ultimo aggiornamento: 5 Aprile 2017 alle 23:45
Spesso, in presenza di dolori al collo od alla nuca, il colpevole designato, anche in persone relativamente giovani, è, invariabilmente, l’artrosi cervicale: possiamo sempre incolpare l’atrosi?
Che cos’è l’artrosi?
È malattia tipica dell’età avanzata, che tende a peggiorare progressivamente: molte persone che ne sono affette possono essere prive di segni o sintomi particolari per un lungo periodo di tempo, fino all’esplodere della sintomatologia.
L’artrosi è una malattia delle articolazioni provocata da un deterioramento progressivo e ingravescente della cartilagine che ricopre le estremità delle ossa, associato alla formazione di “calli ossei” nelle zone di compressione con conseguente limitazione funzionale, infiammazione e dolore: l’alterazione delle rime articolari impedisce i normali movimenti articolari, provocando i tipici sintomi.
Caratterizzata da rigidità mattutina, dolori nel cominciare a muoversi dolenzia ingravescente quando l’attività fisica è prolungata; difficoltà ad iniziare il movimento, spesso associato a limitazioni dell’escursione e dell’ampiezza degli spostamenti; dolorabilità spontanea delle articolazioni, gonfiore, rumori e scrosci articolari…
Alcuni studi affermano che il 15% della popolazione è afflitto da forme artrosiche, in particolare a carico della mano, del ginocchio o dell’anca, cioè di forme degenerative, caratterizzate dalla presenza di deformazioni delle superfici ossee o articolari e alterazioni della cartilagine.
Artrosi cervicale
Una forma molto comune e diffusa di artrosi è quella localizzata a livello cervicale.
Uno dei primi segnali può essere il rumore di sfregamento chiamato “sabbia nel collo”, un rumore che si avverte ruotando il collo verso posizioni estreme.
In caso di artrosi della colonna cervicale, la formazione di osteofiti a livello delle vertebre può dare origine ad una compressione dei nervi che originano in questa sede, responsabile di un dolore caratteristico che, nella maggior parte dei casi, inizia al collo e successivamente può irradiarsi alla spalla o al braccio (cervico-brachialgia), così come i problemi artrosici a livello lombare, possono causare lombo-sciatalgia.
Al dolore fanno seguito in un secondo tempo disturbi della sensibilità sotto forma di parestesie (alterazione della sensibilità), ipoestesie (riduzione della sensibilità) o, più raramente, anestesia.
Perdurando la compressione radicolare si instaurano disturbi del movimento associati ad una riduzione della massa muscolare e a perdita della forza fino alla paresi dei muscoli innervati dal nervo interessato.
Altri sintomi sono sensazioni fastidiose alle articolazioni in corrispondenza con i cambiamenti del tempo, la comparsa di gonfiore dopo il movimento (specie se prolungato) o la rigidità che si manifesta dopo un periodo di riposo e si accompagna anche a caratteristici crepitii o “rumori di scroscio” a livello dell’articolazione allorché questa si rimette in movimento.
Le problematiche del tratto cervicale sono in grado di dare luogo a numerosissime manifestazioni: limiti di rotazione, di flessione ed estensione, dolori diffusi al collo; cefalee, emicranie, vertigini, nausea, acufeni (fischi o ronzi alle orecchie), disturbi o calo della vista; disorientamento, alterazione della memoria, insonnia o sonnolenza; cervico-brachialgie, parestesie al cuoio capelluto, sindrome del trigemino; diminuzione della forza, disturbi della tiroide, disturbi della fonazione, disturbi neurologici alle gambe, ed altri ancora; se le vertebre causano compressioni midollari, sono in grado di creare manifestazioni fino all’intero tratto lombare e alle gambe.
Ovviamente non tutte le volte che si evidenziano sintomatologie simili, siamo in presenza di artrosi cervicale, ma sicuramente stiamo contribuendo a creare quei fenomeni degenerativi che, probabilmente, ci condurranno a forme artrosiche.
Quali le cause?
Le forme osteoartritiche o artrosiche possono derivare da molteplici cause, quali l’instabilità articolare, causata da una scorretta coordinazione neuro-muscolare o problemi posturali; stress acuto o cronico, che causa un’alterazione del liquido sinoviale, con conseguente danneggiamento delle superfici articolari e potenziali deterioramenti traumatici.
Le cause possono essere estremamente articolate: l’eccesso di peso o eccessivi carichi articolari, come nel caso di sport effettuati senza la necessaria preparazione fisica od in modo smodato, o come conseguenza di lavori usuranti; dieta inadeguata o scarsa attività fisica, intolleranze alimentari o allergie, sindrome dell’intestino permeabile o alterazioni gastro-intestinali, infezioni ricorrenti da Candida Albicans.
Se parliamo, però, di artrosi cervicale, una delle principali cause è il nostro stile di vita: stress e tensioni in abbondanza, raramente compensate da adeguati esercizi di riprogrammazione neuro-mio-fasciale o da allentamento dello stress posturale, combinati ad esercizi di rilassamento.
I muscoli si accorciano, come conseguenza di posture scorrette, determinando compressioni sulle articolazioni che gestiscono.
Alcune attività sportive, gli sport violenti, i micro-traumi ripetuti nel lavoro o nello sport, i fattori emotivi (o il freddo e l’umidità) che ci fanno “tirare il collo” dentro le spalle, sono co-fattori importanti nella genesi del processo degenerativo articolare.
A gravare in maniera estremamente importante su questo tratto, è il diaframma, il muscolo della respirazione per eccellenza: lo stress, i problemi, i traumi, si ripercuotono tutti in ultima analisi sulla respirazione; il diaframma, irrigidendosi, nel tempo perde la sua elasticità e funzionalità, e delega così ai muscoli accessori, presenti in gran parte anche nel collo, l’azione respiratoria. Tali muscoli saranno gravati da questo lavoro straordinario con conseguenti problemi a carico del collo, che porteranno fino all’artrosi.
Quali possono essere soluzioni possibili?
Come si può intuire dalle potenziali cause, il fenomeno artrosico è un problema complesso in cui molti differenti fattori interagiscono fra loro. La strategia ottimale per una gestione efficace delle problematiche osteoartrosiche deve necessariamente prendere in considerazione un programma di miglioramento generalizzato.
Essendo una patologia degenerativa cronica, la riduzione della tensione muscolare, (principale fattore scatenante il dolore) è sicuramente uno degli strumenti efficaci per ridurre i sintomi e prevenire peggioramenti; la tensione muscolare, associata all’alterazione della reattività e della coordinazione neuromuscolare, favorisce l’insorgenza di fenomeni compressivi che contribuiscono alla reazione degenerativa: la valutazione kiesiologica della risposta muscolare e della reattività neuromuscolare si rivela efficace nel ridurre la sintomatologia.
Una corretta valutazione kinesiopatica degli squilibri posturali, con adeguati interventi mirati a migliorare l’equilibrio globale del corpo, tecniche di riprogrammazione neuro-mio-fasciale e di Cranio-Sacral Repatterning®, si rivelano estremamente efficaci nel migliorare la sintomatologia dolorosa ed incrementare la mobilità e la motilità, riducendo le manifestazioni ed i sintomi che accompagnano questo processo degenerativo.
Nella nostra esperienza clinica, un’appropriata terapia fisica di sostegno, che permetta un progressivo incremento della mobilità e l’incremento della motilità, si rivela efficace nel ridurre la rigidità, il dolore e la limitazione funzionale; le tecniche di Cranio-Sacral Repatterning®, in particolare l’utilizzo dell’unwinding fasciale, permettono di ridurre le influenze che bloccano l’espressione armonica del corpo, rispettando le esigenza di delicatezza e cura che le articolazioni dolenti, spesso, richiedono .
L’utilizzo di una dieta variata, ricca di frutta e verdura, pesce (in particolare quelli pescati nei mari freddi, grazie all’elevato contenuto in acidi grassi polinsaturi), sementi e cereali integrali (ad esclusione del grano) accompagnati da una riduzione degli acidi grassi saturi o idrogenati (margarina), carni grasse, derivati caseari, zuccheri, alcool, caffeina e nicotina, si rivela sicuramente una strategia di accompagnamento efficace.
Infatti, una dieta a base di prodotti di origine naturale, ad azione antiossidante ed antinfiammatoria, favorisce la protezione, la riparazione e la rigenerazione delle superfici articolari, dell’osso e del liquido sinoviale, garantendo un miglioramento della funzionalità e del benessere, mentre riduce il fabbisogno di farmaci.
Un approccio integrato non può esimersi dalla riattivazione della funzionalità di barriera dell’epitelio gastro-intestinale, riparando gli squilibri che ne generano una abnorme permeabilità, con l’identificazione di eventuali intolleranze alimentari o ipersensibilizzazioni.
L’utilizzo dei test muscolari si rivela utile nell’identificazione di un profilo di miglioramento globale, di eventuali intolleranze alimentari o di stressor o di influenze negative per la persona affetta dalla sintomatologia osteoartritica.
francesco gandolfi
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