ultimo aggiornamento: 10 Aprile 2021 alle 20:29
definizione
Il processo decisionale che porta a diagnosticare una particolare malattia o condizione, selezionandola fra quelle che presentano caratteristiche cliniche simili e che quindi, potrebbero essere responsabili dei sintomi: in pratica, il procedimento che tende a escludere, fra varie manifestazioni simili, le patologie che non comprendono l’insieme di sintomi e segni mostrati dalla persona sofferente, fino a comprendere quale sia il problema da cui è affetto.
Per effettuarla è necessario confronta segni, sintomi ed il risultato di test o manovre finalizzate ad effettuare una corretta valutazione della persona, utilizzando da un lato la conoscenza acquisita, la competenza professionale e l’esperienza maturata, dall’altro l’analisi probabilistica, la logica bayesiana ed il buon senso: il fine ultimo della diagnosi differenziale è una corretta diagnosi che permetta di comprendere l’eziopatogenesi, escludendo patologie simili o che possono dare sintomi e segni simili, cercando di evitare i possibili errori di valutazione; in tal senso sono importanti una corretta anamnesi, la semeiotica ed una valutazione multidimensionale che non escluda i possibili agenti causali meno ovvi.
Può essere considerata un metodo diagnostico sistematico, utilizzato per identificare la presenza di un agente causale fra le possibili possibili più alternative: è possibile ricorrere a processi di eliminazione, coadiuvati dall’ottenimento di informazioni che riducano le probabilità di errore e facciano emergere il possibile candidato; può essere considerata come l’implementazione del metodo ipotetico-deduttivo, in quanto, una volta identificate delle potenziali cause, queste possono essere considerate come ipotesi che devono essere convalidate o ritenute false.
Concettualmente occorre seguire l’equivalente di un diagramma di flusso, che risulterà tanto più ramificato quanto più la diagnosi differenziale sarà complessa: in genere si tende a seguire il sentiero del diagramma che è più probabile e solo successivamente, una volta escluse le ipotesi statisticamente più probabili, si esploreranno le ipotesi meno probabili secondo una logica assimilabile al «Rasoio di Occam».
La procedura diagnostica differenziale può essere semplificata se viene rilevato un segno o sintomo patognomonico, cioè che può essere considerato come «significance detector», nel qual caso è quasi certo che la condizione ipotizzata sia presente oppure, in assenza di un segno o sintomo «sine qua non», si è quasi certi che la condizione target sia assente.