologico, è in grado di verificare quali possano essere le aree deficitarie che meritino un’attenzione prioritaria, siano esse espressione di uno squilibrio funzionale corporeo, dell’alterazione metabolica o di un disagio emotivo: possiede gli strumenti, cioè, per effettuare una efficiente valutazione multidimensionale che possa cogliere la multifattorialità dello stress. E, allo stresso tempo, consente di comprendere in che modo sia possibile riequilibrare le risorse dell’organismo, per rafforzare la vis medicatrix naturæ presente in ognuno.
Chi non conosce la metodica, spesso, confonde il test muscolare con una prova di forza, denigrandone il “valore diagnostico”; in realtà l’artigiano della salute ha la possibilità di usare questa procedura come un “significance detector”, nel corso di un processo noetico, per integrare le informazioni ottenibili tramite l’ascolto attivo, l’anamnesi o grazie alla semeiotica ed alla palpazione epicritica.
Il test è, pertanto, un valido strumento, un mezzo per coadiuvare il professionista del ben-essere a “scoprire” ed accertare quali possano essere le migliori soluzioni possibili; offre l’opportunità ed i “mezzi” per correggere gli squilibri dell’habitus, per scoprire i complementi terapeutici più efficaci o l’integrazione alimentare attraverso cui migliorare le disfunzionalità organiche o metaboliche, per riconoscere la presenza di dinamiche somato-emozionali e gestirle attraverso tecniche di reset o di allentamento dello stress emotivo.
il triangolo della salute
L’idea di fondo che guida il professionista in Kinesiologia Transazionale® è che sia necessario equilibrare i differenti “pilastri” che sostengono il benessere in modo proporzionale; già nel 1895 il chiropratico americano Daniel David Palmer ipotizzava che il corpo fosse governato da tre sistemi in grado di condizionarsi vicendevolmente: la “struttura”, caratterizzata dalla componente muscolo-scheletrica, la “chimica organica”, cioè quell’insieme di funzioni metaboliche influenzate dall’ambiente, e la “psiche”, l’insieme dei sistemi di credenza, delle rappresentazioni mentali della realtà e dell’attitudini relazionali.
Per poter essere in buona salute, i tre fattori dovrebbero bilanciarsi reciprocamente, formando un triangolo equilatero detto il “triangolo della salute”: quando un qualsiasi evento provoca un’interferenza su una qualunque di queste fondamenta del ben-essere, si avranno ripercussioni sugli altri due lati del triangolo.
La ricerca, l’individuazione, l’eliminazione delle cause alla base dei problemi di salute, dovrebbe essere la priorità di ogni operatore del ben-essere, evitando di focalizzarsi solamente sui sintomi, permettendo quindi al corpo di raggiungere il benessere: identificare la spina irritativa, il cofattore eziologico, l’elemento trigger, ricercando le priorità, sono solo alcune delle possibilità offerte da questa metodologia; anche nel caso in cui non si potesse agire sugli agenti causali o sui fattori scatenanti, rafforzare i lati del triangolo su cui è ragionevole intervenire, nonostante non rigeneri l’equilateralità, permette di puntellare e sostenere il corpo nell’affrontare gli squilibri.
considerazioni …
« …le mani diventano, allo stesso tempo, strumento in grado di interrogare, ascoltare e rispondere a ciò che il corpo vuole comunicarci e mezzo per entrare in contatto … la “sensitività” e “sensibilità” diventano lo strumento, il mezzo per palesare ciò che il corpo vuole comunicare; la capacità percettiva dell’operatore permette di svelare e scoprire gli schemi e le distonie che stanno alla base del malessere, offrendo l’opportunità al disagio, alla malinconia, alla malattia di parlare a chi è disposto ad ascoltare …»