iperemia

« Indice del Glossario

definizione

Considerabile un sinonimo di congestione, rappresenta l’aumentato contenuto sanguigno in un distretto corporeo, vuoi per un eccessivo afflusso di sangue arterioso (iperemia attiva detta anche iperemia funzionale o iperemia metabolica), vuoi per ristagno di sangue venoso (iperemia passiva); etimologicamente è composto dai termini greci dal ὑπερ– (hyper– → sopra, oltre) ed –αιμία (-aimía → sangue). clinicamente, qualora l’iperemia non sia una risposta fisiologica all’aumentata richiesta di sangue da parte di un tessuto ma sia espressione di un eccessivo apporto ematico, si manifesta come eritema.

Esiste una forma di iperemia, detta iperemia reattiva, conseguente all’aumento transitorio del flusso sanguigno che si verifica a seguito di un breve periodo di ischemia. Infatti, dopo l’evento ischemico vi sarà una carenza di ossigeno e un accumulo di rifiuti metabolici: spesso si verifica come conseguenza del fenomeno di Raynaud, dove il vasospasmo della muscolatura dei vasi porta ad ischemia e necrosi del tessuto e quindi un conseguente aumento del flusso sanguigno per rimuovere i prodotti di scarto e i detriti cellulari o nei casi di congelamento; l’iperemia può anche essere dovuta ad un calo della pressione atmosferica al di fuori del corpo.

Nella maggior parte dei casi, l’iperemia è un processo fisiologico, conseguente all’aumentata attività metabolica di un determinato organo, come avviene in un muscolo quando si contrae durante uno sforzo aumentando le sue necessità metaboliche o nell’apparato gastro-intestinale dopo i pasti (in particolare a livello dello stomaco) dove il processo digestivo richiede un aumento del flusso ematico; anche a livello del pene e del clitoride, durante l’amplesso sessuale, durante l’eccitazione e l’erezione si osserva una aumentato apporto di sangue che grazie all’iperemia attiva permette il riempimento dei corpi cavernosi che viene poi mantenuto attraverso un’iperemia passiva. Anche a livello cerebrale si possono osservare fenomeni di iperemia funzionale in risposta all’aumentato fabbisogno di ossigeno e nutrimento per rispondere alle esigenze metaboliche distrettuali: tale fenomeno dipende dalla risposta emodinamica neurone-dipendente chiamata neurovascular coupling.

La dilatazione delle venule, che si accompagna a quella delle arteriole e delle metarteriole, è da ricondurre in parte all’aumento del flusso, in parte all’azione diretta del monossido di azoto (NO) sulle venule muscolari; questo processo può avere implicazioni cliniche, ma può anche essere una risposta normale che favorisce i cambiamenti di afflusso di sangue ai diversi tessuti attraverso la vasodilatazione.

In genere l’iperemia attiva può essere provocata da cause di ordine meccanico, termico, chimico, psichico, tutti fattori che possono agire sia stimolando i nervi vasodilatatori, sia provocando una transitoria paralisi di quelli vasocostrittori; altra possibile causa di iperemia attiva è uno dei segni cardinali della flogosi, rappresentando il primo momento di qualunque processo infiammatorio: l’aumentato afflusso di sangue è il risultato di un rilassamento degli sfinteri precapillari e della dilatazione della parete arteriolare

L’iperemia passiva può, a tutti gli effetti, essere considerata una forma di stasi venosa, che si osserva in caso di ostacolato deflusso del sangue venoso, e comporta pertanto un sovrariempimento dei capillari e delle vene: è generalmente più espressione di insufficienza cardiaca, divenendo in questo caso un fenomeno generalizzato, oppure la diretta conseguenza di processi morbosi che comprimono od occludono i tronchi venosi, conferendo al distretto venoso a monte dell’ostruzione, un colorito rosso-bluastro (dovuto al ristagno di sangue poco ossigenato, un aumento di volume ed edema.

« Indice del Glossario