cefalea muscolo-tensiva

quando la tensione, l’aggressività, gli atteggiamenti posturali ed emotivi si trasformano in una fonte di malessere…

Cefalea muscolo-tensiva: un mal di testa che si manifesta con un dolore sordo e continuo, che può presentarsi come un senso di costrizione intorno alla testa, “a fascia”, oppure che sembra coinvolgere tutta la testa, come se portassimo un “casco”.

Quella sensazione di “cerchio alla testa”, di peso o di trazione, quelle pulsazioni, talvolta accompagnate da un senso di compressione, che possono insorgere gradualmente o presentarsi violentemente e improvvisamente, interessando parte o tutta la testa, talvolta accompagnati da disturbi neurovegetativi come vomito, nausea, vertigini, arrossamenti in volto e, spesso, cervicalgia. Quest’insieme di manifestazioni, episodiche e saltuarie o croniche, sono ciò che comunemente si intende per cefalea muscolo-tensiva.

Le cefalee sono uno dei disturbi più comuni nella popolazione adulta; circa il 35% della popolazione italiana soffre o ha sofferto di forme gravi di cefalea in un periodo della propria vita, mentre episodi lievi si presentano almeno una volta all’anno con una incidenza dell’80% sul totale della popolazione.

La cefalea muscolo tensiva è caratterizzata, inizialmente, da un dolore che parte dalla nuca e che, successivamente, si diffonde gradualmente a tutta la testa: si presenta come un mal di testa non molto intenso, ma persistente, in cui il dolore è solitamente diffuso su tutta la superficie ed apporta una sensazione di “stretta” alla testa; in genere il dolore si accentua, e possono crearsi sensazioni di fastidio per la luce ed i rumori, dolore sordo e costante localizzato nella regione della nuca, spesso esteso al collo, alle spalle e alla fronte.

La cefalea muscolo-tensiva può assumere una forma episodica oppure cronica: nelle forme episodiche può essere uno dei primi sintomi che avvertiamo se posti in una condizione stressante e di iperattivazione psicofisiologica. La cefalea di tipo cronico può avere una frequenza variabile, si possono presentare uno-due episodi settimanali, ma anche un episodio ogni giorno della settimana, in qualche caso il dolore è descritto come continuo con una fluttuazione dell’intensità nell’arco della giornata.
Si ritiene che questo tipo di cefalea si sviluppi a causa di una contrazione prolungata dei muscoli scheletrici del volto, del collo e delle spalle.

Nella cefalea muscolo-tensiva, più che in altre forme di somatizzazione a genesi psicosomatica, la componente emotiva del disturbo è posta in primo piano rispetto alle cause di natura fisiologica e rimanda alla modalità con cui affrontiamo le nostre conflittualità interiori ed interpersonali: spesso, nello stile di vita di chi viene colpito da queste manifestazioni, i fattori stressanti, il modo di esperire ed affrontare le proprie emozioni, la tendenza a canalizzare i propri vissuti in sintomi somatici sono un elemento da non sottovalutare.

L’assunzione di determinati atteggiamenti posturali, infatti, è spesso l’espressione di dinamiche relazionali che si ripercuotono sulla muscolatura apportando una eccessiva tensione ed una sensazione di rigidità, che è fisicamente riscontrabile, nei soggetti che ne soffrono frequentemente, sotto forma di un aumento della tensione muscolare alla base del cranio o del tratto cervicale.

quali cause?

Anche se spesso si tende a definire cefalea muscolo-tensiva qualunque forma di mal di testa, occorre distinguere quella propriamente detta (“o primaria”) dalle cefalee secondarie a traumi cranici, tumori cerebrali, patologie cerebrovascolari, ipertensione arteriosa, sinusite o infezioni.

La cefalea muscolo tensiva sporadica è strettamente legata a fattori di stress ambientale o mentale; essa si mantiene solo fino a quando cessa il fattore di stress. Insonnia, digiuno, fumo, alimenti (cioccolata, molluschi) o bevande (caffè, alcool), possono essere elementi favorenti o scatenanti.
La cefalea muscolo tensiva di tipo cronico si presenta con una frequenza elevata, solitamente uno o due attacchi alla settimana, con variazioni dell’intensità del dolore nell’arco della giornata. La cefalea cronica si può mantenere anche in assenza di condizioni stressanti. Perciò è estremamente utile intervenire con prontezza per prevenire che una cefalea episodica si trasformi in cronica.

Nella cefalea muscolo tensiva il dolore è causato da una involontaria e protratta contrazione dei muscoli della nuca, del collo, delle spalle e delle tempie. Successivamente si instaura un circolo vizioso per cui la contrazione provoca il dolore e il dolore a sua volta provoca un ulteriore contrazione; in questo modo il mal di testa persiste e si auto-alimenta. Questo meccanismo è associato, spesso, ad uno stato di iperalgesia cranica, con ridotta modulazione endogena del dolore e con aumentato potenziamento del dolore stesso: in parole più semplici ad una aumentata sensibilità al dolore ed una incapacità, da parte del sistema nervoso, di inibire gli stimoli scatenanti.

La contrazione muscolare (che causa la cefalea) è uno dei modi attraverso cui l’organismo esprime la reazione alle pressioni esterne o interne che valuta stressanti, e può essere accentuata da alterazioni dell’umore, i disturbi del sonno e gli stati di ansia, ma anche da stimoli ambientali, variazioni di temperatura o altri eventi esterni al nostro stato emotivo.

Anche errati atteggiamenti posturali, una posizione sbagliata, disfunzioni dell’articolazione della mandibola o della masticazione, mal di schiena e problemi del rachide possono essere elementi scatenanti o facilitanti. Disturbi alla circolazione, stanchezza degli occhi, calcoli alla colecisti, sbalzi ormonali che si verificano durante il ciclo mestruale o la menopausa, l’utilizzo di pillola anticoncezionale, l’abuso di farmaci, di caffeina o bevande alcoliche, dispepsie e disturbi digestivi, oltre che, ovviamente, stress sono tutti fattori da prendere in considerazione in presenza di cefalee muscolo-tensive.

che fare?

I rimedi solitamente usati in questi casi, in ambito medico, sono di natura farmacologica e consistono tradizionalmente negli analgesici o negli psicofarmaci.

La prima tappa per un trattamento efficace risiede in una corretta valutazione differenziale, poiché il trattamento farmacologico può essere soltanto sintomatico e come tale va considerato un palliativo.

La tensione muscolare, come dice il nome stesso della patologia, è il principale fattore scatenante il dolore. Tra le principali cause dell’aumentata tensione e contrazione della muscolatura cervico-cranio-nucale, si riconoscono, oltre allo stress ed all’ansia, posture scorrette, malocclusioni, problemi somato-emozionali.

Un primo passo, molto importante, è ripristinare il corretto assetto della colonna vertebrale, in genere alterato, riequilibrando le curve fisiologiche che spesso hanno subito alterazioni posturali o somato-emotive: la valutazione kiesiologica della risposta muscolare e della reattività neuromuscolare si rivela efficace nel ridurre la sintomatologia.

Una corretta valutazione posturale, con adeguati interventi mirati a migliorare l’equilibrio globale del corpo, tecniche di riprogrammazione neuro-mio-fasciale, allentamento dello stress posturale e muscolare e degli stati di tensione cronica, si rivelano estremamente efficaci nel migliorare la sintomatologia dolorosa ed incrementare la mobilità e la motilità.

Il test kinesiologico, nelle mani di un esperto operatore, oltre alla possibilità di approfondire gli aspetti emotivi associati al sintomo (ove gli aspetti ansiosi e le dinamiche di somatizzazione assumano un ruolo chiaro nell’economia del malessere) permette di identificare le risorse per poter cambiare alcune delle proprie abitudini dannose e di trasformare il proprio stile di vita, divenendo una alternativa concreta alla cura farmacologica delle cefalea muscolo-tensiva, aiutando a rimuovere quegli squilibri che impediscono un ritmo di vita più sereno e “personalizzato”.

L’identificazione di eventuali carenze nutrizionali o di intolleranze alimentari è sempre un elemento da non sottovalutare: grazie all’efficacia del test kinesiologico è possibile valutare con precisione le esigenze dell’organismo, al di là delle convizioni che spesso condizionano il nostro rapporto col cibo.

L’azione diretta del massaggio su aree specifiche o la stimolazione di determinati “centri” nervosi stimola la produzione di sostanze biochimiche come le endorfine ed alcuni mediatori cerebrali implicati nei processi fisiologici antidolorifici. In queste tecniche lo scopo è quello di ristabilire un equilibrio adeguato laddove lo stato di malessere ha alterato le correnti energetiche dell’organismo. Secondo la visione energetica, nella cefalea si verifica un ristagno o accumulo energetico nella parte alta del corpo e nella testa, che deve essere quindi ridistribuito nell’intero corpo attraverso uno spostamento o canalizzazione dell’energia verso il basso, le spalle, il tronco e gli arti, fino ai piedi.

Ricorrere a tecniche di rilassamento psico-fisico, che interrompono lo stato di tensione e l’azione dei fattori di stress, producendo una sensazione di sollievo ed arrivando anche a debellare il dolore, è spesso un primo passo molto importante, da non sottovalutare.

Va comunque considerato che spesso, un lavoro di rilassamento somato-emozionale effettuato dal kinesiopata specializzato attraverso particolari “tocchi” in zone ben precise del corpo, si rende necessario per il buon fine della terapia stessa. Nella nostra esperienza clinica, le tecniche di cranio-sacral repatterning permettono di ridurre le influenze che bloccano l’espressione armonica del corpo, rispettando le esigenza di delicatezza e cura che richiedono certi aspetti associati allo stress, permettendo una progressiva riduzione della rigidità e del dolore.

Il cranio-sacral repatterning permette di intervenire in modo efficace sull’area sub-occipitale tramite una tecnica di sblocco specifica: la presenza di schemi tensivi consolidati che agiscono su importanti terminazioni nervose (nervo vago, accessorio spinale, glosso-faringeo, nervi occipitali,…) o componenti vascolari, richiede una particolare perizia e abilità. I traumi, le paure e le tensioni presenti in quest’area possono essere liberati, permettendo un significativo cambiamento della qualità di vita di chi soffre di cefalea muscoio-tensiva.