come può essere uno stupido
definito acuto?
… allo stesso modo, la cosiddetta “terapia ormonale sostitutiva” non può che essere definita una forma retorica, un’antitesi logica … è forse la fine dell’ “Era degli Estrogeni”?
Cecilia Wright, nel 1966, sosteneva che “milioni di donne assumono estrogeni nella convinzione che ciò le mantenga giovani, mentre ci sono dati comprovati che dimostrano che esiste un pericolo reale che queste sostanze minaccino la loro sopravvivenza”.
Come molti fra noi hanno sperimentato sulla propria pelle o su quella dei propri cari, esiste un legame incestuoso fra una parte dell’establishment medico-scientifico e le industrie farmaceutiche. Non solo queste ultime finanziano le ricerche e pubblicano, spesso, solo quelle vantaggiose per i propri fini, ma l’informazione alla classe medica viene spesso veicolata attraverso informatori farmaceutici.
Per decenni si è detto, alle donne, che la terapia sostitutiva ormonale avrebbe protetto il loro cuore e mantenuto la loro giovinezza: eppure esistono evidenze che dimostrano che tale forma di terapia potrebbe ucciderle. Nel luglio 2002 il “Journal of American Medical Association” ha pubblicato i risultati di uno studio di ricerca compiuto su più di 16.000 donne volontarie in buona salute (un numero particolarmente significativo da un punto di vista statistico), d’età compresa fra i 59 ed i 79 anni. Tale gruppo è considerato normalmente non particolarmente a rischio sia per lo sviluppo di malattie cardiache, sia per lo sviluppo di tumori mammari.
I risultati hanno, in un certo senso, dell’incredibile: embolie polmonari, infarto ed ictus si sono dimostrati da subito aumentati significativamente. Per non parlare dell’aumento, ugualmente indicativo, della frequenza del cancro al seno. Quello che forse, paradossalmente, è ancora più rilevante, è il fatto che quest’ultimo studio ha “riportato a galla” almeno altri 28 studi precedenti che confermavano direttamente o indirettamente i risultati raggiunti in cinque anni di ricerche.
menopausa: un processo fisiologico
Il naturale processo d’invecchiamento, nella donna, comporta invariabilmente una riduzione dell’attività ovarica con conseguente cessazione del rinnovamento che il processo mestruale produce sull’utero e sull’intero organismo. Gli ormoni ipotalamici, responsabili del ciclico processo d’attivazione delle ovaie, non sono più in grado di svolgere il loro lavoro: l’ormone Follicolo-Stimolante (FSH) non è in grado di stimolare l’ovaio a produrre follicoli contenenti ovuli fertili con conseguente diminuzione degli estrogeni circolanti; non essendovi più l’attivazione follicolare l’ormone luteinizzante (LH) non provoca la formazione del corpo luteo con mancata produzione del progesterone.
La modificazione dei rapporti ormonali può comportare una serie di ripercussioni sull’organismo femminile, con sintomi che possono manifestarsi in maniera rilevante e precoce, dando luogo alla cosiddetta “sindrome climaterica”.
Innanzi tutto è utile ricordare che tale quadro sintomatologico può variare notevolmente da soggetto a soggetto e che in genere colpisce solamente una parte limitata delle donne nel periodo della menopausa. Nonostante questo fenomeno sia più limitato di ciò che si vuole far credere, chi ne subisce l’influenza può vedere la propria qualità di vita significativamente influenzata.
Il complesso equilibrio ciclico che si esprime nel periodo fertile fra gli estrogeni, il progesterone ed il testosterone (ormone maschile comunque prodotto dal corpo della donna), dopo lo sviluppo del climaterio si altera non solo in termini di produzione, ma anche come conseguenza di una modificata recettività dei tessuti e dei processi d’escrezione. Gli ormoni prodotti nel ciclo mestruale sono altresì prodotti dalle ghiandole surrenali, interagendo e combinandosi nel complesso processo di equilibrio delle informazioni ormonali, potendo risentire significativamente dell’azione degli stress, delle tossine ambientali o delle alterazioni nutrizionali.
Molte donne, ben prima del periodo della menopausa, sperimentano fenomeni assimilabili a quelli climaterici: è evidente che la modificazione degli equilibri ormonali possa dare luogo a manifestazioni significative in quest’età critica per la donna.
menopausa: sintomi e manifestazioni
I sintomi possono essere divisi in due grandi categorie: manifestazioni vasomotorie e sintomi neurovegetativi. Fra le prime assumono molto spesso un valore rilevante le vampate di calore, la sudorazione improvvisa e le palpitazioni.
La vampa di calore è un’improvvisa sensazione di intenso calore (che in genere dura pochi minuti) che interessa per lo più la parte superiore del corpo e si manifesta improvvisamente in diversi momenti del giorno o della notte. Talvolta si accompagna a palpitazioni, e può essere seguita da una profusa sudorazione. In alcuni casi, quando insorge nelle ore notturne, la vampata può essere responsabile di un’interruzione del sonno ed alcuni studi hanno messo in evidenza come, nelle donne in cui tali sintomi sono più spiccati, si abbia una profonda turbativa del riposo notturno con riduzione della fase REM del sonno. Ciò è in parte alla base o amplifica i sintomi neurovegetativi eventualmente associati quali ansia, irritabilità, astenia e talora modificazioni del tono dell’umore in senso depressivo.
I sintomi neurovegetativi possono essere ricondotti, sostanzialmente alle modificazioni del tono dell’umore: ansia, irritabilità, senso di stanchezza persistente e depressione possono manifestarsi, anche se è bene ricordare che tali stati di malessere spesso sono preesistenti o sono condizionati da situazioni proprie di questa fase della vita, quali l’abbandono del nucleo familiare da parte dei figli, la cessazione dell’attività lavorativa, la mancanza di accettazione del processo d’invecchiamento o il senso di sterilità derivante dalla “inutilità di non essere più fertile”.
Dopo un periodo di tempo variabile da pochi mesi ad alcuni anni dal momento della menopausa possono insorgere disturbi del tratto urogenitale quali bruciori, prurito, secchezza vulvo-vaginale, vaginiti ricorrenti, dolore durante i rapporti sessuali, incontinenza urinaria. Questi disturbi sono la risultante di processi degenerativi che interessano gli organi genitali e i tessuti connettivi di sostegno e sono dovuti in parte al venir meno dell’azione trofica del complesso estro/progestinico ed in parte all’involuzione fisiologica legata all’età. L’epitelio vaginale subisce, infatti, profonde modificazioni che alterano l’ambiente vaginale e predispongono all’insorgenza di vaginiti recidivanti. Inoltre i tessuti connettivi propri della vagina subiscono anch’essi una serie di modificazioni che portano ad una vera e propria riduzione del lume vaginale.
Anche la cute risente dell’azione degli estrogeni ed il loro squilibrio conseguente alla menopausa determina una modificazione sia dell’epidermide sia del derma, con assottigliamento e riduzione della componente elastica, che nel tempo si manifesta con secchezza e comparsa di rughe. Paradossalmente si osservano fenomeni di ritenzione idrica con disidratazione dei tessuti.
menopausa – estrogeni …
… Sindrome Premestruale:
la terapia ormonale sostitutiva
è indispensabile?
Innanzi tutto, ancora oggi, la terapia ormonale sostitutiva non viene presentata come un intervento potenzialmente utile in alcuni soggetti ma in grado di avere effetti nefasti sulla salute della donna. Spesso, anzi, è mostrata come una sorta di panacea per ritardare la menopausa o i suoi effetti indesiderati a livello estetico o sessuale. Addirittura alcuni medici o specialisti esercitano un sottile ricatto psicologico sulle proprie pazienti, facendole sentire anormali o in colpa se non utilizzano tali farmaci, pur guardandosi bene dall’informarle dei potenziali rischi.
Indubbiamente in un indicativo numero di donne che manifestano sintomi di tipo vasomotorio o neurovegetativo, l’uso di estrogeni induce una riduzione delle manifestazioni delle vampe di calore e secchezza vaginale, anche se spesso è accompagnato da aumento ponderale, ritenzione idrica, alterazioni del tono dell’umore e irritabilità. È interessante notare che tali effetti collaterali ricordano significativamente la cosiddetta “Sindrome pre-mestruale”, un fenomeno sempre più diffuso anche fra le teen-agers, caratterizzato dalla “dominanza estrogenica” alla presenza di scarso progesterone.
L’eccessiva enfasi posta dai ricercatori sugli estrogeni ha posto in ombra, infatti, il ruolo che il progesterone svolge nel metabolismo della donna: mentre gli estrogeni (non contrastati dall’azione del progesterone) tendono a creare un’irritabilità del sistema nervoso, quest’ormone (se non sintetico) svolge un’azione normalizzante sul tono dell’umore. L’azione degli estrogeni di sintesi, inoltre, è ampiamente confermata dall’osservazione delle donne che utilizzano le pillole contraccettive. Ritenzione idrica ed aumento della coagulabilità sanguigna sono i precursori della tendenza alla formazione di ipertensione, ictus ed infarto.
L’azione preventiva sulla osteoporosi, oggi, è messa in discussione in quanto, in studi a lungo termine, si è verificato che l’azione di riduzione della massa ossea non è in realtà rilevante.
dominanza estrogenica
Il problema, dal punto di vista biochimico, è, in realtà, molto più complesso: nei delicati equilibri del sistema ormonale entrano in gioco, spesso, molti attori e differenti fattori in grado di condizionare l’equilibrio globale del sistema. Anche se fino ad ora abbiamo parlato genericamente di estrogeni, gli appartenenti di questa famiglia sono vari e svolgono differenti azioni a livello corporeo. Indipendentemente dalla loro quantità totale, risulta importante il rapporto esistente fra questi steroidi e gli altri ormoni quali il DHEA, l’androsterone, il testosterone e il progesterone.
Come abbiamo già anticipato molti sintomi della menopausa, presenti anche nella sindrome premestruale, sono riconducibili ad un alterato equilibrio fra le componenti estrogeniche ed una prevalenza di queste rispetto agli altri ormoni; in particolare, la carenza relativa o assoluta di progesterone è, spesso, il fattore chiave. Il limite della terapia estrogenica sostitutiva, oltre agli indubbi effetti collaterali ed ai rischi intrinseci, è la presenza di eccessivi effetti collaterali nell’integrazione con progestina (progesterone sintetico).
Gli ormoni prodotti dalle ovaie sono ugualmente prodotti dalle ghiandole surrenali che, a differenza di queste, risentono significativamente degli stress corporei. Inoltre, a livello dei tessuti, gli ormoni steroidei condividono recettori comuni con gli ormoni tiroidei, la vitamina D3 e alcune forme di vitamina A.
L’effetto degli ormoni tiroidei sul tono dell’umore è noto, come sono note le interazioni fra estrogeni sintetici (quali l’etinilestradiolo), antiandrogeni (come il ciproterone acetato) e le alterazioni del tono dell’umore e del comportamento. Oltre agli ormoni prodotti dal nostro corpo, varie sostanze chimiche prodotte dall’uomo, definite xenoestrogeni, come alcuni tipi di pesticidi, possono interagire col delicato equilibrio del sistema ormonale, influenzando le manifestazioni climateriche.
quando il corpo reclama carezze…
Abbiamo già accennato al fatto che non solo le componenti biochimiche incidono sul manifestarsi dei sintomi associati al climaterio. La nostra esperienza di operatori delle discipline bio-naturali ci ha mostrato come molto spesso la somatizzazione degli stress accumulati negli anni ed i disagi associati a questo periodo di transizione, rivestano un ruolo altrettanto importante.
Inoltre, molti sintomi, sono spesso associati a mancanze di alcuni specifici sali minerali o vitamine che, per vari motivi, tendono a divenire carenti, come conseguenza della modificazione ormonale. Le alterazioni del tono dell’umore sono spesso accompagnate da uno stato di tensione generalizzato, se non incrementate dallo stesso: l’interazione fra le alterazioni ormonali della menopausa, lo squilibrio che frequentemente si crea a livello della tiroide come fenomeno contestuale e i neuropeptidi dello stress crea un cocktail che amplifica le manifestazioni depressive.
Nelle donne trattate attraverso l’uso di tecniche di cranio-sacrale e la stimolazione di riflessi neuro-vascolari, si osserva generalmente un’efficace riduzione della sintomatologia ansiosa. Sotto stress si osserva invariabilmente una modificazione della circolazione sia nei tessuti periferici, sia a livello del sistema nervoso centrale; la riduzione della vascolarizzazione a livello del sistema nervoso provoca una progressiva riduzione della capacità di risposta neurologica agli stimoli, facilitando fenomeni d’irritabilità. In altre parole si diventa ipersensibili agli stimoli (che ognuno di noi considera “nocivi” o “pericolosi”) e si tende ad iper-reagire, innescando un circolo vizioso del tipo stress-reazione-stress.
L’effetto sull’organismo, oltre all’aumento della pressione sanguigna, all’alterazione della vascolarizzazione dell’apparato gastro-intestinale (con il conseguente cattivo funzionamento), spesso si esplica sul metabolismo degli estrogeni a livello sia della produzione (ghiandole surrenali) che dell’escrezione (fegato). La modificazione dei flussi sanguigni periferici comporta un cambiamento nel territorio di distribuzione degli estrogeni stessi all’interno dei tessuti corporei, con il conseguente mutamento della biochimica e dell’azione sui recettori periferici.
Le tecniche di riattivazione neuro-vascolare facilitano il ritorno dell’organismo ad uno stato di maggiore apertura e di vasodilatazione, favorendo, da un lato, il corretto metabolismo, dall’altro una regolarizzazione delle reazioni del sistema nervoso con conseguente senso di maggiore benessere, miglior qualità del sonno e normalizzazione delle reazioni comportamentali alle situazioni di stress.
La presenza di restrizioni o di blocchi del sistema cranio-sacrale è frequente, alla presenza di sintomatologia menopausale accentuata. Una manifestazione che abbiamo spesso identificato in donne con sintomi evidenti, è il blocco del complesso temporale/parietale: la limitazione del normale movimento dell’osso temporale si associa, frequentemente, a manifestazioni emotive ed influenza l’espressione armonica del sistema cranio-sacrale stesso.
La “Sindrome del Parietale” è caratterizzata dalla restrizione dell’osso parietale a livello della sua articolazione con l’osso temporale ed è associata frequentemente al blocco della sutura sagittale; si manifesta con sintomi spesso polimorfi e bizzarri, quali febbricola, alterazioni gastro-intestinali, stanchezza cronica, dolori articolari e muscolari ed altre manifestazioni aspecifiche. Il blocco della sutura sagittale comporta alterazioni della funzionalità respiratoria, non patologiche ma significative. La riattivazione del libero fluire dell’energia rigeneratrice del sistema cranio-sacrale permette una maggiore capacità da parte del corpo di fronteggiare il momento di cambiamento associato al climaterio, riducendone gli effetti negativi.
la via naturale:
i fito-estrogeni ed il progesterone naturale
Premesso che molti sintomi legati alla menopausa non sono dipendenti esclusivamente o direttamente dall’alterazione del livello estrogenico, esistono in natura molte piante che contengono sostanze ad attività estrogenica. A differenza degli ormoni di sintesi, che tendono ad indurre un’iperattività estrogenica e reazioni anomale nell’organismo, i fitoestrogeni sono in grado di attivare i recettori estrogenici con una blanda azione stimolante e di competere con gli estrogeni “troppo” attivi per l’organismo. La loro azione è comprovata dall’uso di milioni di persone che utilizzano queste sostanze nell’alimentazione quotidiana.
Un esempio di queste sostanze sono sicuramente gli isoflavoni della Soia (Genistina, Genisteina, Daidzina, Daidzeina, Glicitina, Gliciteina): sono reperibili in abbondanza nell’alimentazione delle popolazioni asiatiche ed africane, che mostrano scarsa sintomatologia legata alla menopausa o al periodo di transizione verso di essa, ridotta incidenza di malattie cardiovascolari o di cancro al colon, al seno o alla prostata.
In vari studi su donne in menopausa, l’uso degli isoflavoni ha ridotto significativamente l’insorgenza di caldane, ha dimostrato di essere in grado di prevenire significativamente la perdita di tessuto osseo, di ridurre il livello di colesterolo totale e di trigliceridi. Gli isoflavoni della soia sono caratterizzate da proprietà antiossidanti, in grado di prevenire i fenomeni di perossidazione del colesterolo LDL e di proteggere i tessuti dal danno cellulare ossidativo, altre a svolgere un’azione di salvaguardia sui vasi sanfuigni.
Nelle donne in menopausa la soia è in grado di ridurre le vampate di calore, modifica i picchi ormonali di FSH e LH ed incrementa il contenuto in minerali e la densità del tessuto osseo, poiché possono agire sia come agonisti sia come antagonisti degli estrogeni. Appare del tutto evidente come tali proprietà possano essere d’assoluto rilievo per il trattamento dei problemi legati alla menopausa in donne con forme patologiche croniche quali aterosclerosi e l’osteoporosi, nonché nei soggetti a rischio oncologico.
I fitoestrogeni della soia sono capaci di agire come agonisti (estrogeni) od antagonisti (antiestrogeni) in dipendenza dalla concentrazione di fitoestrogeni e di estrogeni steroidei. Tutti i sintomi menopausali (caldane, sudorazione, nervosismo, insonnia) subiscono l’azione benefica dei fitoestrogeni, avendone una drastica riduzione. Grazie alla loro proprietà agonista/antagonista, si guarda agli isoflavoni come a dei modulatori selettivi dei recettori degli estrogeni (SERMs) alla stregua del tamoxifene, farmaco anticancro, e del raloxifene, nuovo farmaco antiosteoporosi. In ogni caso, alcuni dei più importanti benefici degli isoflavoni possono non avere nulla a che fare con le loro deboli proprietà estrogeniche, poiché essi sono più che dei fitoestrogeni.
Altre piante quali l’Angelica Sinensis, Cimifuga Racemosa, Disorla Villosa, Vite Agnocasto, Rubus Idaeus, Trifolium Pratense, solo per citarne alcune, svolgono un’azione simile a quella degli estratti della soia. In questo delicato equilibrio, i precursori naturali del progesterone, assumono un ruolo fondamentale. Nella nostra esperienza clinica, abbiamo notato che molte nostre clienti hanno trovato beneficio dall’uso di complessi contenenti alcuni di queste sostanze. In particolare gli effetti più significativi si sono riscontrati nell’uso del Dong Quai Complex o nel Total Female® e Total Protect® (Nutri-West® Italia).
Il primo (Dong Quai Complex® è caratterizzato dall’azione sinergica dell’Angelica Polimorfa, Avena Sativa, Cimifuga Racemosa e Vitex Agnus-Castus in associazione con Magnesio, Vitamina B1, Vitamina B6, Vitamina E. Si riconoscono ad alcuni principi attivi contenuti in particolare nell’Agnocasto un’azione specifica sul lobo anteriore dell’ipofisi, con conseguente aumento della secrezione dell’ormone LH e riduzione della produzione di FSH; l’uso continuativo induce un riequilibrio estro-progestinico con incremento dell’attività progestinica. Un’azione simile è svolta, anche se con una composizione differente dal Total Female®.
Il Total Protect® svolge la sua azione maggiormente sul versante periferico, intervenendo nel metabolismo estrogenico, grazie all’azione degli isoflavoni della soia ed alcuni derivati dalle crocifere che sono in grado di agire sia sulle trasformazioni intermedie degli estrogeni, sia sul metabolismo finale a livello epatico.
ottimizziamo la nostra biochimica
L’utilizzo di tecniche kinesiologiche ci ha permesso di maturare una rilevante esperienza nell’identificare eventuali carenze nutritive; l’utilizzo di punti riflessi organici in associazione con il test muscolare ci ha permesso di identificare l’inadeguatezza delle riserve organiche di alcuni sali minerali o vitamine, nelle manifestazioni di disagio associate al climaterio.
L’apporto di calcio e magnesio si rivela spesso un fattore decisivo per ottenere un rilevante mutamento nella sintomatologia: la loro azione sinergica induce nel corpo varie modifiche positive, fra cui un maggior rilassamento muscolare e un miglior funzionamento del sistema nervoso. L’abitudine di suggerire alle donne in menopausa di assumere calcio in funzione di una (discutibile) azione preventiva sull’osteoporosi, tende a creare una mancanza relativa di magnesio, favorendo stati infiammatori, sintomatologie assimilabili a quelle menopausali o della sindrome premestruale alterazioni delle ghiandole surrenali con squilibri del sistema ormonale.
L’uso di sali quali il magnesio fosfato, meglio se in combinazione con solfati, fosfati o fluorurati di calcio, si rivela utile nel ridurre le manifestazioni di disagio. Occorre, in ogni caso, tener presente che i sali minerali, se utilizzati in eccesso o impropriamente possono creare problemi; le forme ottimali di assunzione, sia per l’assorbimento sia per l’azione bilanciata sia svolgono, si sono rivelate quelle colloido-osmotiche come, ad esempio, quelle presenti nei celloids®. Il profilo nutrizionale si rivela uno strumento utilissimo per identificare le soluzioni ottimali in presenza di carenze alimentari, permettendo di personalizzare l’eventuale integrazione alimentare.