ultimo aggiornamento: 26 Febbraio 2025 alle 0:51
definizione
il segmento dell’arto inferiore situato tra l’anca e il ginocchio, dal latino cŏxa (→ anca) o, secondo altra definizione, la regione anatomica del corpo umano compresa tra la pelvi, in posizione prossimale, e la gamba, in posizione distale; anatomicamente corrisponde all’area del femore, rivestito da parti molli formate da una massa muscolare, con vasi, nervi, tessuti connettivali e tegumenti, avvolta da una lamina fibrosa che suddivide i muscoli in tre gruppi: i muscoli della coscia consentono, principalmente, la flessione dell’anca, l’estensione della gamba, il movimento di adduzione degli arti inferiori e l’estensione dell’anca.
descrizione
La massa muscolare è avvolta da una lamina fibrosa che suddivide i muscoli in tre gruppi: gruppo anteriore (muscolo sartorio e muscolo quadricipite femorale), posteriore (muscolo bicipite femorale, muscolo semitendinoso e muscolo semimembranoso) e mediale (muscolo pettineo, muscolo otturatore esterno e muscoli adduttori); questi ultimi muscoli, insieme al muscolo sartorio e al muscolo vasto mediale (un capo del muscolo quadricipite femorale), delimitano uno spazio allungato nel cui interno decorrono il nervo femorale e i principali vasi della coscia, ovvero l’arteria femorale e la vena femorale.
loggia anteriore (compartimento anteriore)
Il compartimento anteriore è uno dei compartimenti fasciali della coscia che contiene il muscolo sartorio (il muscolo più lungo del corpo) ed il gruppo del muscolo quadricipite femorale, che consiste nel muscolo retto femorale e nei tre muscoli vasti (muscolo vasto laterale, muscolo vasto intermedio e muscolo vasto mediale, cui si aggiunge il muscolo tensore del vasto mediale), assieme ai nervi specifici ed ai vasi che ne garantiscono l’irrorazione sanguigna; talvolta il muscolo ileo-psoas è considerato come appartenente alla loggia anteriore, così come il muscolo geno articolare. Il compartimento anteriore è separato dal compartimento posteriore dal setto intermuscolare laterale e dal compartimento mediale dal setto intermuscolare mediale.
Il principale nervo del compartimento anteriore della coscia è il nervo femorale: l’innervazione del muscolo quadricipite femorale proviene dalla divisione posteriore del nervo femorale, mentre la divisione anteriore (che contiene componenti cutanee e muscolari) fornisce un ramo laterale e uno mediale (responsabile dell’innervazione del muscolo sartorio). Il muscolo iliaco ed i muscoli psoas (muscolo grande psoas e muscolo piccolo), a volte considerati parte del compartimento anteriore, non condividono la stessa innervazione: mentre il muscolo iliaco è innervato dal nervo femorale, il muscolo psoas è innervato dai rami ventrali di L1÷L3.
L’arteria iliaca esterna, una volta passata sotto il legamento inguinale (nel punto inguinale medio, a metà strada tra la spina iliaca antero-superiore e la sinfisi pubica), diventa l’arteria femorale che, per mezzo delle sue diramazioni, fornisce sangue al compartimento anteriore ed è il vaso sanguigno più grande dell’arto inferiore; il ramo più grande dell’arteria femorale è l’arteria femorale profonda che si ramifica ulteriormente nelle arterie femorali circonflesse mediale e laterale, con una significativa variabilità interindividuale delle loro origini, correndo attorno alla testa del femore per vascolarizzare la muscolatura circostante. La vena femorale è la vena che accompagna l’arteria femorale nella guaina femorale: una vena profonda che inizia allo iato degli adduttori (un’apertura nel muscolo grande adduttore), come continuazione della vena poplitea; la vena grande safena e la vena femorale profonda drenano nella vena femorale nel triangolo femorale divenendo la vena femorale comune che termina al margine inferiore del legamento inguinale dove diventa la vena iliaca esterna.
Il plesso linfatico iliaco esterno è il sistema linfatico che drena i muscoli del compartimento anteriore della coscia, che si fonde nel plesso iliaco comune, drenando ulteriormente la linfa raccolta nella cisterna chyli e quindi nel dotto toracico.
Il compartimento anteriore della coscia contiene muscoli, localizzati anteriormente, estensori del ginocchio e flessori delle articolazioni dell’anca, che sono:
→ muscolo sartorio – innervato dalla branca muscolocutanea laterale (divisione anteriore del nervo crurale – L1÷L3), è un muscolo sottile, lungo e superficiale, collocato nel compartimento anteriore della coscia, che agisce sia sull’articolazione dell’anca sia su quella del ginocchio; è il muscolo più lungo del corpo umano e il più superficiale del compartimento anteriore, originando dalla spina iliaca anteriore superiore e da una parte della tacca tra la spina iliaca anteriore superiore e la spina iliaca anteriore inferiore (concorre alla formazione del cosiddetto triangolo di Scarpa), per poi correre obliquamente attraverso la parte superiore e anteriore della coscia in direzione infero-mediale, passando dietro il condilo mediale del femore per terminare in un tendine che curva anteriormente e si unisce ai tendini del muscolo gracile e del muscolo semitendinoso nel pes anserinus, dove si inserisce all’stremità superiore della faccia mediale della tibia. La sua parte superiore forma il bordo laterale del triangolo femorale e, il punto in cui attraversa l’adduttore lungo, segna l’apice del triangolo; profondamente al sartorio e alla sua fascia, si trova il canale adduttore, attraverso il quale passano il nervo safeno, l’arteria femorale e la vena femorale ed il nervo al vasto mediale. Il muscolo sartorio agisce come debole flessore ed abduttore dell’anca, ruotando lateralmente la coscia, contribuendo alla flessione del ginocchio; il muscolo sartorio è un muscolo della coscia che non ha alcun rapporto con il femore.
→ muscolo quadricipite femorale – composto dal muscolo retto femorale e dai tre muscoli vasti femorali e dal muscolo tensore del vasto intermedio, garantisce l’estensione della gamba rispetto al ginocchio ,e coadiuva la flessore d’anca; l’innervazione degli estensori del ginocchio spetta alle branche della divisione posteriore del nervo crurale (L2÷L4) attraverso il nervo del muscolo quadricipite (esclusivamente motorio) che è il più voluminoso dei rami terminali e si divide in quattro branche destinate ai quattro capi del muscolo quadricipite femorale.
→ muscolo retto femorale – muscolo bi-articolare della porzione anteriore della coscia, che può agire da flessore d’anca e da estensore di ginocchio: è costituito da due capi muscolari, definiti capo diretto (o fascio diretto, che origina dalla spina iliaca anteriore inferiore) e capo riflesso (o fascio riflesso, che origina dal solco sovra-acetabolare), che si uniscono per formare un ventre muscolare unico che converge in un’inserzione tendinea comune con e altre componenti del muscolo quadricipite femorale (tendine rotuleo).
→ muscolo vasto mediale – origina dal labbro mediale della linea aspra per inserirsi sul margine superiore della rotula e sulla tuberosità tibiale, tramite il tendine rotuleo, comune agli altri capi del muscolo quadricipite femorale; con la sua azione estende la gamba e stabilizza la patella (o rotula) opponendosi alla sua tendenza a lussarsi verso l’esterno: essendo il più importante stabilizzatore dell’articolazione del ginocchio la sua azione è fondamentale per prevenire l’instabilità o financo lussazioni della rotula potenzialmente responsabili di gravi lesioni articolari. La funzione della rotula è di accrescere l’efficacia del muscolo quadricipite anteriorizzando il punto in cui si applica la sua forza di trazione: durante l’estensione della gamba sulla coscia (leg extension), il vasto mediale, seppur sinergicamente con le altre componenti del muscolo quadricipite, è quello che sviluppa la maggior forza.
→ muscolo vasto laterale – localizzato fra il muscolo retto femorale e il tratto ileo-tibiale, sotto il muscolo tensore della fascia lata, origina dalla faccia laterale e dal margine anteriore del grande trocantere e dal labbro laterale della linea aspra del femore per inserirsi alla patella con un tendine comune agli altri capi, agendo come muscolo sinergico nel movimento di estensione della gamba; quando si crea uno squilibrio muscolare nella co-contrazione tra il muscolo vasto mediale ed il muscolo vasto laterale la sua azione, con prevalenza di quest’ultimo, possibile che si crei o accentui la presenza di valgismo dinamico di ginocchio durante la flesso-estensione.
→ muscolo vasto intermedio – posto fra il vasto laterale ed il vasto mediale in profondità rispetto al retto femorale, per questo chiamato anche muscolo vasto profondo, origina dal labbro laterale della linea aspra del femore e dai tre quarti superiori delle facce anteriori e laterali del femore, per fare entesi tramite il tendine comune agli altri capi ed inserirsi inferiormente alla rotula e, tramite il tendine rotuleo, alla tuberosità tibiale; con la sua azione estende la gamba. Studi recenti hanno identificato la presenza di un muscolo distinto dal muscolo vasto intermedio e dal muscolo vasto laterale, che origina dalla parte prossimale del femore (in particolare dalla parte anteriore del grande trocantere) e che distalmente origina un tendine separato che fa entesi a livello rotuleo, anche se può incostantemente unirsi al tendine del muscolo vasto intermedio, a quello del muscolo vasto laterale o ad entrambi): denominato muscolo tensore del vasto intermedio ed è localizzato trova tra il muscolo vasto intermedio e il muscolo vasto laterale; il muscolo tensore del vasto intermedio si allunga sull’aponeurosi del muscolo vasto intermedio e media la sua azione agendo anche come secondo flessore della coscia come muscolo sinergico del muscolo tensore della fascia lata.
→ muscolo ilio-psoas – detto anche muscolo ileopsoas, un muscolo risultante dall’unione del muscolo grande psoas e del muscolo iliaco che uniscono all’interno della cavità pelvica e condividono il tendine d’inserzione, è il più potente flessore dell’anca.
→ muscolo iliaco – innervato da una branca addominale del nervo crurale, assieme al muscolo grande psoas ed al muscolo piccolo psoas, contribuisce alla flessione della coscia verso l’articolazione dell’anca, stabilizzandola: a forma di ventaglio, origina dalla fossa iliaca e dall’ala dell’osso sacro e, per mezzo di fasci muscolari che passano al di sotto del legamento inguinale, va ad inserirsi sul tendine del muscolo grande psoas, avendo un’entesi comune sul piccolo trocantere del femore.
→ muscolo grande psoas – muscolo fusiforme, innervato dalle ramificazione dei nervi spinali L1, L2 ed L3, origina dalle arcate fibrose che uniscono le superfici antero-laterali T12, L1, L2, L3 ed L4, e dai dischi intervertebrali interposti, attraverso un ventaglio anteriore ed uno posteriore tra cui è interposto il plesso lombare: i fasci muscolari decorrono parallelamente alle vertebre lombari, fino ad incontrare, nella fossa iliaca, i fasci del muscolo iliaco, per poi passare sotto il legamento inguinale, convergendo in un robusto tendine che si inserisce nel piccolo trocantere del femore; prendendo punto fisso sulla colonna, è il principale muscolo flessore della coscia.
loggia mediale (compartimento mediale)
Il compartimento mediale è uno dei compartimenti fasciali della coscia che contiene i muscoli adduttori (il muscolo adduttore breve, il muscolo adduttore lungo ed il muscolo grande adduttore), il muscolo gracile, il muscolo pettineo, il muscolo otturatore esterno: i muscoli nel compartimento mediale della coscia, situati nella porzione interna della coscia, sono collettivamente noti come adduttori dell’anca, per la loro azione.
Il nervo otturatorio è il nervo primario che innerva questo compartimento ed i principali muscoli adduttori dell’anca (muscoli adduttori e muscolo gracile), mentre il muscolo pettineo è innervato dal nervo femorale; il muscolo otturatore esterno è talvolta escluso perchè spazialmente si trova in questo compartimento, ma funzionalmente, è più simile ai muscoli della cuffia dei rotatori dell’anca. L’afflusso arterioso avviene attraverso l’arteria otturatoria.
I muscoli mediali della coscia sono essenziali per un’andatura normale e per il funzionamento degli arti inferiori: consentono principalmente l’adduzione della gamba e il loro malfunzionamento può creare instabilità del ginocchio e aumentare il rischio dello sviluppo di pubalgia; questi muscoli hanno una funzione protettiva sulle importanti strutture neurovascolari che decorrono dall’articolazione prossimale dell’anca al ginocchio e alla parte inferiore della gamba.
Il triangolo femorale è uno spazio situato nella coscia prossimale; i suoi confini sono superiormente il legamento inguinale, lateralmente il muscolo sartorio e medialmente il muscolo adduttore lungo; il canale degli adduttori è situato in profondità rispetto al muscolo sartorio e decorre nel terzo medio della coscia, attraversando il triangolo femorale prossimalmente fino allo iato degli adduttori, distalmente. Il contenuto del canale adduttore include il nervo safeno, il nervo del vasto mediale, l’arteria femorale superficiale e la vena femorale; il canale degli adduttori consente il passaggio del fascio neurovascolare principale della coscia, viaggiando dalla coscia prossimale alla coscia distale.
L’arteria femorale fornisce il principale apporto arterioso all’estremità inferiore: continuazione dell’arteria iliaca esterna, l’arteria femorale comune entra nella coscia, passando in profondità al legamento inguinale, per dividersi nell’arteria circonflessa femorale mediale, nell’arteria circonflessa femorale laterale (irrora l’epifisi prossimale del femore) e nell’arteria femorale profonda (arteria profonda della coscia) che irrorano i muscoli mediali della coscia
Il nervo safeno entra nel canale adduttore all’apice distale del triangolo femorale: in questa posizione, si trova adiacente all’arteria femorale; una volta nel canale adduttore, il nervo safeno decorre distalmente verso l’articolazione del ginocchio. A differenza dell’arteria femorale, che poi entra nello iato degli adduttori, il nervo safeno fuoriesce dal canale, perforandolo tra il muscolo gracile ed il muscolo sartorio, per divenire superficiale, fornendo infine innervazione sensoriale alla gamba distale mediale. Il nervo femorale innerva principalmente i muscoli flessori dell’anca e gli estensori del ginocchio: dei muscoli nella coscia mediale, il nervo femorale innerva il muscolo sartorio ed il muscolo pettineo, tramite il suo ramo motore anteriore. Il nervo otturatorio proviene dal plesso lombare (II°, III° e IV° neuromero lombare): il ramo anteriore di questo nervo fornisce innervazione motoria ai muscoli superficiali della coscia mediale e sensibilità all’articolazione dell’anca e alla coscia mediale mentre il ramo posteriore del nervo otturatorio fornisce innervazione motoria ai muscoli adduttori profondi e sensibilità al ginocchio posteriore.
La maggior parte dei muscoli adduttori origina dall’osso pubico e si inserisce in varie porzioni del femore: il muscolo più mediale fra i muscoli del compartimento è il muscolo gracile; sebbene il muscolo sartorio non origini assieme agli adduttori, prossimalmente, quando si sposta distalmente, attraversa medialmente gli estensori del ginocchio e si inserisce medialmente sulla tibia prossimale. La giunzione in cui il muscolo gracile (superficiale), il muscolo sartorio e il muscolo semitendinoso (profondo) si inseriscono sulla tibia prossimale anteromediale è nota come zampa d’oca (pes anserinus, per la somiglianza con una zampa d’oca) ed i tre muscoli rappresentano la triade dei tiranti; è interessante notare che il 40% del muscolo adduttore lungo ha origine anteriormente vicino al tubercolo pubico, tramite fibre tendinee, mentre il 60% ha origine dalla sinfisi pubica posteriore, tramite fibre muscolari.
→ muscoli adduttori – quando si parla dei muscoli adduttori dell’anca ci si riferisce solitamente al gruppo degli adduttori propriamente detti (muscolo adduttore breve, muscolo adduttore lungo e muscolo grande adduttore), anche se, da un punto di vista funzionale il complesso dei muscoli adduttori comprende anche il muscolo pettineo, il muscolo gracile ed l muscolo otturatore esterno.
→ muscolo adduttore breve – innervato dal nervo otturatorio, è un muscolo di piccole dimensioni, che risiede, per buona parte del suo decorso, al di sotto del muscolo adduttore lungo: l’origine si distribuisce tra il ramo inferiore e il corpo del pube per inserirsi in parte, a livello del piccolo trocantere del femore ed in parte a livello della linea aspra del femore; adibito all’adduzione delle coscia, permette la rotazione esterna del femore grazie alla forma arcuata del femore che porta parte della linea aspra anteriormente all’asse longitudinale di rotazione dell’anca, contribuendo al corretto equilibrio del bacino.
→ muscolo adduttore lungo – innervato dal nervo otturatorio, è un muscolo lungo, grande e piatto che, per un tratto del suo percorso, ricopre il muscolo adduttore breve e il muscolo grande adduttore e contribuisce a formare il bordo mediale del triangolo femorale; origina dal corpo del pube per fare entesi a livello della linea aspra del femore; un muscolo adduttore della coscia e, come il muscolo piccolo adduttore, permette la rotazione esterna del femore grazie alla forma arcuata del femore che porta parte della linea aspra anteriormente all’asse longitudinale di rotazione dell’anca, contribuendo al corretto equilibrio del bacino.
→ muscolo adduttore magno – detto anche muscolo grande adduttore è innervato dal nervo otturatorio e dal nervo tibiale (una diramazione terminale del nervo sciatico) è un muscolo di forma triangolare, situato in profondità, sotto il muscolo adduttore breve, il muscolo adduttore lungo ed il muscolo gracile e può essere ripartito in una componente pubo-femorale ed una componente ischio-condilare che differiscono differiscono per origine, decorso e inserzione terminale. La componente pubo-femorale origina a livello del ramo inferiore del pube e dal ramo inferiore dell’ischio per inserirsi a livello della linea aspra del femore, mentre la componente ischio-condilare origina a livello della tuberosità ischiatica per fare entesi sul condilo mediale del femore, sul tubercolo adduttore del femore; adduttore della coscia, coi fasci anteriori ne induce l’intrarotazione e la flessione, mentre coi fasci posteriori provoca l’extrarotazione e l’estensione: data la sua origine dalla tuberosità ischiatica, influisce sull’equilibrio del bacino agendo come potentissimo retroversore.
→ muscolo piccolo adduttore – detto anche muscolo adduttore minimo, è considerato spesso la porzione latero-superiore del muscolo grande adduttore e, pertanto, una parte integrante di questo muscolo e come questo innervato sia dal nervo otturatorio e dal nervo tibiale; piccolo e piatto, origina dal ramo pubico inferiore per inserirsi a livello della parte superiore della linea aspra del femore, sul margine mediale della tuberosità glutea. Adduce e ruota lateralmente il femore.
→ muscolo pettineo – innervato dalla branca muscolocutanea mediale (divisione anteriore del nervo crurale – anche se in alcuni individui, è innervato da una branca del nervo otturatorio), secondo alcuni autori questo muscolo appartiene alla loggia anteriore; è situato nella parte supero-mediale della coscia: insieme al muscolo ileopsoas forma il pavimento della fossa ileopettinea ed localizzato alla base del triangolo femorale vicino ai muscoli della coscia del compartimento mediale. È un muscolo piatto e quadrangolare: origina dalla cresta pettinea del pube (osso pubico), per inserirsi a livello linea pettinea del femore, appena sotto il piccolo trocantere; agisce come adduttore e flessore della coscia, contribuendo alla rotazione mediale della coscia.
→ muscolo gracile – innervato dal ramo anteriore del nervo otturatorio, conosciuto anche col nome di retto interno, è un muscolo biarticolare, appiattito e nastriforme, che occupa la porzione mediale della coscia; posto in profondità rispetto al muscolo adduttore lungo ed al muscolo grande adduttore, è ricoperto dalla fascia femorale ed origina nei pressi della sinfisi pubica in corrispondenza della faccia anteriore della branca ischiopubica per inserirsi sulla faccia mediale della tibia (il suo tendine distale, insieme a quelli del muscolo semitendinoso e sartorio, costituisce la zampa d’oca superficiale); è il più mediale e superficiale degli adduttori, nonché l’unico che agisce su due articolazioni diverse, adducendo e flettendo lievemente la coscia, oltre a flettere ed intraruotare (ruota medialmente) la gamba a ginocchio flesso.
→ muscolo otturatore esterno – appartenente funzionalmente ai muscoli della cuffia dei rotatori dell’anca, innervato dal nervo otturatorio, è, tra i muscoli della coscia del compartimento mediale, il più piccolo e più superficiale: piatto e triangolare, origina della membrana che ricopre il foro otturatorio, per fare entesi a livello di una depressione del femore, situata vicino al grande trocantere (fossa trocanterica del femore); contraendosi, ruota esternamente il femore e lo adduce.
loggia posteriore (compartimento posteriore)
I muscoli che compongono il compartimento posteriore della coscia sono collettivamente, e più comunemente, noti come muscoli ischiocrurali, costituiti dal muscolo bicipite femorale (capo corto e lungo), dal muscolo semitendinoso e dal muscolo semimembranoso, che, con la loro azione, partecipano ad azioni complesse come la stazione eretta, il camminare ed il correre; ad eccezione del capo corto del bicipite femorale, gli altri muscoli posteriori della coscia si estendono per tutta la lunghezza del femore, dall’anca al ginocchio:, estendendosi dalla pelvi posteriore alla tibia ed al perone prossimali, i muscoli posteriori della coscia forniscono movimento sia all’articolazione femoro-acetabolare (articolazione dell’anca) sia all’articolazione tibio-femorale (articolazione del ginocchio).
Il capo lungo del muscolo bicipite femorale, il muscolo semitendinoso ed il muscolo semimembranoso originano dalla tuberosità ischiatica del bacino, che si estende distalmente sul lato posteriore del femore, per oltrepassare l’articolazione del ginocchio: il muscolo bicipite femorale si incrocia lateralmente mentre il muscolo semimembranoso ed il muscolo semitendinoso si incrociano medialmente; il capo breve del muscolo bicipite femorale origina indipendentemente dalla linea aspra laterale del femore posteriore prima di unirsi alla testa lunga del bicipite femorale per attraversare l’articolazione del ginocchio. La fossa poplitea, sita posteriormente al ginocchio, assume la forma di diamante: il bordo superiore (prossimale) è formato dai muscoli posteriori della coscia che scendono e attraversano l’articolazione, il bordo superiore-laterale della fossa poplitea è creato dal muscolo bicipite femorale, mentre il bordo superiore-mediale costituito dal muscolo semimembranoso e dal muscolo semitendinoso i capo mediale ed il capo laterale del muscolo gastrocnemio rappresentano i bordi infero-laterale ed infero-mediale.
Come gruppo di muscoli, tutti i muscoli posteriori della coscia lavorano principalmente per estendere l’anca (movimento del femore in direzione posteriore) e flettere il ginocchio (movimento della tibia e del perone in direzione posteriore); l’eccezione è il capo breve del bicipite femorale, che agisce solo per flettere il ginocchio. Queste azioni sono componenti significative dei movimenti multiarticolari quali l’alzarsi in piedi da posizione seduta o la normale andatura (deambulazione); la capacità di rimanere stabilmente in posizione eretta è prevalentemente dipendente dall’attività dei muscoli posteriori della coscia, che consentono al corpo di ergersi sopra le estremità inferiori, fissando saldamente l’articolazione dell’anca. I muscoli posteriori della coscia, inoltre esercitano una minima rotazione delle estremità inferiori, in dipendenza delle rispettive entesi distali: il muscolo bicipite femorale provocano la rotazione esterna, il muscolo semitendinoso ed il muscolo semimembranoso inducono una rotazione interna; quando i muscoli posteriori della coscia esprimono la loro azione all’interno di una catena cinetica aperta consentono l’estensione dell’anca e la flessione del ginocchio mentre quando agiscono in una catena cinetica chiusa, consentono l’estensione del ginocchio.
L’afflusso sanguigno primario all’arto inferiore deriva dall’arteria femorale e dall’arteria glutea inferiore: l’arteria femorale, una continuazione dell’arteria iliaca esterna (una volta che questa è passata sotto il legamento inguinale), si ramifica nell’arteria femorale profonda mentre l’arteria glutea inferiore si ramifica a partire dall’arteria iliaca interna per rifornire le porzioni prossimali dei muscoli; insieme, queste due arterie riforniscono la maggior parte della coscia posteriore. I rami perforanti dell’arteria femorale profonda forniscono l’afflusso di sangue a tutti i muscoli della loggia posteriore della coscia.
Il drenaggio venoso nell’arto inferiore avviene principalmente attraverso la grande safena e la piccola safena: tutte le vene degli arti inferiori alla fine drenano nella vena femorale prima di raggiungere la vena iliaca esterna. Esistono due diverse tipologie di vene, descritte in base alla loro posizione nei compartimenti fasciali: le vene situate in profondità rispetto alla fascia aiutano a drenare i muscoli mentre le vene superficiali rispetto alla fascia aiutano a drenare la pelle. Il drenaggio linfatico dalla coscia posteriore viaggia attraverso vari vasi linfatici prima di raggiungere i linfonodi inguinali profondi insieme ai linfonodi poplitei, che drenano alcune aree aggiuntive dell’arto inferiore distale; i linfonodi inguinali profondi continuano a drenare nei linfonodi iliaci esterni, quindi nei linfonodi iliaci comuni, ed infine la linfa viene indirizzata alla cisterna del chilo e da qui al dotto toracico.
I nervi della loggia della coscia posteriore originano dai plessi lombare e sacrale: il plesso sacrale dà origine al nervo sciatico (L4÷S3), al nervo femorale posteriore (S1÷S3), al nervo gluteo superiore (L4÷S1) e al nervo gluteo inferiore (L5-÷S2); tutta l’innervazione motoria della coscia posteriore deriva dalla divisione tibiale del nervo sciatico, ad eccezione del capo breve del muscolo bicipite femorale, che è innervata dalla divisione peronea del nervo sciatico. Il nervo cutaneo posteriore della coscia fornisce sensibilità alla pelle del perineo e alla superficie posteriore della coscia.
Il nervo sciatico esce dal bacino attraverso il grande forame sciatico prima di scorrere dentro e attraverso la coscia posteriore, profondamente al capo lungo del muscolo bicipite femorale, prima di biforcarsi nel nervo tibiale e nel peroneo comune, a livello del bordo superiore della fossa poplitea; anche il nervo cutaneo femorale posteriore esce dal bacino attraverso il grande forame sciatico, viaggia superficialmente fino al capo lungo del bicipite femorale, prima di percorrere la linea mediana della coscia posteriore in profondità fino alla fascia lata, fino a raggiungere la fossa poplitea.
Fra i muscoli che compongono il compartimento posteriore della coscia, il capo lungo del muscolo bicipite femorale ed il muscolo semitendinoso sono posti superficialmente al capo breve del muscolo bicipite femorale e del muscolo semimembranoso: mentre il capo breve del muscolo bicipite femorale ha origine dalla linea aspra e dalla linea sopracondiloidea laterale del femore, il capo lungo del muscolo bicipite femorale, il muscolo semitendinoso ed il muscolo semimembranoso hanno tutti origine dalla tuberosità ischiatica; il muscolo bicipite femorale fa entesi sulla porzione laterale della testa del perone, mentre il muscolo semitendinoso ed il muscolo semimembranoso si inseriscono alla superficie mediale della tibia.
→ muscolo bicipite femorale – innervato dal nervo sciatico, è un muscolo che presenta, nel tratto d’origine, due capi (per la presenza delle due suddette teste, il muscolo bicipite femorale è paragonabile al muscolo bicipite brachiale del braccio):
→ capo lungo – innervato dal nervo tibiale (ramo del nervo sciatico), origina a livello del quadrante mediale-superiore della tuberosità ischiatica dell’ischio (tramite un tendine comune con il muscolo semitendinoso), per fare estesi sulla testa del perone, sul legamento collaterale laterale del ginocchio e sul condilo tibiale laterale; con la sua contrazione, favorisce la flessione del ginocchio e la rotazione laterale della tibia oltre a provocare l’estensione dell’articolazione dell’anca.
→ capo breve – innervato dalla componente fibulare del nervo sciatico (nervo peroneo comune), origina a livello del labbro laterale della linea aspra del femore, dal setto intermuscolare laterale della coscia e dalla cresta sopracondiloidea laterale del femore, per fondersi con il tendine del capo lungo; flette il ginocchio e ruota lateralmente la tibia.
→ muscolo semitendinoso – innervato dal nervo tibiale (nervo sciatico), è un muscolo superficiale, che copre, per gran parte, il muscolo semimembranoso: ha origine dall’aspetto supero-laterale della tuberosità ischiatica dell’ischio e s’inserisce a livello della superficie posteriore del condilo tibiale mediale, nella cosiddetta zampa d’oca; estende l’anca, flette il ginocchio e ruota medialmente la tibia (in particolare durante flessione del ginocchio). Fa parte della triade dei tiranti, assieme al muscolo gracile ed al muscolo sartorio.
→ muscolo semimembranoso – innervato dal nervo tibiale (nervo sciatico), muscolo appiattito localizzato profondamente al muscolo semitendinoso, è il più mediale dei muscoli ischiocrurali: ha origine tramite un tendine comune con il capo lungo del muscolo bicipite femorale, nel quadrante mediale superiore della tuberosità ischiatica posteriore, per fare entesi nell’aspetto superiore della diafisi tibiale mediale, nella porzione distale del pes anserinus, assieme al muscolo gracile ed al muscolo sartorio (triade dei tiranti); estende l’anca, flette il ginocchio e ruota medialmente la tibia (in particolare durante flessione del ginocchio).