ultimo aggiornamento: 12 Ottobre 2018 alle 16:28
... e se per un attimo immaginassimo di lasciare il pensiero libero di seguire le proprie circonvoluzioni …
… probabilmente prenderebbe forma una sorta di lettera ad un amico immaginario, con cui condividere riflessioni, considerazioni, osservazioni opinioni …
Caro Amico,
mi riesce sempre difficile tradurre in parole le sensazioni, le percezioni, e le esperienze che vivo ogni giorno nella mia pratica di terapista e docente, perciò cercherò di comporre in forma logica tutte queste riflessioni, ben consapevole che ciò di cui ti parlerò oggi, potrebbe essere frainteso o interpretato come categorizzazione, se non viene vissuto come esperienza diretta.
Anche se, ormai, tutti noi accettiamo che siamo ciò che mangiamo e respiriamo, ci risulta sempre molto difficile ammettere che siamo ciò che pensiamo e di conseguenza ciò che proviamo.
No, forse è più corretto dire ciò che percepiamo, sentiamo e viviamo emotivamente per poi costruire una forma-pensiero conseguente.
Sì perché, caro amico, anche se riteniamo di avere idee originali, molto spesso le nostre non sono altro che forme-pensiero reattive alle nostre emozioni.
Come tutte le forme generano un’immagine, un aspetto, un atteggiamento, forse anche una complessione ed uno stile che ci marca come un imprint, simulacro della nostra storia personale.
Ebbene si, noi siamo il frutto della nostra storia. Ma, tu mi dirai, la genetica….
Certo, la genetica ha la sua importanza: un pero non sarà mai un melo ed una seppia per quanto si sforzi non sarà mai un delfino. Ed anche il terreno ha la sua importanza: due semi identici, derivati dalla stessa pianta, piantati su due terreni diversi, daranno piante diverse.
Ma è la nostra storia personale, iscritta nel nostro corpo, che forma il modo in cui le nostre cellule si assemblano, determinando la nostra facciata, la nostra espressione, la nostra struttura.
Spaventante vero? Basta guardarsi allo specchio per scoprire il nostro modo di essere! Ed è ancora più terribile pensare che anche gli altri, se volessero (o forse se ne fossero interessati) potrebbero leggerci come un libro aperto…
continua → (pagina 2)
→ (pagina 3)