la liberazione delle emozioni
non integrate nella nostra vita
è un aspetto importante
del cranio-sacral repatterning
Il Cranio-Sacral Repatterning, uno degli indirizzi presenti nell’ambito della Terapia Cranio-Sacrale, lavora al confine fra il sistema fisico ed energetico dell’individuo, potendo affrontare problemi apparentemente fisici quali, ad esempio, cefalee o mal di schiena, ma avendo anche la possibilità di interagire con i piani più profondi legati alla nostra emotività, spesso alla base dei nostri disagi emotivi.
psicoterapia? no, grazie, ma…
Possiamo dire quindi che il Cranio-Sacral Repatterning è una forma di psicoterapia?
Se per psicoterapia intendiamo quello che un dizionario riporta, cioè il complesso di mezzi adoperati per la cura delle malattie mentali che utilizza accorgimenti psicologici quali l’ipnosi, la suggestione, la rieducazione psicologica, la persuasione, la psicanalisi, allora la risposta è decisamente: no, noi non facciamo psicoterapia!
L’azione della terapia cranio-sacrale non si basa sull’interazione verbale, né lo scopo è quello di “curare” le malattie mentali.
Sebbene le tecniche del sistema cranio-sacrale siano molto semplici, trovano la loro base cognitiva in una conoscenza approfondita del corpo e del suo funzionamento. Le mani, attente a ciò che si “mostra”, possono realmente “vedere” le disarmonie ed agire consapevolmente su di esse.
L’esplorazione della relazione fra mente e corpo avviene usando il tocco e il tatto che porta il corpo stesso alla possibilità di esprimere le proprie emozioni, che spesso sono state trattenute, soppresse o isolate nel tentativo di contenere il malessere.
anima/animus
Carl Gustav Jung, nel suo libro “the integration of the personality”, scrive: “tutti i tratti peculiari di un uomo divengono evidenti sotto la spinta di un’emozione … sotto il suo influsso una persona è fuori di sé e l’inconsio ha modo di mettersi in primo piano … quando le persone non sono nelle condizioni migliori, queste incrinature si fanno più evidenti.”
Jung chiama questa parte l’ombra, anche se l’ombra non è sufficiente a spiegare quella sensazione, che talvolta proviamo, di essere fuori di noi, di non essere più noi stessi.
Quando stiamo bene è molto difficile che la nostra parte più recondita e nascosta si mostri, ma quando le nostre difese sono sbaragliate dal nostro malessere, allora emerge in noi una persona differente, l’altra faccia di noi, cioè del nostro anima/animus.
Se l’anima rappresenta l’insieme delle forze generatrici tipicamente femminili e l’animus incarna l’organizzazione maschile di queste forze, solamente la capacità di integrazione ed accettazione dei propri lati oscuri ci permette di completare le esperienze nel fluire della vita.
Cosa accade quando, anziché accedere alle nostre risorse per arricchirci con le situazioni che ci si presentano nel vivere quotidiano, disapproviamo quelle parti di noi che consideriamo oscure?
La repressione delle nostre emozioni, la rimozione del malessere, ci spinge ad esaltare le caratteristiche negative del binomio anima-animus, del nostro doppio oscuro, diventando forze ossessive che inducono il nostro corpo a chiudersi, ad attorcigliarci su noi stessi, in preda al bisogno di protezione e difesa dal male di vivere ogni giorno.
consapevolezza
Spesso ci nascondiamo dietro la nostra presunta consapevolezza razionale, la convinzione di sapere qual è quel male oscuro che ci mpedisce di lasciar fluire la nostra gioia di vivere.
Quella falsa convinzione che, in fondo, non è così importante permettere alla nostra energia creatrice, alle forze vitali incarnate dal nostro animus/anima, di potersi esprimere.
L’energia vitale che blocchiamo in noi diventa soma, prende sede nel nostro corpo, avviluppandosi su se stessa e divenendo tensione, costrizione, malessere.
Come se una forza oscura ci privasse delle nostre energie, strato dopo strato, esperienza dopo esperienza, perdiamo la capacità di essere noi stessi.
costrizione come repressione
Ogni volta che una parte di noi si perde nell’ombra, presi dal bisogno di sopravvivere, imprigioniamo queste energie nei muscoli, nei tessuti fasciali che ci sostengono e permettono ai nostri organi di essere nutriti.
Ogni volta che la nostra anima ed il nostro animus rimangono imprigionati e repressi perdiamo parte delle nostre forze vitali, creando una lacerazione nella nostra armonia, dove spesso la nostra logica si contrappone alla nostra vitalità.
La nota dominante di questa repressione delle energie vitali è la costrizione, come tentativo di respingere l’invasione delle forze emotive che si manifestano in noi.
La rabbia, la paura, il senso di colpa si annidano in noi, alimentando quel lato oscuro che ci spaventa, che potrebbe prendere il sopravvento sulle nostre capacità di controllo e farci “uscire” da noi stessi.
La somatizzazione di queste tensioni, altera il nostro copro, le nostre posture, facendoci assumere atteggiamenti grotteschi, che mascherano la sofferenza che permane in noi, oltre i traumi e le razionalizzazioni.
la guarigione dell’anima attraverso il corpo
L’operatore cranio-sacrale possiede gli strumenti per accedere alle energie ed alle memorie emozionali trattenute nel corpo.
Il corpo, verità più vera di tutte le verità che siamo abituati a raccontarci, racconta la nostra storia, fatta di quotidianità. Le tensioni lasciano un segno nella nostra capacità di essere, limitando la nostra forza vitale, limitando l’espressione di quel dono che è la vita.
Come un archeologo alla ricerca di un prezioso reperto, l’operatore cranio-sacrale è in grado di liberare le stratificazioni che si sono deposte sulla nostra anima, come polvere, nel tempo.
Le mani cercano, accompagnano, sostengono, liberano.
Le mani ascoltano, dialogano, sentono.
Con delicatezza, tatto e rispetto, prestano attenzione ai segni che indicano le restrizioni, si sintonizzano col fluire dell’energia nel corpo, identificandone le restrizioni e gli impedimenti.
Entrano in contatto con le manifestazioni di quel fluido che circola in noi, nutrendo non solo il nostro sistema nervoso, ma ogni parte del nostro corpo, permettendo a questo ritmo vitale, sottile ma palpabile, di trovare la propria via verso l’armonia e l’equilibrio.