dipsomania

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ciò che il povero chiama ubriachezza, il ricco chiama dipsomania„ racconta un detto popolare spagnolo; dal greco δίψα (dípsa → sete) e μανία (manía → mania): desiderio irresistibile, impulso incontrollabile, pulsione di bere alcolici, caratterizzato da un’attrazione accessuale, violenta, improvvisa che si concretizza nel bere freneticamente, senza capacità di controllo, e si arresta solo con l’ebbrezza più completa. Il dipsomane si distingue dall’etilista perché, nei periodi di benessere, può anche essere astemio o avere persino ripugnanza per gli alcolici; è una condizione morbosa che esplode a crisi e si manifesta in modo periodico e intermittente o sporadico. Durante gli accessi il dipsomane, che può essere un etilista abituale o anche un nevrotico non etilista, sente un imperioso desiderio di bere alcolici, in genere come conseguenza di shock emotivi; di solito la fase critica è preceduta da sintomi premonitori, della durata di giorni o di qualche settimana, come stanchezza, melanconia, apatia, inappetenza, insonnia o, più in generale, sono da malessere somatico e psichico, con senso di malcontento ed inquietudine. Spesso è associata a stati d’eccitazione/esaltazione, distimie, crisi maniacali, psicosi affettive.

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