postura

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ultimo aggiornamento: 29 Settembre 2023 alle 10:37

definizione

La posizione del corpo umano in risposta alla forza di gravità: dipende dalla triade “contatto col terreno – linea dell’orizzonte – direzione di movimento”, che determina le modalità di interazione tridimensionale del corpo nello spazio; in altre parole la postura non è altro che la risposta antigravitaria che il complesso somato-emotivo riesce a concretizzare, attraverso il minor dispendio energetico, sia in deambulazione, sia nello stazionamento; in pratica il corpo non può esimersi dal “mantenere i piedi per terra” ed, allo stesso tempo tenere lo sguardo “al confine tra terra e cielo”, cioè su un piano parallelo a quello del terreno, livello che, da un punto di vista antropometrico, può essere equiparato al “piano di Francoforte”.

Non possiamo sottrarci dall’essere radicati al suolo: da questo fatto deriva una relazione assoluta ed indissolubile col terreno, che influenza il modo con cui il corpo si posiziona nello spazio; la postura, quindi, è la posizione ottimale che il corpo assume nello spazio per rispondere in modo coerente e con il minor dispendio energetico, grazie all’azione dei muscoli scheletrici, alle forze che tenderebbero a modificarne lo stato di equilibrio. Ultimo aspetto, ma non per questo meno importante, è necessario considerare la nostra proiezione verso il futuro, cioè la direzione di movimento, che manteniamo anche durante la statica: emozionalmente siamo orientati, sia nella immobilità, sia nella dinamica, a protendere la nostra attenzione verso il confine estremo ed il limite davanti a noi, lasciandoci alle spalle il passato; la stessa posizione degli occhi, siti frontalmente nell’essere umano, determina la nostra predisposizione ad essere direzionati e visivamente orientati in avanti, estendendoci e spingendoci in direzione anteriore.

considerazioni

Il corpo e lo spazio sono intrinsecamente interconnessi, in un rapporto articolato e multiforme, che coinvolge sia la statica (cioè la postura che assumiamo in posizione eretta), sia la dinamica del movimento e della deambulazione: in entrambe le situazioni, per garantire l’equilibrio, l’economia funzionale ed il confort corporeo, è indispensabile un elevato grado di coordinazione, affinché il complesso sistema neuro-mio-fasciale sia in grado di interagire efficacemente permettendo la piena espressione somato-emozionale che determina la nostra capacità di relazionarci con l’ecosistema che ci circonda.

La postura può essere definita come l’attitudine ed il portamento del corpo umano nello spazio, rappresentando la reazione alla forza di gravità: tale risposta adattiva si manifesta grazie alla relazione reciproca tra i differenti segmenti corporei ed alla collaborazione fra le componenti sensitive del sistema nervoso e le modulabilità delle risposte del sistema neuro-mio-fasciale. Allo stesso tempo non possiamo esimerci dal considerare il portamento e l’atteggiamento che assumiamo nello spazio, come l’espressione

“… di un vissuto ereditato, di un vissuto personale, della formazione e deformazione culturale, di memorie dei propri traumi fisici ed emotivi, del tipo di vita e di stress che conduciamo, del tipo di lavoro e di sport a cui ci siamo assoggettati nel tempo; postura è il modo in cui respiriamo, il mondo in cui stiamo in piedi, ci atteggiamo e ci rapportiamo con noi stessi e con gli altri. La nostra postura è espressione della nostra storia„ (cit. Daniele Raggi).

L’atteggiamento posturale che assumiamo diviene un mezzo di comunicazione tra il nostro “cosmo” interiore e l’ambiente esterno che ci circonda, con tutte le implicazioni che derivano dall’interazione fra le complessità di questi due mondi separati ma, al contempo, profondamente interconnessi ed in grado di influenzarsi reciprocamente: le contrazioni muscolari utilizzate per mantenere una certa postura non sono solo la risposta istantanea alla modificazione della figura e del portamento, rispetto agli assi cartesiani che definiscono il riferimento spaziale individuale, ma sono anche il mezzo che utilizziamo per adattarci, sia durante la deambulazione ed il movimento, sia nello stazionamento, per rispondere in maniera efficace alle forze che interagiscono col nostro io interiore e con l’immagine olografica che abbiamo di noi stessi: divengono un modo di essere, che implica, frequentemente, una interiorizzazione cronica della “deformazione coerente” del corpo.

Tale atteggiamento esprime l’adattamento all’ambiente ed agli eventi, essendo dipendente da fattori fisici o biomeccanici, emotivi o psicologici oppure relazionali, molto spesso neurofisiologici: la conseguenza della stratificazione somato-emozionale è l’instaurarsi di un’errata integrazione delle informazioni propriocettive, che induce alterazioni morfo-funzionali dell’interrelazione fra i diversi distretti corporei, ponendo come priorità, nel portamento e nel comportamento, la difesa dal dolore. (per comprendere meglio il concetto di distorsione spaziale si veda P.R.Y.T.)

Questa interpretazione estensiva della postura, che prende in considerazione la componente somato-emozionale, è sostanzialmente sovrapponibile al concetto di habitus: le forze gravitazionali si sommano alle tensioni che nascono dall’interazione fra le esperienze e le dinamiche individuali, dando origine a un “corpo in distorsione” (B.I.D); l’integrazione e l’interpolazione fra queste energie inducono atteggiamenti antalgici e, contemporaneamente, “pose” antigravitazionali, che cercano di contrastare le pressioni che tenderebbero a schiacciare o deformare il corpo stesso. Per questo, in Kinesiopatia®, in determinati ambiti ove si voglia sottolineare la relazione somato-emotiva, in sostituzione del lemma postura (o a sua integrazione), si tende a utilizzare “habitus” soprattutto per indicare non solo l’atteggiamento fisico assunto nello spazio ma l’insieme delle abitudini, delle consuetudini, dei modi di fare o di atteggiarsi: in pratica l’”aspetto” soggettivo ed il portamento, nella più ampia accezione dei termini; habitus vuole indicare il complesso dei caratteri morfologici, dei comportamenti, degli atteggiamenti che determinano le modalità di espressione corporea individuale in relazione allo spazio ed ai contesti sociali o relazionali.

Pertanto, anche ai fini diagnostici, il concetto di postura antalgica, cioè la posizione che viene adottata allo scopo di mitigare il dolore, come conseguenza di un meccanismo riflesso difensivo, è di particolare rilevanza, offrendo al professionista del ben-essere chiavi di lettura sui possibili agenti causali o fattori scatenanti alla base delle disfunzioni somatiche, che possono essere utilizzate nel corso di una valutazione multidimensionale.

Infatti l’assunzione di una posizione antalgica o la presenza di una limitazione del movimento come sovrastruttura volta a ridurre il dolore o il dis-confort: proprio per la sua supposta temporaneità che presuppone che il dolore non sia continuo e immutabile ma modificabile attraverso posizioni o particolari contegni e portamenti oppure che scompaia una volta risolto l’elemento causale, questi atteggiamenti antalgici sono, da un lato, una “memoria storica” delle nostre sofferenze somato-emotive, dall’altro un viatico per meglio comprendere gli schemi difensivi e le modalità di risposta al distress ed al disconfort.

postura e benessere

Poiché, quando si parla di postura, quasi sempre si intende “postura errata”, se non postura antalgica, l’atteggiamento posturale propriamente detto (sia esso statico o nella deambulazione) e l’habitus sono elementi fondamentali nel processo di riequilibrazione dell’individuo: il professionista in Kinesiopatia®, grazie alle tecniche di riprogrammazione neuro-mio-fasciale e a specifici esercizi sviluppati dall’Oltrelostress Coaching®, è in grado di intervenire attivamente sulla liberazione delle tensioni che impediscono al corpo di muoversi armonicamente e riacquisire una postura fluida e naturale; l’utilizzo di tecniche di Kinesiologia Transazionale®, attraverso l’uso del test muscolare, possono aiutare ad identificare con chiarezza quali elementi del sistema osteo-artro-mio-fasciale siano corresponsabili o agiscano da spina irritativa nel mantenimento di posture erronee. Anche il Cranio-Sacral Repatterning®, con la sua delicatezza e capacità di agire in profondità sugli schemi percettivi, è un valido aiuto nella riequilibrazione delle alterazioni posturali.

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