sense memory

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ultimo aggiornamento: 19 Gennaio 2023 alle 11:21

definizione

Letteralmente, dall’inglese, “memoria sensoriale”: il richiamare le esperienze sensoriali che caratterizzano il ricordo di un particolare momento della propria vita, per mezzo di suggerimenti quali “cosa hai visto, annusato, udito, assaggiato o assaporato, toccato, palpato o sentito in quel momento?”.

Tecnica sviluppata da Lee Strasberg, come strumento per migliorare la capacità di recitazione, è basata sul ricordo delle sensazioni fisiche che “cingono” un’esperienza personale ed emotiva, ovvero che la definiscono da un punto di vista sensoriale o che la delimitano da un punto di vista percettivo e sono associate al ricordo della stessa: l’utilizzo di quelle particolari sensazioni aiuta a far emergere risposte emotive veritiere che rendono più reale l’espressione di un personaggio nella recitazione.

descrizione

Le sensazioni, cioè l’effetto dell’integrazione e del rimaneggiamento delle informazioni che il nostro sistema nervoso coglie nell’ambiente, sono un potente mezzo per poter accedere alle memorie e farle riemergere: questo rende l’uso consapevole della memoria sensoriale uno strumento in grado di “sbloccare” le emozioni sepolte o nascoste, associate ad eventi o situazioni della nostra vita.

Un suono, un odore, un gesto, un sapore posseggono intrinsecamente il potenziale di riportare la mente al momento nella situazione in cui abbiamo percepito (vissuto) quella particolare  e specifica sensazione; potrebbe far ricordare un membro della famiglia, un amore, una persona problematica oppure far provare sentimenti di gioia o tristezza, rilassamento o tensione, piacere o dolore: questo tipo di risposta emotiva può essere innescato con ognuno dei sensi che possediamo.

Lee Strasberg è stato uno dei primi a riconoscere i poteri evocativi racchiusi nei nostri sensi: il nostro senso della vista, dell’udito, del tatto, del gusto e dell’olfatto si sposano tutti con ricordi emotivi che portiamo con noi per il resto della nostra vita.

La sua intuizione fu quella di sfruttare la sensorialità per scopi didattici, al fine di migliorare l’abilità degli attori drammatici, usandola per amplificare l’effetto della tecnica di recitazione nota come “emotional recall”, in grado si attivare la “memoria affettiva”: richiamando gli stimoli sensoriali che circondano un’esperienza emotiva, è possibile far emergere le emozioni associate a quel particolare evento o quella specifica situazione. Talvolta il mezzo per stimolare sensorialmente la rievocazione emotiva, è la presenza di un oggetto personale che abbia un significato speciale nella propria vita, in grado di evocare sentimenti e ricordi; in altre occasioni un odore od un suono sono mezzi estremamente efficaci nel far emergere un “vissuto emotivo”: è quello che accade, talvolta, in modo spontaneo, quando si sente una particolare canzone o siamo colpiti da un profumo, in grado di scatenare un flashback o di agire da effetto trigger, come accade nella “sindrome della Madeleine”.

sense memory & allentamento dello stress emotivo

Nell’ambito della Kinesiologia Transazionale®, l’influenza dello stress e delle emozioni sul ben-essere soggettivo assumono un ruolo sicuramente rilevante: si pensi al fatto che, nel cosiddetto triangolo della salute, la parte emozionale assume un ruolo paritetico rispetto quella strutturale ed a quella biochimica, nel determinare l’equilibrio della persona.

Considerando l’individuo come “olos”, non può ignorare che vissuti ed esperienze sono un elemento fondante non solo della weltanschauung personale delle dinamiche adattative nei confronti del proprio ecosistema individuale, ma che sono un elemento fondante alla base dell’habitus che assumiamo, come conseguenza delle somatizzazioni cui andiamo incontro nel tempo.

Talvolta il distress, agendo come trigger in grado di reinnescare “vissuti emotivi”, può indurre l’insorgenza di disconfort o malessere non solo sul piano emotivo ma anche su quello fisico, comportandosi da fattore scatenate o spina irritativa: non sempre le persone sono in grado di correlare la componente emozionale con le manifestazioni somatiche né, tantomeno, rendersi conto che l’impatto sull’attività neurologica causata dal distress possa assumente un ruolo fondamentale nella genesi dei “sintomi”.

L’effetto dello stress sull’organismo è ampiamente noto e documentato: l’organismo, per difendersi dalla percezione soggettiva di pericolo causata, via via, da ansia, eccessiva pressione, logoramento tensione o altre manifestazioni causate da un qualunque stressor, mette in atto, come strategia finalizzata alla “sopravvivenza individuale”, una serie di adattamenti difensivi riflessi, accompagnati da modificazioni funzionali e metaboliche: lo scopo di questo schema adattativo, la cosiddetta sindrome generalizzata di adattamento, è quello di ottimizzarne la reazione adattativa, gestendo al meglio le risorse disponibili; non deve stupire il fatto che il corpo contingenti le proprie energie, in un’ottica di conservazione delle riserve, nell’attesa di una possibile “guerra” da affrontare che potrebbe rivelarsi lunga ed onerosa. Quando ci confrontiamo con stressor o noxæ sufficientemente potenti da perturbare il nostro equilibrio, quando differenti cofattori eziologici vanno a deprimere la nostra energia vitale, quando le spine irritative continuano ad agire, come braci sotto la cenere, quando un fattore scatenante, come una goccia che fa traboccare un vaso, è in grado di innescare uno stato di difesa o di paura, si rende necessaria una strategia di sopravvivenza che assicuri una rimodulazione delle priorità per l’individuo ed una riorganizzazione delle priorità metaboliche: grazie ad un effetto domino neuro-ormonale, si osserva la “messa in opera” del sistema catecolaminico ed il coinvolgimento dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrenale, che ripartiscono proporzionalmente le risorse, in base agli obiettivi sopravvenuti o alle nuove esigenze. L’effetto di questa cascata di eventi (metabolici, umorali o attitudinali) è una ridistribuzione dell’energia corporea, mediata da profonde modificazioni della circolazione sanguigna: si osserva, cioè, un blood-shift, ovvero uno spostamento del sangue dalla superficie corporea verso distretti più profondi che risultano essere prioritari per la risposta dinamica e la sopravvivenza dell’individuo.

L’arousal causato dalle pressioni somato-emozionali e sociali induce atteggiamenti comportamentali volti ad interagire in base a patterns preordinati di difesa o di reazione, che normalmente vengono inquadrati nella cosiddetta “fight-or-escape response”: qualora si verifichi un aumento del fabbisogno/consumo di ossigeno, come avviene in caso di intensa attività fisica o nello stress, una maggior quantità di sangue viene pompata nella rete capillare muscolare, per reagire adeguatamente all’incremento delle esigenze prestazionali e alla necessità di far fronte ad un aumento della performance mentre, contestualmente, viene “ritirata” dalle zone corporee non immediatamente interessate dall’aumento delle necessità metaboliche, cioè da quei distretti non coinvolti direttamente nell’attività richiesta e nella gestione dello stress: l’organismo predispone una serie di modalità adattative, basate sulla secrezione catecolaminica e l’attivazione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrenale, che provocano una progressiva “devascolarizzazione” delle aree corporee non ritenute essenziali per la sopravvivenza dell’individuo. Il blood-shift associato allo stress, riadattando la perfusione dei tessuti in base ai pattern generati dallo stress, riduce l’attività delle aree che subiscono una diminuzione dell’afflusso ematico conseguente alla ridistribuzione sanguifera stessa: da uomo evoluto in grado di elaborare gli eventi, per “colpa” del progressivo esaurimento, la persona si trasforma in un soggetto in preda alle proprie paure ed insicurezze, che a causa della propria vulnerabilità è dominato  dagli istinti primordiali di sopravvivenza.

Le risposte alle pressioni cui siamo sottoposti riflettono una sequenza gerarchica di reazioni, che consentono all’organismo di orchestrare l’adattamento ai fattori di stress (coping); cuore, reni, cervello sono le aree che ricevono la maggior attenzione dal sistema nervoso, essendo fondamentali per pompare l’energia, garantire l’equilibrio biochimico del milieu interiéur, ed interagire con gli stimoli interni o esterni: la risposta neurologica è finalizzata a trovare il miglior compromesso possibile fra le richieste cui si è sottoposti e le risorse disponibili. All’aumentare delle pressioni, sociali o ambientali cui siamo sottoposti, il sistema nervoso disattiva le aree non immediatamente necessarie, per favorire la velocità di reazione; i capillari sanguiferi, presenti nel sistema nervoso, non hanno semplicemente il compito di supportare metabolicamente i fabbisogni neuronali ma per effetto del cosiddetto “neurovascular coupling” (accoppiamento neuro-vascolare) sono in grado di reagire agli stimoli e modulare la funzionalità del sistema nervoso stesso: la diffusione del sangue all’interno dei distretti cerebrali influenza l’attivazione o la riduzione di attività, in particolare delle regioni encefaliche.

Essendo lo stress codificato sotto i termini di scelta istintuale “lotta-fuga-mimetismo-sopravvivenza”, le aree coinvolte nel controllo circolatorio sono prioritariamente l’Ipotalamo ed i centri sottocorticali che tendono a escludere il predominio della corteccia cerebrale, dando maggior spazio a quella serie di comportamenti, che spesso definiamo istintivi o intuitivi, che, in certe condizioni, possono divenire il fattore che ci mantiene imprigionati nelle dinamiche difensive di allarme o vigilanza. Il sistema nervoso, sotto effetto dello stress, favorisce aree operazionali, che devono intervenire con una pronta azione (muscoli, cuore) rispetto a zone che possono venire temporaneamente inibite funzionalmente (pelle, area intestinale); ugualmente, la modifica della distribuzione sanguifera nel sistema nervoso centrale crea i presupposti necessari per irrorare distretti coinvolti nel dare una serie di adattamenti automatici non coscienti (e più veloci), inibendo contestualmente con la riduzione del flusso ematico, l’azione razionale della corteccia cerebrale. (per approfondire ulteriormente l’argomento si veda il lemma neurovascular coupling).

I capillari presenti nel sistema nervoso non hanno semplicemente il compito di supportare metabolicamente i fabbisogni neuronali: il cervello dei mammiferi possiede un sistema estremamente articolato ed evoluto costituito da cellule dell’endotelio vasale, periciti, fibroblasti, cellule gliali e dagli stessi neuroni che generano un complesso sistema di interazioni e integrazioni fra la componente vascolare e le cellule di sostegno, in grado di reagire agli stimoli e modulare la funzionalità del sistema nervoso stesso; questo sistema, definito neurovascular coupling, assicura la perfusione ematica nelle differenti aree cerebrali influenzando l’attivazione o la riduzione dell’attività metabolica neuronale nei differenti distretti del sistema nervoso e condizionandone, di conseguenza, le risposte. Il metabolismo cerebrale dipende dal costante rifornimento di glucosio e ossigeno, indispensabili per mantenere la funzione cerebrale: sono assicurati dall’apporto ematico, per cui esiste un rapporto biunivoco obbligato, un “accoppiamento” fra il lavoro svolto dai singoli neuroni o dai centri nervosi ed i mutamenti del flusso ematico cerebrale; il tessuto nervoso rilascia molecole ad azione angiogenica in grado di promuovere la proliferazione di reti capillari diffuse e mediatori chimici capaci di regolare la funzione endoteliale di tali vasi.

Così come il neurovascular coupling è in grado di sostenere positivamente l’attività neurologica, ed in particolare quella cerebrale, all’opposto il “disaccoppiamento” che deriva dal ridotto flusso sanguigno, conseguente alla ridistribuzione delle risorse che viene attuato da parte dell’organismo in caso di stress, ne deprime l’attività: la necessità di supportare metabolicamente le aree più attive nella gestione degli eventi stressanti comporta un’inibizione distrettuale delle “nicchie ecologiche” perivasali nelle zone non ritenute prioritarie; le “devascolarizzazione” superficiale si manifesta in particolare a livello corticale, di concerto con la riduzione dei flussi circolatori dermo-cutanei.

La relazione fra il distretto epidermico e la corteccia cerebrale non si limita ad una similitudine, ma viene confermata dall’origine embriologica: non solo la pelle è il più ampio ed articolato organo di senso che noi possediamo, ma, nel feto, si forma dallo stesso foglietto germinativo delle cellule nervose; così come la disattivazione della corteccia è accompagnata da una desensibilizzazione della pelle, una stimolazione dolce, quale il tocco, può inviare un nuovo messaggio al sistema nervoso, riattivando la possibilità di intervento dei centri superiori sulle reazioni istintive di difesa. Attraverso il “con-tatto” è possibile invertire l’effetto dello stress sulla circolazione cerebrale e, di conseguenza, sovvertire le modalità di interazione fra il nostro io più profondo, che si sente aggredito e impaurito, e le “minacce” che provengono dall’ambiente: grazie a questo “tocco terapeutico”, sfruttando i riflessi di Bennett (detti anche punti neuro-vascolari), i professionisti del ben-essere che utilizzano la Kinesiologia Transazionale® sono in grado di mettere in atto una tecnica di reset somato-emozionale, chiamata allentamento dello stress emotivo, in grado di “de-attivare” lo stato di ipereccitazione neuro-vegetativa che sottostà ai fenomeni disfunzionali, interrompendo i “programmi per la sopravvivenza”, che rimangono attivi, pur non essendo più idonei al contesto, e riportare il sistema alle condizioni di funzionamento ottimale, prevenendo possibili burn-out o forme di esaurimento.

L’allentamento dello stress emotivo è in grado di sovvertire il perpetuarsi dei loop associati alle dinamiche della sopravvivenza, disinnescando la reiterazione di programmi “istintivi”: grazie a queste metodiche è possibile interrompere la risposta difensiva alle ansie, alle paure o ai disagi emotivi controllata prevalentemente dalla dominanza del Sistema Limbico o dall’influenza del Cervello Rettiliano, il cosiddetto “R-Complex”, che ci portano a regredire a manifestazioni “primitive”. (per maggiori informazioni ed approfondimenti si veda il lemma allentamento dello stress emotivo).

L’utilizzo dei concetti propri del sense memory, in associazione o meno con l’emotional recall, nelle mani di un professionista in Kinesiologia Transazionale® può divenire uno strumento estremamente potente e duttile: il favorire la reminiscenza di esperienze, in un contesto controllato e sicuro, in associazione al “effetto antistress” dei punti neuro-vascolari, in grado di modificare la percezione dei vissuti emotivi grazie alla modifica delle risposte neurologiche, diviene un mezzo per favorire la contestualizzazione delle emozioni che possono condizionare i nostri comportamenti, al di là della nostra consapevolezza.

L’utilizzo della memoria sensoriale, grazie alla guida dal professionista in Kinesiologia Transazionale®, è in grado di favorire l’emergere di reminiscenze che possono facilitare il processo di rielaborazione del distress emotivo causato dalla proiezione sul presente di esperienze pregresse; per mezzo dell’allentamento dello stress emotivo, grazie alla combinazione dell’azione neuro-riequilibratoria dei punti neuro-vascolari con tecniche di reframing o di contestualizzazione degli eventi,  è possibile osservare gli eventi stressogeni da nuove prospettive: l’utilizzo di sense memory volte ad amplificare l’esperienza sensoriale, anche se riferite a esperienze recenti, è in grado di “rendere più vero” il processo di rielaborazione del dis-stress, ancorando i risultati positivi.

Sia che si utilizzi l’E.S.R. (emotional stress release, cioè allentamento dello stress emotivo), sia che si agisca su squilibri dell’atteggiamento corporeo, su atteggiamenti antalgici o alterazioni “fisiche” attraverso il S.E.S.R. (tecnica che, attraverso il test kinesiologico identifica le aree di somatizzazione e permette l’allentamento dello stress posturale associato),

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