I sali minerali, negli ultimi anni, sono stati considerati i “cugini poveri”, se comparati con altri “rimedi alternativi”, quali vitamine o fitopreparati; ma…
Possiamo parlare di nutrizione senza prendere in considerazione la “terapia minerale”?
e possiamo ritenere l’assunzione di qualunque forma di sale minerale, come terapia minerale?
Introdurre “la scienza clinica della terapia minerale” presenta delle difficoltà, essendovi molti aspetti interessanti che meritano considerazione, ma che ovviamente non possono essere completamente sintetizzati in un articolo.
Gli elementi minerali nella genesi della vita
A causa della loro diffusione ubiquitaria e l’importanza che assumono nella biosfera, i sali minerali vengono quasi sempre dati per scontati: pur avendo un ruolo fondamentale nella creazione e nel mantenimento della vita, spesso vengono trascurati, senza considerare che un piccolo sbilanciamento di alcuni di questi elementi potrebbe avere delle ripercussioni tali da poter modificare la vita nella forma che conosciamo.
Durante il processo evolutivo molti minerali cominciarono ad essere incorporati nelle cellule primitive ed anzi, proprio grazie a sostanze come il ferro, il magnesio od il manganese, si svilupparono enzimi in grado di permettere la sopravvivenza delle prime forme di vita.
Gli elementi minerali non solo sono stati coinvolti nella genesi della vita (basti pensare all’emoglobina o alla clorofilla), ma hanno anche permesso alla vita di esprimersi nelle forme e nei modi in cui noi abbiamo imparato a conoscerla.
In principio …
L’uso dei minerali nel trattamento delle malattie è riconducibile al medico svizzero Philippus Aereolus Paracelsus, nel sedicesimo secolo, ma per lo scopo di questa dissertazione ci interessa maggiormente la metodologia sviluppata dal Dott. Wilhelm Schussler e dal Dott. Samuel Hahnemenn.
Quest’ultimo, nel 1796, scriveva: “Ogni potente sostanza medicinale causa nel corpo umano un tipo particolare di infermità: più potente la medicina, più è particolare, marcata e violenta l’infermità.” E da questa idea si cominciò a sviluppare quel principio terapeutico conosciuto da tutti come omeopatia: similia similibus.
Nel 1873, il Dott. Schussler presentava un articolo dal titolo: “Una terapeutica omeopatica abbreviata”, in cui affermava che trattava persone ammalate con “quelle sostanze che sono i naturali, cioè fisiologici, rimedi funzionali, rimedi che devono essere somministrati a piccole dosi…”
Quando si parla di piccole dosi, il “metodo terapeutico”, anche se può risultare assonante con l’omeopatia, in realtà non è basato sul principio omeopatico. Se una sostanza è scelta secondo il principio della similitudine hahnemaniana si parla di omeopatia, ma qualora si utilizzi una sostanza omogenea con gli elementi minerali dell’organismo, allora parliamo di “terapia biochimica”. Cioè di normalizzazione della chimica fisiologica.
La teoria del Dott. Schussler
“… la struttura e la vitalità degli organi dipendono dai propri costituenti inorganici, nelle quantità necessarie e nelle proporzioni adeguate. Queste sostanze sono ciò che rimane dopo la combustione dei tessuti e formano le ceneri: tali elementi sono, in senso molto reale, le basi materiali degli organi e dei tessuti del corpo, e sono assolutamente essenziali alla loro integrità strutturale e attività funzionale.
Ogni mutamento nel movimento molecolare di questi sali cellulari nei tessuti viventi, causato da una deficienza della quantità necessaria, costituisce la malattia, che può essere corretta e l’equilibrio necessario ristabilito, assumendo gli stessi sali minerali in piccole quantità…”
Cenere alla cenere
Le analisi delle ceneri inorganiche che restano dopo la combustione del corpo umano rivelano che questi è costituito principalmente da dodici sali minerali. Tali sali hanno un ruolo vitale nell’integrità fisica e nel corretto funzionamento dell’organismo. Differenti organi o diverse parti del corpo hanno concentrazioni dissimili dei vari sali, indicando una specificità di azione per i differenti sali minerali inorganici.
Se accettiamo che alcuni dei nostri malesseri dipendano da fenomeni carenziali di queste sostanze fondamentali della vita, allora, come fece il Dott. Schussler, dobbiamo supporre che la forma naturale, presente nelle ceneri, sia la forma più utile per il corpo.
I “sali di Schussler” compaiono nei vari fluidi corporei (plasma, fluido interstiziale e fluido intracellulare) in alte concentrazioni e sono facilmente assorbibili o per le loro caratteristiche chimico-fisiche o per la presenza di sistemi di trasporto attivo specifici, presenti nell’organismo.
Gli sviluppi secondo il Dott. Maurice Blackmore
Nel 1938, un medico naturopata australiano concepì un metodo di trattamento, partendo dai concetti fondamentali di trattamento e dalla filosofia terapeutica sviluppata dal Dott. Schussler; mentre quest’ultimo utilizzava diluizioni decimali dei sali minerali, Blackmore decise di impiegare micro-dosi dei sali inorganici, veicolate tramite un procedimento speciale. Tale forma di somministrazione dei micro-nutrienti (chiamati Celloid), permette la presentazione dei sali minerali in forma colloido-osmotica.
A differenza dei Sali di Schussler, l’apporto dei minerali in forma colloidale garantisce da un lato l’assimilabilità biochimica della sostanza, mantenendo l’azione biochimica del preparato; tale forma garantisce quindi effetti positivi anche in quelle situazioni carenziali dove la metodica di Schussler non è efficace.
I medium colloidali e gli squilibri del corpo
La vita, nelle sue varie espressioni, può essere ricondotta alle sostanze colloidali: complessi instabili in cui si verificano continue trasformazioni a seconda della interazione fra questo medium e le energie (luce, calore, campi elettrici…) con cui viene in contatto.
Le strutture corporee, in ultima analisi, possono essere pensate come medium colloidali. Se consideriamo le “malattie”, siano esse fisiche o mentali (ammesso che in fondo esista una reale differenza fra le une e le altre), esse sono sempre caratterizzate da una serie di “sintomi” che possono essere ricreati attraverso una modifica delle proprietà colloido-osmotiche dei tessuti coinvolti dalle manifestazioni: precipitazione di soluti nei tessuti, alterazione del loro stato fisico, alterazione della capacità di trasporto o veicolazione…
Le carenze minerali contribuiscono ad alterare le caratteristiche colloido-osmotiche del corpo e divengono, quindi, a nostro avviso, elemento favorente allo sviluppo delle disfunzioni corporee.
Oggi come oggi
Dopo questo escursus storico, in che considerazione possiamo tenere questa forma di “terapia minerale”?
Innanzitutto occorre sottolineare che le intuizioni sulle carenze minerali sono state ampiamente confermate dalla ricerca medico-scientifica condotta in questi decenni e che forme terapeutiche come i Sali di Schussler o i Celloid sviluppati da Maurice Blackmore hanno superato la prova di migliaia e migliaia di persone che li hanno utilizzati nel loro percorso verso il benessere.
Anche nella nostra pratica di Kinesiopati, da molti anni ormai, abbiamo verificato la validità di questi complementi nel favorire il raggiungimento della salute, da chi li ha utilizzati. Se dobbiamo ascrivere loro un difetto, forse, è che non offrono mirabolanti effetti scenici, ma, piuttosto, svolgono la loro azione progressivamente nel tempo ed in profondità: può essere considerato, secondo la nostra opinione, più un pregio, ma in un mondo dove la fretta e l’incostanza sono le attitudini dominanti…
Occorrono molti anni per sviluppare un fenomeno carenziale in grado di provocare prima il malessere (spesso generico e non specifico), poi la manifestazione di alterata funzionalità ed infine la manifestazione patologica: ricostruire le riserve e rigenerare le funzioni organiche richiede tempo, per evitare di sovraccaricare l’organismo, ricordando che ogni nutriente è un potenziale veleno, se la dose è troppo alta…
C’è forma e forma, dose e dose
Non tutte le forme di “terapia minerale” sono uguali: differenti modalità di assunzione di sostanze minerali possono portare a risultati diametralmente opposti.
Non sempre tutto quello che è efficace è necessariamente utile!
Per quanto riguarda la terapia naturale, ovvero l’assunzione di minerali, due aspetti si rivelano come fondamentali per capirne l’azione sul nostro organismo: forma e dose.
Per forma intendiamo “l’aspetto biochimico” di una sostanza, ovvero come viene presentata al nostro organismo: non è questa la sede in cui approfondire gli aspetti più specificamente chimici, ma possiamo dire che il corpo, a seconda di come entra in contatto con una sostanza, avrà comportamenti differenti; potrà infatti non permettere l’assorbimento di detta sostanza, subirne “passivamente” la presenza secondo gradienti di quantità o essere dotato di “trasportatori attivi” in grado di renderla assimilabile anche in presenza di piccole quantità. È possibile, poi, “ingannare” l’organismo usando sostanze in grado di trasportare un “principio attivo” oltre le barriere difensive del corpo…
Alcuni delle più recenti preparazioni minerali fanno uso di “carrier” per assicurare un miglior assorbimento, ma questi ultimi possono essere responsabili di un eccesso minerale in un particolare organo o tessuto corporeo a causa del bypass del normale controllo cellulare; all’opposto, essendo in genere questi carrier sostanze chelanti, tale sistema può creare squilibri di altri minerali o per effetto competitivo con la sostanza veicolata o per l’azione dell’organismo che cerca di riguadagnare la neutralità elettrica.
Ovviamente, ancora più che la forma, assume una notevole importanza la quantità!
Talvolta l’uso di sali minerali altamente solubili causa “un’inondazione” dell’organismo ed una diffusione incontrollata nei tessuti corporei, soprattutto in presenza di alti dosaggi.
Il comune modo di pensare che “se un po’ fa bene, di più fa meglio”, in questo caso si può rivelare assolutamente controproducente.
Quale forma/dosaggio si rivela utile per aiutare l’organismo a ritrovare l’equilibrio?
Terapista fai da te?….
Ovviamente, la presente trattazione non può non essere che condizionata dall’esperienza maturata negli anni con l’uso della terapia minerale secondo Blackmore e, pertanto, la risposta apparentemente risulta ovvia: utilizzando i Celloid…
In realtà, nella nostra esperienza quotidiana di operatori delle discipline bio-naturali ci siamo trovati spesso ad utilizzare differenti forme di terapie minerali, arrivando a creare una nostra personale visione delle esigenze di rimineralizzazione nelle persone affette da sindromi carenziali.
Innanzitutto occorre dire che nella nostra società è impossibile osservare fenomeni di denutrizione massiccia, anche per quello che riguarda i sali minerali. Osservare fenomeni carenziali che diano luogo a quadri patologici manifesti ed eclatanti è più una rarità che una evenienza comune. I segni di esaurimento delle riserve minerali sono piuttosto subdoli, quasi silenti, in quanto il corpo cerca di adeguare la propria funzionalità ad una riduzione delle disponibilità.
Altro fattore che assume un ruolo importante è il fatto che, le persone, anche seguendo mode, tendono ad assumere sali minerali in varie forme, creando fenomeni di parziale compenso che mascherano, talvolta, i veri elementi di squilibrio.
L’uso di bevande saline per la reidratazione nella attività sportiva, il ricorso a medicazioni fai da te, seguendo la tendenza del momento (magnesio, zinco, manganese…), l’utilizzo di prodotti minerali chelati o veicolati quando non ci sono le condizioni per ricorrere a dosaggi massicci di sali minerali; tutte queste situazioni possono generare un quadro confuso di sintomi che maschera lo squilibrio di base.
L’assunzione di minerali ad alto dosaggio, con elevate concentrazioni di principi attivi, in assenza di sostanze bilancianti o sinergizzanti, può creare manifestazioni di carenza dei minerali che fungono da cofattori, creando uno sbilanciamento dell’equilibrio minerale del corpo.
Non sempre l’uso di questi prodotti risulta negativo, ma tali sostanze altamente attive devono essere impiegate con consapevolezza ed in un’ottica di riequilibrazione generale del corpo e non, come spesso accade anche nell’ambito delle discipline bio-naturali, con l’intento di curare di malattie o disturbi.
Un tipico esempio di quanto descritto nei paragrafi precedenti è l’utilizzo di sali di magnesio nelle forme di “blanda depressione” o per il trattamento dei dolori mestruali o dei crampi: su tante riviste o pubblicazioni di larga diffusione si manifestano le proprietà del magnesio come panacea in grado di “risolvere” tali problematiche. Dimenticando che non tutte le “forme” di magnesio sono efficaci e, soprattutto, che l’assunzione di grandi quantità di magnesio possono interferire con il metabolismo del calcio (ugualmente importante) e di altre sostanze…
La via naturale
Facciamo una considerazione generale: qualunque cellula vivente si nutre attraverso alimenti di origine vegetale; attraverso la catena alimentare, anche i prodotti carnei hanno origine vegetale, pertanto connesso al processo naturale della fotosintesi.
Le sostanze che non fanno parte della catena alimentare possono essere classificate come stimolanti, soppressori o sostanze antagoniste. Anche se tali principi possono avere un effetto positivo (temporaneamente) sull’organismo, a lungo andare indurranno forme di squilibrio nel corpo. Un esempio sono, ovviamente, i farmaci che, seppur indispensabili per il trattamento delle malattie, sono invariabilmente caratterizzati da effetti collaterali.
Le cellule, di qualunque tipo, sono caratterizzate dalla presenza di minerali e la loro presenza è fondamentale per garantire la stabilità delle cellule stesse. La carenza di tali minerali sottostà a tutte le manifestazioni di squilibrio degli organismi, se si escludono quelle di origine genetico o traumatico.
Solamente le forme minerali associate ai processi della fotosintesi ed in dosaggi minimi sono in grado di condurre un processo di riequilibrazione del pool minerale degli organismi senza creare squilibri od effetti secondari indesiderati.
Tale relazione con i fattori coinvolti nel processo della fotosintesi garantisce ai sali minerali primari una forma colloidale nell’organismo che ne garantisce una pronta assimilazione ed una rapida eliminazione (in caso di eccesso) come avviene per le vitamine totalmente naturali: infatti anche se la farmacologia clinica parla di sovradosaggio delle vitamine, in realtà, non si sono mai verificati fenomeni di accumulo tramite l’assunzione di alimenti.
Nessun sale minerale naturale in forma colloidale né nessuna vitamina naturale possono dare fenomeni di accumulo: è possibile assumere tali sostanze in quantità massiccia senza che il corpo subisca danni, provvedendo alla loro eliminazione attraverso le vie naturali.
I Rimedi Minerali Colloidali
Possiamo definire i sali minerali “gli operai della salute”, che provvedono a determinare in che modo gli atomi di carbonio, azoto, ossigeno ed idrogeno formeranno le molecole organiche che a loro volta permetteranno la costituzione delle cellule vitali e dei tessuti.
In assenza di ferro, calcio e potassio, ad esempio, non è possibile formare le cellule del sangue; o senza potassio, ferro, sodio e calcio fosfato non si possono sviluppare le cellule nervose: diventa ovvio che le deficienza di anche un solo costituente minerale condiziona lo sviluppo dell’intero edificio del corpo umano.
Ma quali sono questi “mattoni della vita”?
Anche se il Dott. Schussler identificò dodici sali primari e dodici sali complementari, utilizzati in diluizione omeopatica, la nostra esperienza di kinesiopati ci ha permesso di verificare che le formulazioni del Dott. Blackmore soddisfano pienamente le esigenze pratiche di trattamento dei disturbi disfunzionali dell’organismo.
I sali minerali colloido-osmotici (Celloid) sono classificabili in tre macrocategorie:
1. Solubili in acqua
a. Sodio (fosfato – solfato)
b. Potassio (fosfato – solfato – cloruro)
2. Solubili nell’acido gastrico
a. Calcio (fostato – solfato)
b. Magnesio (fosfato)
c. Ferro (fosfato)
3. Insolubili in acqua ed acido gastrico
a. Calcio (fluoruro)
b. Silice
Ognuno di questi sali, singolarmente od in combinazione con altri è in grado di ristabilire l’equilibrio minerale sia in fase acuta, mettendo cioè a disposizione all’organismo, da subito, i fattori indispensabili alla attivazione delle risorse metaboliche; sia nelle situazioni cronicizzate, favorendo la rigenerazione delle riserve e dei sistemi tampone dell’organismo.
Ovviamente non ci è possibile approfondire in questo articolo tutti gli aspetti dell’uso dei sali minerali colloido-osmotici, né esaminare gli effetti dei singoli sali; in alcuni articoli futuri affronteremo l’uso specifico di alcuni di questi sali nei processi di riequilibrazione degli squilibri corporei, o nei processi di elaborazione dei vissuti e dei disagi emotivi.
L’esperienza maturata in tanti anni di utilizzo, i risultati ottenuti da tantissime persone, le verifiche ottenute attraverso i test kinesiopatici ci permettono di affermare che i Celloids sono uno strumento semplice ed efficace per aiutare le persone a ritrovare il proprio benessere.