ultimo aggiornamento: 29 Giugno 2017 alle 11:46
tratto da:
Cibo & Psiche:
un’interdipendenza che ci spinge
a ricercare quegli elementi che determinano il nostro modo di essere,
compensando i bisogni irrisolti …
siamo ciò che mangiamo
o mangiamo secondo ciò che siamo?
… aria … acqua … fuoco … terra …
Fin dall’antichità l’uomo ha cercato di spiegare attraverso gli elementi fondamentali, che poteva riconoscere come costituenti della materia, ogni manifestazione del mondo fisico: essenze dinamiche in grado di trasformarsi ed interagire, convertirsi reciprocamente e generarsi vicendevolmente.
Il pensiero moderno, illuminista e positivista, la filosofia della scienza, hanno destituito queste essenze del proprio valore fondamentale, per ridurle a manifestazioni della materia: la chimica, la fisica, la scoperta dell’atomo hanno indotto l’uomo a disconoscere il valore metafisico di questi elementi primigeni.
Allo stesso modo il cibo, gli alimenti, non sono stati più riconosciuti come il frutto della combinazione alchemica, biologica ed energetica fra gli elementi essenziali, ma semplicemente come la sintesi sterile di costituenti chimici, assolutamente interscambiabili fra loro: amminoacidi, carboidrati, lipidi, vitamine …
Eppure, se riflettiamo un attimo, anche senza parlare di filosofia dell’alimentazione, di essenza del cibo o di psichismo degli alimenti, se tutto fosse semplicemente una combinazione di sostanze inerti, interscambiabili fra loro, se il sapore, il gusto, o la componente emozionale del cibo non esistesse, da dove nasce il nostro desiderio irrefrenabile di aggrapparci ad un alimento, di ricercare un carattere nelle vivande, di sentire il bisogno irresistibile e la voglia di un particolare manicaretto …
Materia, ogni manifestazione del mondo fisico: essenze dinamiche in grado di trasformarsi ed interagire, convertirsi reciprocamente e generarsi vicendevolmente.
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