ultimo aggiornamento: 22 Aprile 2023 alle 11:00
“Io sto analizzando la sua salute,
ma non ci riesco perché m’accorgo che, analizzandola,
la converto in malattia.
E scrivendone, comincio a dubitare se quella salute
non avesse avuto bisogno di cura o d’istruzione per guarire”.
(Italo Svevo ~ “La Coscienza di Zeno”)
L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce la salute come “uno stato di benessere fisico o mentale per assenza di malattia o infermità”: in pratica esprime una definizione in negativo.
Non esiste una definizione di malattia: nelle differenti lingue, i termini usati per indicare la malattia rappresentano molteplici sfumature che spaziano dalla mancanza di adattamento ai compiti della vita quotidiana, alla debolezza e alla perdita delle capacità lavorative o alla deformità e alla bruttezza, oppure, ancora alla sensazione di un disturbo fisico, ed infine alla sofferenza psichica e al dolore: una pletora di termini che sposta la visione dalla patologia al disagio di vivere, rendendo i confini tra salute e malattia, in un mondo dominato dal tecnicismo scientifico e dai “trionfi” della medicina, poco definiti.
Dire che una persona è “malata” significa dire che soffre, che non si sente bene, che il ritmo delle sua quotidianità è alterato e che alcuni cambiamenti del suo corpo compromettono le sue capacità fisiologiche e la funzionalità del suo “sistema” corpo: il concetto di malattia non è socialmente neutro: implica un giudizio non solo scientifico, ma anche di ordine morale ed estetico.
- Cristobal Rojas: La miseria (1886)
Anche se è facile comprendere intuitivamente il significato del termine ‘malattia’, è molto difficile, se non impossibile, darne una definizione soddisfacente. Le definizioni della malattia spesso sono l’espressione di un circolo vizioso: la salute è il contrario della malattia, la malattia è la mancanza della salute. La concettualizzazione della “malattia” porta ad un dualismo concettuale: da un lato occorre definire il confine tra salute e malattia, la distinzione tra fisiologico e patologico, e dall’altro determinare quali sono le malattie, vale a dire la suddivisione degli stati e dei processi patologici in entità nosologiche.
Si può affermare che la malattia rappresenti l’alterazione dei processi normali all’interno di un organismo, lo svolgimento anormale delle funzioni vitali: se si considera come normale ciò che è più frequente o ciò che è regolare, si potrebbe arrivare al paradosso che in alcuni gruppi sociali, la malattia può essere più frequente della salute; i processi patologici non sono meno sottoposti a leggi naturali di quanto lo siano i processi fisiologici … è difficile se non impossibile fissare il punto in cui le variazioni fisiologiche divengono cambiamenti patologici.
continua → malattia: una valutazione “alternativa” (pagina 2)
→ una “diversa” visione della salute: articoli pubblicati (pagina 3)
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Questo articolo è semplicemente stupendo! 🙂