ultimo aggiornamento: 12 Maggio 2020 alle 14:48
definizione
L’interpretazione della natura delle sensazioni costituisce uno dei temi più dibattuti dalla storia della filosofia e della gnoseologia: la connessione con la realtà, per l’essere umano, si esplica attraverso la sensazione, indipendentemente dal fatto che quest’ultima determini una reale consapevolezza di ciò che accade, anche se non è possibile parlare di sensazioni senza parlare di percezioni. Se queste ultime possono essere definite come il risultato del processo di acquisizione delle informazioni, per mezzo di strutture nervose specializzate, le sensazioni sono l’elaborazione del percepito, cioè l’integrazione ed il rimaneggiamento delle informazioni che il nostro sistema nervoso coglie nell’ambiente, sia esso interno od esterno: rappresentano il divenire consci di una modificazione dell’essere o del suo contesto, prodotta da uno stimolo, indipendente dalla volontà soggettiva di ottenerne la consapevolezza.
L’etimologia, in questo caso non solo non ci aiuta a comprenderne il significato, ma forse ci confonde: il termine deriva dal latino medioevale sēnsātiō, che origina a sua volta da sensus ossia “senso“: gli organi di senso non sono null’altro che recettori specializzati che fungono da strumenti attraverso cui “conosciamo” e sperimentiamo l’ecosistema che ci circonda e che ci permettono di percepire le sue variazioni, gli stimoli ambientali; ; in genere si tende ad usare il termine sensazione riferendosi in particolare all’atto di ascoltare, annusare, assaggiare, toccare per avvertire e intendere il suono, per cogliere l’odore, il sapore, le qualità tattili, sottolineando la capacità di essere in grado di riconoscere e giudicare.