intolleranze ed allergie latenti:
artefici subdoli e celati dei nostri disagi
Da sempre le cosiddette Medicine Non Convenzionali, una volta chiamate Alternative forse a ragione, hanno considerato il cibo sia un fattore determinante nel mantenimento del benessere, sia un vero e proprio medicamento, uno strumento fondamentale per la riconquista del proprio benessere. Pur non conoscendo le basi biochimiche che la moderna ricerca tende ad isolare negli alimenti, il recupero di tradizioni terapeutiche popolari ha permesso ad una “medicina popolare” (definita spesso dall’entourage medico come “credenze popolari”) di utilizzare gli alimenti come strumento di prevenzione delle malattie. Possiamo affermare che anzi, talvolta, lo stravolgimento delle abitudini nutrizionali, sull’onda di falsi miti alimentari o su suggerimenti medici più basati sulle pressioni delle industrie che su reali motivazioni salutari, è stata responsabile di malattie e situazioni predisponenti il formarsi di patologie. Alcuni esempi relativi al nostro paese sono l’introduzione delle margarine a scapito dell’uso dell’olio d’oliva o l’invito ad abbandonare la “dieta mediterranea” a favore di un maggior consumo di carni e derivati animali. Sempre seguiti, dopo anni, dal disconoscimento di quanto suggerito e dalla rivalutazione delle abitudini precedenti.egli ultimi anni si è potuto osservare un notevole aumento di interesse nei confronti dell’alimentazione. Sia il grande pubblico, sia i media, sia gli stessi medici stanno ponendo sempre maggiore enfasi sull’importanza che la nutrizione riveste nell’economia della salute. Sempre più ricerche “scientifiche” cercano di appurare quali fra i costituenti generi alimentari possono svolgere un ruolo “anti-“ o, per lo meno, una funzione protettiva nei confronti di patologie o disturbi che affliggono la popolazione.
A volte, però, anche due mondi così apparentemente distanti, possono avere visioni similari. Nella letteratura medica viene descritta una malattia definita “Sprue” o “Morbo Celiaco”: le persone affette da questa grave patologia, soprattutto nelle forme gravi, sono affetti da malesseri e sintomatologie che possono portare a rilevanti ritardi di sviluppo o del comportamento, fino ad essere la causa di morte precoce, se il problema non è identificato precocemente nei bambini affetti.
Il Morbo Celiaco propriamente detto è una malattia determinata da fattori genetici, immunitari ed ambientali; è caratterizzata da sindrome da malassorbimento, da parte del digiuno (Intestino Tenue), che viene danneggiato da lesioni caratteristiche della mucosa che causano un’atrofia dei villi intestinali. La malattia, nella sua forma propria è trasmessa geneticamente.
Il difetto primario di questa sindrome è un’intolleranza, da parte del corpo (in particolare da parte della mucosa intestinale), nei confronti del glutine, contenuto nella maggioranza delle graminacee, in particolare nel frumento, nella segala, nell’orzo e nell’avena. Spesso queste persone possono mostrare anche un’intolleranza nei confronti dei latticini.
I sintomi classici di questa malattia sono la presenza di steatorrea ed alterazioni nell’assorbimento degli alimenti, accompagnati da dimagramento e forme anoressiche, perdita di peso, crampi addominali, congiunti a debolezza, anemia e gonfiori diffusi. Talvolta le manifestazioni sono accompagnate da dermatiti ed eczemi, pruriti localizzati, spesso a livello dei gomiti, delle ginocchia, delle spalle e delle natiche, o nelle pieghe del derma.
Gli studi medici hanno permesso di evidenziare che nel corso di questa malattia, che non sempre ha esordio infantile, si sviluppa una “allergia” nei confronti di alcuni componenti del glutine, quali la gliadina, che innesca un fenomeno di reattività nei confronti della mucosa intestinale. Si crea, cioè, una sorta di “confusione” del sistema immunitario che tende ad aggredire un normale componente corporeo, “scambiandolo” per glutine. Il corpo sviluppa anticorpi nei confronti delle proteine dell’endomisio (rivestimento) dei muscoli lisci, presenti anche sotto la mucosa intestinale, favorendo il processo di distruzione dei villi intestinali stessi.
Bisogna ricordare che il Morbo Celiaco non è una vera e propria allergia poiché non compaiono segni tipici delle reazioni allergiche (quali l’aumento delle IgE o la reazione agli antistaminici) e tende ad avere, nelle forme comuni e meno gravi, un andamento subdolo, lento ed insidioso, è correlata all’assunzione di graminacee contenenti gliadina, ma anche proteine a ricco contenuto di prolina e glutammina (amminoacidi), quali secalina (segale), ordeina e avenina (orzo). È molto importante ricordare che il riso (con l’oryzeina) e il granturco (con la zeina), pur essendo graminacee, non inducono tali reazioni.
La “confusione immunologica” che induce il corpo a reagire verso proprie proteine, confondendole con sostanze estranee al nostro organismo, avviene più frequentemente di quanto si pensi ed è un fenomeno comune ad alcune malattie; non solo la ben nota “Malattia Reumatica”, ma molte delle cosiddette malattie autoimmuni spesso mostrano caratteristiche di questo tipo. La similitudine fra alcune parti della molecola crea un errato comportamento da parte del nostro sistema difensivo.
Non è lo scopo di questo articolo approfondire le caratteristiche della sprue, quanto quello di portare all’attenzione il fatto che sempre più spesso si identificano forme silenti o scarsamente attive. La celiachia, intesa come tendenza al Morbo Celiaco, è un fenomeno molto più diffuso di quanto si ritenesse in passato. La ricerca di anticorpi anti-endomisio, come screening di massa nell’ambito di progetti di ricerca, ha evidenziato che questa forma “allergica”, potenzialmente dannosa per la mucosa intestinale, è relativamente frequente, anche se spesso non si mostra in forma conclamata e, pertanto, non viene diagnosticata e identificata.
Alcune ricerche molto recenti (fra cui quelle svolte dalla Clinica Pediatrica dell’Università di Trieste) hanno messo in correlazione tali forme di celiachia misconosciuta non solo con lo sviluppo di malattie autoimmuni, in particolare tiroiditi, ma, soprattutto, con lo sviluppo di forme di diabete.
Malesseri aspecifici, quali debolezza inspiegabile, disturbi intestinali non meglio definiti, “coliti” e sindrome del colon irritabile ma anche anemie, dolori articolari, manifestazioni pruriginose cutanee, malattie della pelle, alterazioni ginecologiche, denti rigati od unghie incurvate fino a manifestazioni di osteoporosi, forme di depressione o epilessia potrebbero essere ricondotte, in tutto o in parte, a forme di celiachia latente.
Interessante notare che parte di questi sintomi sono comuni a Diabete, Celiachia, Sindrome da Fatica Cronica, ma anche a quelle forme che, come kinesiopati, definiamo “Leaky Gut Sindrome” (sindrome dell’intestino permeabile) e Sindrome della Valvola Ileo-Cecale.
L’intestino Tenue ha un compito fondamentale nell’organismo: quello di “scegliere” i costituenti degli alimenti a noi necessari, assorbendo zuccheri, proteine (scisse in amminoacidi o di- e tripeptidi), grassi, ma anche vitamine, sali minerali ed altre sostanze vitamino-simili, indispensabili per la vita. L’irritazione cronica delle pareti intestinali provocata da questa particolare forma di intolleranza, riduce fortemente la capacità di assorbimento di queste essenze vitali. Anche in assenza di forme conclamate, che non provochino macroscopiche carenze, si può assistere, nel tempo, a deplezione delle nostre riserve di vitamine e sali minerali, in particolare di mancanza di Vitamina B12, Vitamina D e di sali minerali quali magnesio, potassio e zinco.
Gli effetti della Vitamina B12 nella formazione dei globuli rossi sono ben noti: la sua carenza crea una malattia denominata anemia megaloblastica; non tutti però conoscono l’importanza di questa vitamina per altri sistemi corporei; una sua carenza può causare fenomeni di infiammazione delle vie nervose, favorendo l’insorgere di sintomatologie dolorose, e favorire forme depressive o alterazioni dell’umore. La sua presenza è indispensabile, assieme all’acido folico, poiché interviene in numerosi processi metabolici, giocando un ruolo critico nel metabolismo energetico, nelle funzioni immunitarie e nella produzione di RNA/DNA; svolge il ruolo di donatore di gruppi metilici nei processi di disintossicazione organica, nel metabolismo dei grassi delle proteine e degli zuccheri, e nella gestione dei livelli di omocisteina.
Nella nostra pratica clinica abbiamo osservato che i soggetti che presentano forme di celiachia lieve, spesso, hanno anche difficoltà digestive: riteniamo che l’incompleta funzionalità gastro-duodenale sia corresponsabile delle difficoltà di assorbimento e del processo di infiammazione del digiuno. L’alterata funzionalità gastrica, dovuta alla ridotta secrezione enzimatica e dell’acido, rende difficoltoso l’assorbimento della vitamina B12, del ferro e di tanti cofattori fondamentali della nutrizione.
L’alterato assorbimento di calcio e magnesio, oltre a consegnare a sindromi carenziali a livello osseo, alterazioni della dentizione e ungueali, crea problemi sia sulla trasmissione nervosa, sia sul metabolismo energetico, sia sulla contrazione muscolare. L’alterata risposta muscolare oltre a creare sensazioni di affaticamento è caratterizzata da contrazioni prolungate con formazione di crampi: dolori mestruali ad andamento crampiforme, ma anche “coliche intestinali” possono andare incontro a notevoli miglioramenti, quando si corregge la carenza di magnesio. Il potassio assume un ruolo particolarmente importante nel funzionamento dei tessuti contrattili e nervosi ed è il sale minerale principale a livello cellulare: quando integrato tramite sali di fostato di potassio (meglio se in combinazione con fosfato di magnesio), si osserva un generico miglioramento dello stato generale della persona, non solo sul versante muscolare, ma, anche, a livello di prontezza di risposta e di apprendimento, oltre che nel tono dell’umore. Allo zinco, infine, viene riconosciuta una notevole importanza nei processi immunitari e cicatriziali, ma svolge un ruolo fondamentale anche nel metabolismo energetico a livello cellulare.
La relazione fra la carenza di detti sali minerali e le sindromi celiachiformi deriva dal fatto che, pur in presenza di notevoli quantità di questi sali nell’alimentazione, od al ricorso di integratori alimentari, l’infiammazione del tessuto intestinale ne previene drasticamente l’assorbimento, rendendo la sintomatologia subdola e insidiosa. Infatti, il processo infiammatorio e degenerativo della parete del digiuno (e, parzialmente, dell’ileo) comporta non solo un’apertura delle giunzioni cellulari con amplificazione del processo irritativo della parete, ma ance un appiattimento della parete intestinale e forme di atrofia, con scomparsa dei villi intestinali.
Pur non conoscendo i meccanismi biologici e biochimici alla base del funzionamento corporee, la Medicina Naturale, rifacendosi a conoscenze arcaiche basate sull’osservazione e su esperienze millenarie, da sempre ha parlato di forme di intolleranza alimentare, riconoscendo una stretta relazione fra cibo e benessere e identificando una diretta dipendenza fra i nutrimenti e il funzionamento del nostro corpo. L’intolleranza nei confronti degli alimenti cera fenomeni di auto-intossicazione che inducono lo sviluppo delle malattie: per assurdo, pur vivendo nella società dell’abbondanza, la combinazione fra stress e carenze specifiche diventa, forse, la prima causa di morte.
I mezzi diagnostici a disposizione della Medicina Naturale, in cui si riconosce la Kinesiopatia, sono estremamente difformi dal concetto di diagnosi proposto dalla Scienza: spesso non sono in grado di definire quantitativamente un problema, non sono in grado di stabilire con precisione quali siano le alterazioni biochimiche o fisiche dei tessuti, non posseggono strumenti che leggono nel corpo o analisi della chimica del sangue. Lo scopo della diagnostica energetica è profondamente difforme da quello della medicina Scientifica. La diagnostica energetica è una ricerca clinica e semeiotica, è l’arte di leggere quei segni che indicano le reazioni del corpo nei confronti di uno stress, di un elemento stressogeno: il Kinesiopata, il praticante di Kinesiologia Transazionale, attraverso la sua visione unitaria, mira ad individuare se il corpo, nel suo insieme, subisce un’alterazione “energetica”, con conseguente degenerazione dello stato di benessere generale.
In particolare, attraverso il test muscolare, utilizzato dalla Kinesiologia Transazionale, è possibile verificare l’influenza che gli alimenti hanno sul nostro corpo. Senza nessuna pretesa di scientificità, essendo il test muscolare assolutamente soggettivo, il terapista riesce ad individuare quelle sostanze che, indipendentemente dal fatto che risultino positive o negative ad analisi più scientifiche, creano un disequilibrio. Quando il corpo entra a contatto con un alimento potenzialmente “allergogeno”, il sistema corporeo reagisce mostrando uno stress che si evidenza attraverso l’incapacità da parte di un muscolo sottoposto ad uno stimolo specifico, di rispondere in maniera adeguata. Onestamente, in qualità di Kinesiopati, non sappiamo se effettivamente esistono fenomeni allergici in atto, e non ci interessa nemmeno: quello che noi evidenziamo, attraverso il test muscolare, è che il corpo non riesce a gestire in modo appropriato l’alimento (o qualunque altra sostanza). A volte il corpo non riesca a gestire non solo il contatto con tale sostanza, ma addirittura il pensiero di quell’elemento, essendovi componenti emotive associate.
Negli ultimi anni, grazie al lavoro svolto di raccolta dati e comparazione dei risultati, abbiamo raggiunto la certezza che esistano significative corrispondenze fra ciò che identifichiamo attraverso il test muscolari e le intolleranze alimentari che vengono rilevati attraverso test medici. Spesso il test muscolare risulta più affidabile e più sensibile di una parte dei test meno specifici che normalmente vengono effettuati a livello medico. Non abbiamo dati, se non marginalmente, che esita una relazione fra intolleranza alla gliadina evidenziata kinesiologicamente e presenza di anticorpi anti-endomisio (celiachia latente), ma alcuni riscontri ci incoraggiano su questa strada.
Quello che come Kinesiopati, comunque, possiamo fare è comunque quello di verificare se un alimento provoca un’alterazione della capacità di risposta del sistema corporeo ed uno stress del sistema energetico.
Per discipline terapeutiche quali la Kinesiopatia, che utilizzano concetti della medicina cinese, ogni organo o sistema corporeo esprime la propria capacità vitale attraverso un Meridiano (canale energetico) che percorre il corpo: nelle discipline quali la Kinesiologia Transazionale, ogni muscolo è un indicatore dell’equilibrio energetico e della funzionalità del Meridiano, un rivelatore della efficienza di quel sistema complesso che esprime l’equilibrio della funzionalità organica, le relazioni del sistema nervoso con l’organo (o viscere) e gli aspetti emotivi associati. Utilizzando alcuni muscoli specifici come indicatore, attraverso il test muscolare è possibile verificare quando un cibo (o il pensiero del cibo stesso che evoca, a livello non conscio, la memoria dell’esperienza corporea in relazione all’alimento) sviluppa un effetto biogeno e biodinamico, cioè di stimolazione dell’energia vitale, biostatico, non condizione l’equilibrio del sistema, o biocidico, in altre parole potenzialmente dannoso. La ricerca “diagnostica” non quindi finalizzata all’identificazione di una vera allergia, ma degli effetti stressogeni che una sostanza induce nel corpo, comprendendo quindi, oltre a eventuali componenti biochimiche, anche aspetti emotivi o psichici che influiscono nella nostra relazione con l’alimento.
Non dobbiamo dimenticare, infatti, che ogni alimento racchiude in sé un aspetto simbolico cui l’insieme del nostro non-conscio è molto sensibile. La nostra reazione ad una sostanza può essere una reale allergia, con fenomeni più o meno macroscopici quali la celiachia, oppure di intolleranza, per il “riverbero” energetico/emotivo che induce in noi: il Kinesiopata, pur potendo evidenziare attraverso il test muscolare fenomeni allergici, pone il proprio interesse nel riconoscere gli effetti dell’alimento sul Sistema Corporeo nel suo insieme, ricercando le possibili sinergie che possano neutralizzare o minimizzare gli effetti nocivi sull’organismo. Pur nel riconoscimento dell’importanza della nutrizione, il Kinesiopata finalizza la propria ricerca non solo all’identificazione di sostanze “allergogene”, nel senso poc’anzi definito, per allontanare temporaneamente la sorgente di squilibrio, ma di tutte quelle soluzioni che possono aiutare il corpo, nel tempo, a ritrovare il proprio equilibrio e, pertanto, a permettere la reintegrazione degli alimenti esclusi.
Ovviamente chi soffre di Malattia Celiaca vera manterrà una reale allergia al glutine; l’azione del Kinesiopata sarà di agire sui sistemi corporei in modo tale da incrementare la compliance del malato ed ampliare il suo range di tolleranza: infatti, esiste una relazione diretta fra entità dello stress e gravità delle manifestazioni.
Ma per tutti quelli che soffrono di malesseri aspecifici, di debolezza che possono dipendere da una sindrome celiachiforme (e non dalla malattia propriamente detta), l’identificazione di intolleranze nei confronti delle graminacee o dei latticini, ma anche di crostacei e molluschi, delle carni bianche o verso particolari alimenti è un passo significativo verso il benessere. Una volta identificato il fattore scatenate, allontanato l’elemento biocidico, ed iniziato un processo di riequilibrazione e riarmonizzazione corporea, si osserva non solo la scomparsa di questi malesseri, così spesso sottovalutati e mal interpretati dal medico tradizionale, ma un miglioramento della qualità di vita della persona nel suo complesso.
Manifestazioni estremamente eterogenee e difformi, quali sinusiti, mal di testa, dolori reumatici, pollinosi o allergie respiratorie trovano spesso giovamento da questo tipo di trattamento, essendoci quasi sempre, fenomeni di infiammazione generalizzata che si sovrappongono al problema specifico.
L’identificazione di questi squilibri si rivela particolarmente utile nel trattamento dei bambini: bambini “nervosi”, disforici o ipercinetici spesso evidenziano sindromi celiachiformi con intolleranze multiple ai cereali ed ai latticini. La ricerca spasmodica di alimenti dolci, una volta identificati i fattori biocidici e rimossi dalla dieta, si riduce drasticamente. Come conseguenza di una differente alimentazione, si osserva, frequentemente, la riduzione dei problemi legati all’iperproduzione di muco nei bambini tendenzialmente asmatici o soggetti a frequenti malattie da raffreddamento. Molte volte anche bambini “pigri” o con problemi di coordinazione motoria, ragazzi con difficoltà di apprendimento o dislessici hanno ottenuto significativi benefici dalla modifica del profilo alimentare.
Non sappiamo con certezza, nonostante i dati raccolti, se il nostro test muscolare è in grado di identificare vere allergie o se soltanto possiamo riconoscere una “non accettazione” di un cibo o di una sostanza. Quello che sappiamo è che l’identificazione di quei fattori, alimentari e non, che creano stress al nostro organismo, il loro allontanamento o neutralizzazione e la messa in atto di tutte le misure possibili per annullarne gli effetti negativi, ci permette di aiutare le persone a ritrovare serenità, benessere ed un significativo miglioramento della propria qualità di vita, liberandole da tanti malesseri, più o meno grandi, che le affliggono spesso per anni e che, forse, nel tempo potrebbero essere i prodromi che portano allo sviluppo di malattie anche gravi.