ultimo aggiornamento: 1 Marzo 2021 alle 14:22
definizione
Dal greco δυσ- (dus- o dys- → difficile, negativo, duro) e stress (→ tensione), distress significa letteralmente «stress cattivo»: fu il neuro-endocrinologo Hans Hugo Bruno Selye, nel 1974, a creare questo termine come un sottogruppo dello stress, per differenziarne l’ampia varietà di fattori e manifestazioni.
Possiamo definire il distress come uno stato avversivo a cui l’individuo non è in grado di adattarsi completamente, subendo l’effetto dei fattori stressogeni: quando uno stressor supera la capacità di gestione da parte dell’individuo e l’esperienza provoca esiti negativi sull’organismo, si parla di distress (o dis-stress), mentre quando gli effetti sono positivi per l’individuo, si utilizza il termine eustress.
distress o dis-stress
Nell’ambito della Kinesiologia Transazionale® e della Kinesiopatia® i lemmi «dis-stress» e «distress» vengono utilizzati indifferentemente come sinonimi, anche se la scelta di utilizzare il primo piuttosto che il secondo non è solamente un vezzo grafico, ma vuole sottolineare il significato del prefisso «dis», cioè il concetto di «alterazione» o «anomalia» che in questo caso sottolinea l’azione negativa o di contrapposizione esercitata da uno stimolo, cioè dallo stressor, che causa un difettoso funzionamento dell’organismo, come conseguenza dell’incapienza e dell’inadeguata resilienza.
effetti negativi dello stress
Quando il corpo attiva una risposta generalizzata di adattamento, come reazione alla variazione dell’omeostasi somato-emozionale, si osserva il fenomeno dell’arousal, una condizione di attivazione neuro-endocrina ed un generale stato di eccitazione, caratterizzato da un maggiore stato attentivo-cognitivo di vigilanza e di pronta reazione agli stimoli esterni: lo scopo di questa attività di replica è gestire e modificare positivamente la situazione o risolvere il problema (coping).
Quando la pressione diviene eccessiva rispetto alla capacità dell’organismo di contrastare gli effetti dello stress, quando il dis-confort supera la capacità dell’individuo di fronteggiare lo squilibrio, subentra il dis-stress, cioè si prospettano possibili forme di “esaurimento” e burn-out. Le persone sotto stress costante hanno maggiori probabilità di ammalarsi: è possibile un coinvolgimento degli aspetti emozionali che, a volte, facilitano lo sviluppo di un disturbo d’ansia generalizzato, di frequenti attacchi di panico o di disturbi depressivi; si osservano anche forme di somatizzazione, in quanto lo stress acuto e prolungato incide sul sistema immunitario abbassando le difese dell’organismo e diminuendo le capacità di guarigione dei tessuti corporei, oltre a limitare il normale funzionamento degli organi, sviluppando quadri eterogenei come la sindrome da fatica cronica.