ultimo aggiornamento: 28 Novembre 2022 alle 12:17
accidenti ai denti!
Sindrome di Costen, bruxismo, articolazione temporo-mandibolare (ATM), malocclusione, scroscio mandibolare, precontatti, nevralgie dentali, trigeminalgia (nevralgia trigeminale) … ovvero quando piccoli grandi mali nascono dalla bocca: parole sempre più comuni del linguaggio che ci rimandano invariabilmente all’immagine del dentista che lavora nella nostra bocca.
Ma, se anziché l’odontoiatra o l’ortodontista, nello studio dentistico, trovassimo il kinesiopata? Ovviamente, questo professionista del ben-essere, non è abilitato ad effettuare otturazioni, estrazioni, devitalizzazioni e quant’altro, ma, semplicemente, a prendersi cura dei problemi della bocca, a porre rimedio agli scompensi che una masticazione alterata o in squilibrio può provocare nell’organismo, e/o a neutralizzare gli effetti negativi che le distorsioni e i disallineamenti del corpo provocano sulla bocca: in pratica a riequilibrare le disfunzioni dell’area stomatognatica e dell’articolazione temporo-mandibolare.
Non sempre, infatti, i problemi della bocca dipendono dai denti, soprattutto quando si presentano sintomatologie algico-disfunzionali (dolori e cattivo funzionamento) e, pertanto, devono essere inquadrati in un contesto di simmetria globale del corpo; d’altra parte, l’equilibrio della bocca può essere un fattore scatenante di alterazioni posturali e malesseri localizzati o diffusi in zone del corpo anche molto distanti dal cranio.
Il cranio non è quella scatola chiusa ed immobile che comunemente si pensa, ma un sistema di ossa che interagiscono fra loro come ruote di un ingranaggio; al di sotto di questo complesso ritroviamo la colonna vertebrale che si articola con la scatola cranica attraverso l’atlante, la prima vertebra cervicale, cerniera di connessione fra la sommità cefalica ed il resto del corpo.
Il sistema occlusale può essere considerato un sottosistema della più complessa entità spazio-funzionale che noi definiamo corpo: i rapporti spaziali reciproci, esistenti fra le varie componenti dell’organismo, sono condizionati dall’attività di ogni sottosistema che si relaziona spazialmente o funzionalmente.
Essendo il capo appoggiato sulla colonna vertebrale e potendo compiere complessi ed articolati movimenti, l’azione dei muscoli che mettono in connessione testa, collo e area cervicale col tronco diventa rilevante non solo per l’effettuazione del movimento stesso, ma anche come artefici di eventuali disarmonie. Risulta evidente che un qualunque squilibrio muscolare (dovuto a ipotonia di un muscolo o spasmo del suo antagonista) comporterà un atteggiamento posturale anomalo che dovrà essere in qualche modo compensato.
In altre parole, se si crea uno squilibrio nella bocca, questo provocherà una serie di adattamenti fra le ossa del cranio, determinando una modificazione della posizione delle aree su cui s’inseriscono i muscoli che scendono nel collo. Essendo, quindi, il capo appoggiato sulla colonna vertebrale, la posizione della testa in relazione al collo e del collo in rapporto al tronco sarà determinata dalla muscolatura che collega le varie parti scheletriche; l’alterazione dei rapporti stomatognatici (della bocca) comporterà rotazioni e contro-rotazioni del collo e delle spalle.
Poiché il cardine di questa relazione è la prima vertebra cerebrale, che per i suoi rapporti anatomici con il sistema nervoso ed il sistema vascolare assume un ruolo fondamentale nell’equilibrio corporeo, un disordine relazionale locale può avere ripercussioni generalizzate.
In realtà anche altri sistemi presenti nel cranio possono essere responsabili o coattori di questo tipo di squilibri (sistema visivo, sistema uditivo, sistema respiratorio), anche se la bocca assume un ruolo decisivo, sia per la presenza di rapporti fra i singoli denti, che ben devono essere definiti e costanti, sia per la continua azione che la deglutizione (circa 1500 volte il giorno) svolge sulla catena osteo-muscolare costituita da base del cranio – mandibola – osso joideo (ioide) – cingolo scapolare.
si sale o si scende? …
D’altra parte, così come un problema può essere discendente (come quello appena ipotizzato), possiamo osservare relazioni ascendenti che inducono una somatizzazione a livello cefalico: uno squilibrio della colonna vertebrale (lordosi, scoliosi), un problema viscerale, un trauma negli arti (la cicatrice di una vecchia ferita o l’imperfetta ossificazione di una frattura) possono causare scompensi posturali che, nel tempo, possono favorire contatti anomali fra i denti o squilibri della masticazione.
All’estremità crurale della colonna si ripropongono, simmetricamente, situazioni che prevedono un equilibrio strutturale fra differenti parti scheletriche: vertebre lombari, osso sacro e coccige, il bacino con le ossa iliache, arti inferiori sono mantenute in bilanciamento grazie alla collaborazione neuro-muscolare.
Il contatto col terreno, punto di riferimento assoluto per il nostro corpo, determina una postura podalica: la nostra stazione eretta, sia nella statica sia nel movimento, ne viene condizionata; dislivelli fra una gamba e l’altra, tensioni asimmetriche, piccoli o grandi traumi sono trasmessi, tramite le gambe al bacino e tramite al sacro alla colonna vertebrale.
un sistema complesso e integrato
Grazie alla complessa interazione fra le informazioni che giungono al sistema nervoso dai muscoli, dagli occhi e dal labirinto (organo importantissimo per l’equilibrio), i nervi possono comandare i singoli muscoli o gruppi muscolari (definiti catene muscolari); questa interazione permette di mantenere il corpo in posizione ortostatica e salvaguardare il mantenimento della stazione eretta, del parallelismo del piano visivo alla linea dell’orizzonte, della direttrice di movimento e della direzione dello sguardo.
Possiamo immaginare che un ipotetico piano passante per gli occhi ed il suolo su cui camminiamo debbano rimanere il più possibile paralleli, nonostante i movimenti che compiamo. I due piani sono messi in relazione da un sostegno flessibile (la colonna vertebrale) che, entro certi limiti, possa modificare il proprio assetto. Tutti i piani intermedi posti fra gli occhi e il suolo possono essere parzialmente asimmetrici, per compensare asimmetrie e disuguaglianze. Così come il complesso mandibola-collo assorbe gran parte dei disequilibri presenti nel cranio, il complesso pelvico (bacino-osso sacro) assorbe le instabilità provenienti dalle gambe.
Pur essendo il sistema nervoso centrale in grado di gestire e “ammortizzare” gran parte di queste alterazioni, talvolta alcune modificazioni posturali diventano permanenti, creando zone di frizione, di compressione in aree chiave del nostro corpo. Sia che il problema originario sia a livello del cranio, sia che provenga da uno squilibrio degli arti o della colonna, il risultato sarà invariabilmente la creazione di un’area disfunzionale e, quindi, prima o poi, dolore e malessere.
Talvolta si osservano malocclusioni dentali derivanti da un atteggiamento di deviazione del collo, talaltra una scoliosi comporta una ripartizione asimmetrica dei carichi sulla mandibola, causando o traumatismi occlusali (che aprono la strada allo sviluppo di carie) o clicking e scrosci mandibolari, spesso dolorosi oltre che fastidiosi. Gli esempi e le casistiche raccolte negli anni, ci permettono di affermare che, almeno in un consistente numero di casi, anche “semplici” problemi di carie possono essere generati da alterazioni posturali che si riflettono a livello della bocca. D’altra parte, una diagnosi precoce che evidenzi l’alterazione dei rapporti scheletrici fra le ossa della bocca, può essere fondamentale per prevenire non solo problemi occlusali, ma spesso anche danni in altri segmenti corporei. Più è tempestivo l’accertamento di eventuali squilibri della bocca, meno gravi saranno le conseguenze sul corpo e rapida la soluzione di problemi o dolori eventualmente insorti.
Nel nostro lavoro di Kinesiopati con specializzazione odontoiatrica abbiamo incontrato molti, e significativi, esempi di tali situazioni, avendo la possibilità di operare di concerto con odontoiatri ed ortodontisti sensibilizzati al problema; pofessionisti che non limitano il proprio campo d’azione al dente od all’aspetto prettamente estetico, ma che considerano la bocca come una parte di un tutto che deve mantenere una propria armonia
Parimenti, il Kinesiopata, o qualunque altro terapista che operi sul corpo, non può esimersi dal prendere in considerazione la bocca come elemento fondamentale degli equilibri corporei, vista la rilevanza che le informazioni nervose derivanti da essa, assumono nell’equilibrio globale del corpo. Gli squilibri derivanti da incorretti rapporti maxillo-facciali (definiti classe II e III), se non bilanciati o trattati, sono spesso responsabili di atteggiamenti compensatori a livello della muscolatura del collo che, presto o tardi, porteranno a fenomeni degenerativi a livello cervicale, innescando invariabilmente sintomatologie di tipo cefalgico o labirintico.
Problemi di strabismo o diplopia, ma anche affaticamento visivo, in alcuni casi, possono essere risolti intervenendo sui rapporti occlusali, così come alcuni tipi di dolori alle orecchie o gli acufeni possono dipendere dai cattivi rapporti masticatori.
Dolori alla schiena, infiammazione del nervo sciatico possono essere causati dai denti. La necessità di neutralizzare l’influenza che la bocca esercita sul sistema nervoso e, di conseguenza, sull’intero equilibrio corporeo risulta fondamentale nel processo kinesiopatico di riequilibrazione del corpo: il ricorso a placche di svincolo occlusale costruite dal dentista su indicazione del Kinesiopata, permettendo, spesso, un’accelerazione della riarmonizzazione del corpo ed una riduzione significativa del malessere. Rendendo più semplice ed efficace il lavoro del dentista stesso.
Quando il paziente odontoiatrico lamenta dolori o problematiche occlusali, occorre discriminare se il problema della bocca sia ascendente, non derivi, cioè dal tentativo del corpo di compensare i propri squilibri: in questo caso, infatti, l’intervento del dentista o dell’ortodontista, non solo non otterrà risultati significativi, ma, addirittura, alterando le compensazioni in modo unilaterale, potrebbe innescare fenomeni peggiorativi o scatenare sintomatologie dolorose.
In più di un caso è stato possibile osservare lo sviluppo di scoliosi o alterazioni della colonna per l’uso di bite inappropriati o per l’applicazione di apparecchi ortodontici inadeguati che prendevano in considerazione esclusivamente i rapporti cranici ma non la situazione della colonna vertebrale. Altre volte, in seguito ad un’estrazione dentale o a un intervento di odontoiatria conservativa o protesica, il paziente ha cominciato ad accusare labirintiti, cefalee, nausee, disturbi visivi o dolori di schiena e sciatalgie.
Senza voler prendere in considerazione i disturbi iatrogeni (cioè causati dal dentista stesso), o quelli derivanti da componenti emotive, come il bruxismo, gli ambiti di collaborazione fra il dentista e il kinesiopata sono tanti e tali che risulta auspicabile una fattiva collaborazione fra due professionisti appartenenti a due mondi solo apparentemente in contrasto ma che possono, attraverso sinergie e collaborazione, ottenere un risultato importantissimo: il miglioramento della qualità di vita del paziente.