ultimo aggiornamento: 3 Settembre 2020 alle 12:49
Tipicamente localizzato a livello nucale o sub-occipitale, è sicuramente uno dei più frequenti mal di testa, spesso dovuto all’irritazione delle terminazioni nervose che fuoriescono dalla colonna vertebrale a livello della parte superiore del collo, subito sotto il cranio, od alla base del cranio stesso.
Disfunzioni della colonna o, ancora più spesso, tensioni dei muscoli sub-occipitali possono causare una irritazione dei nervi che a loro volta provocano una ulteriore tensione muscolare, innescando un circolo vizioso che spesso facilita l’irritazione dei segmenti nervosi associati, con conseguente dolore che cresce in maniera esponenziale.
Stress, paure, traumi o tensioni emotive, oltre che gli squilibri strutturali, sono le principali
cause; spesso anche problemi di malocclusione dentale o situazioni infiammatorie o di squilibrio della bocca possono essere responsabili della tensione muscolare.
Non bisogna sottovalutare l’importanza dell’area sub-occipitale, in quanto è grazie a questa area che possiamo compiere i fini movimenti di rotazione, flessione ed estensione della testa.
Bruschi movimenti o scosse vengono assorbiti da questa area, provocando spesso micro-lesioni a livello delle fasce muscolari o dei legamenti. Anche piccoli “colpi di frusta” possono essere responsabili, in soggetti predisposti, a significativi problemi sia locali che organici.
Le strutture muscolari, stirate, possono andare incontro a fenomeni di spasmo od irritazione causando da un lato irritazione e dall’altro fenomeni di compressione sulle strutture presenti alla base del cranio, quali ad esempio la vena giugulare, responsabile del drenaggio della testa, il ganglio cervicale superiore, responsabile della innervazione ortosimpatica della testa.
A livello poi delle prime tre vertebre cervicali, si ripercuotono le influenze derivanti dalla alterazione della masticazione o della deglutizione: attraverso l’uso di tecniche mirate è possibile intervenire a questo livello, identificando foci irritative e discriminando l’influenza della componente occlusale da quella derivante da alterazioni dell’area o espressione di una tensione riflessa dipendente da altre aree.
Le tensioni che nascono possono essere facilmente identificate da un kinesiopata esperto ed attraverso tecniche specifiche quali lo sblocco sub-occipitale, tecnica estremamente delicata da non confondere in alcun modo con le manipolazioni vertebrali, o l’unwinding fasciale, può essere risolta la tensione antalgica o compensativa presente.
La prima tecnica consiste nell’allentare le tensioni che si creano alla base del cranio e le conseguenti alterazioni a livello del cingolo scapolare, al fine di “riprogrammare” la percezione che il nostro cervello ha delle contrazioni muscolari in questa area; la seconda consiste nel permettere ai muscoli di liberarsi da quelle tensioni che quotidianamente accumulano all’interno delle fasce muscolari , tensioni responsabili della alterata contrazione che origina non solo la cefalea muscolo-tensiva, ma spesso anche giramenti di testa, ronzii, disturbi alla visione o dolori normalmente definiti “cervicale”.
Chiaramente queste due tecniche sono soltanto alcune fra quelle che possono essere utilizzate ed ovviamente sono descritte in maniera estremamente sommaria. L’utilizzo delle tecniche kinesiologiche o l’esperienza di un buon terapista cranio-sacrale può discriminare il miglior protocollo terapeutico e la tecnica più appropriata, oltre a valutare se la cefalea muscolo-tensiva deriva da un problema locale, cioè sub-occipitale, o invece da altri distretti corporei, quali, ad esempio, il sacro o le gambe.
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