ultimo aggiornamento: 15 Marzo 2018 alle 13:03
sommario:
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che cos’è un arco diastaltico?
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l’unità motoria
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il sistema muscolare propriocettivo
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il fuso neuromuscolare
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organo muscolo-tendineo di Golgi
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corpuscolo del Pacini
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kinesiologia dell’arco diastaltico
che cos’è un arco diastaltico?
Il termine diastaltico deriva dal greco da δια (diá → attraverso, per mezzo di) e στέλλω (stéllo → partire, circolare, prepararsi), col significato di “interporsi”, più che da διασταλτικός (diastaltikós → comunicativo, espansivo).
Viene utilizzato per descrivere l’arco del riflesso nervoso presente a livello spinale e nei nervi cranici; si parla di arco in quanto la rappresentazione grafica della fibra sensoriale afferente al centro nervoso (contenuto nel midollo spinale o nel tronco encefalico) da cui si diparte la fibra efferente eccito-motoria connessa, ricorda un segmento di circonferenza. L’arco diastaltico rappresenta un sistema di coordinamento tra uno stimolo sensitivo e la reazione dell’organismo, attraverso l’unità motoria o l’attivazione della risposta adattativa endocrina: costituisce un mezzo automatico di adattamento alle condizioni ambientali e di regolazione delle sue prestazioni.
Quando un qualsiasi stimolo , attraverso la stimolazione di un recettore, dà luogo a un impulso nervoso, questi, grazie una fibra afferente centripeta sensitiva, raggiunge il neurasse (midollo spinale o tronco encefalico) dove tramite connessione sinaptica (sinapsi), attiva un neurone eccito-motorio.
La risposta, tramite una fibra centrifuga motoria, viene portata in periferia, dove un effettore innesca l’azione adattativa: tale elemento può essere un muscolo o una ghiandola, a cui arriva l’assone del neurone efferente, così che uno stimolo applicato alla periferia provocherà una pronta risposta consistente in una contrazione muscolare o in una secrezione ghiandolare. Si definisce azione riflessa quando l’impulso percorre almeno due neuroni, uno che dalla periferia lo porta al centro (cioè al sistema nervoso centrale) e l’altro che dal centro lo riporta alla periferia, senza che vi sia coinvolgimento dei centri nervosi superiori. Se l’arco diastaltico è composto da neurone afferente e neurone efferente tramite una sola sinapsi, si parla di riflesso semplice (o riflesso monosinaptico).
I neuroni sensitivi raramente si interfacciano direttamente col quella eccito-motoria, ma si trovano interposti altri neuroni che vengono chiamati interneuroni (o neuroni intercalari): in realtà sul neurone efferente convergono fibre da altre parti del nevrasse, in modo da modulare la risposta in base alle influenze provenienti da altre aree del sistema nervoso e attraverso percorsi diversi, sui quali saranno intercalate sinapsi in numero e di tipo variabile. In questi casi si parla di a. riflesso polisinaptico, in quanto numerose sono le connessioni sinaptiche che si stabiliscono.
L’automatismo è attuato dai neuroni che assicurano la diffusione o irradiazione della risposta. Infatti, l’impulso proveniente dal neurone afferente si dirigerà non solo su un neurone efferente dello stesso lato, ma anche ad altri neuroni controlaterali o di differenti neuromeri. L’azione riflessa che così ne deriva sarà un’azione complessa. Quando il neurone efferente invia impulsi a un muscolo scheletrico, l’arco riflesso viene detto somatico (o motorio) quando il neurone efferente sovraintende l’attività di un tessuto muscolare liscio, di un tessuto ghiandolare, l’arco riflesso è detto autonomo. Le funzioni dell’arco diastaltico non sono sottoposte al controllo in quanto lo stimolo, scatena rapidamente la risposta riflessa prima ancora che l’informazione, attraverso collegamenti più complessi e vie nervose più lunghe, possa giungere alla corteccia cerebrale per essere identificato a livello di coscienza.