ultimo aggiornamento: 17 Novembre 2020 alle 11:54
definizione – cenni storici
Ippocrate utilizzò il termine ἱερὸν ὀστέον (hierón ostéon → osso grosso) per indicare il grande osso posto alla base della colonna vertebrale: tuttavia ἱερὸν, in greco, è utilizzato non solo per descrivere una superficie piatta, larga, grande, ma anche col significato di “sacro”; il motivo per cui in latino venne utilizzata questa accezione semantica è ignoto, ma la scelta ha favorito il sorgere di differenti teorie.
Alcuni sostengono che l’impiego del termine derivi dal fatto che, essendo un elemento costituente e delimitando posteriormente le pelvi, entra in contatto con i genitali femminili (generatori di vita), svolgendo un’azione protettiva su di essi e per questo acquisisca un aspetto di sacralità come protettore della vita; altri ritengono che venisse chiamato sacro, in quanto era considerato la parte più pregiata di un animale, scelta in modo rituale per essere offerta nei sacrifici agli dei.
Un’altra teoria si rifà all’idea che, essendo l’ultimo osso a disintegrarsi dopo la morte, da esso rinascerà il corpo dell’uomo quando si avrà la resurrezione. In greco viene chiamato anche κλόνις (klónis → natica), tradotto in latino come “ossa clunium”, letteralmente “osso della natica”, oppure “os latum“, “osso largo”,
descrizione
Osso impari mediano simmetrico, che fa parte allo stesso tempo della colonna vertebrale e del bacino, situato fra le due ossa iliache, al di sotto della colonna lombare: chiude il bacino posteriormente, articolandosi inferiormente col coccige; ha forma piramidale a base quadrangolare con base superiore e apice inferiore, una faccia anteriore concava, una faccia posteriore convessa e accidentata e due facce laterali che nella porzione inferiore dell’osso, corrispondente alle ultime tre vertebre sacrali, si riducono a margini.
La base del sacro presenta al centro una superficie ellittica, corrispondente al corpo vertebrale della prima vertebra sacrale, tramite la quale si articola con il corpo della quinta vertebra lombare; posteriormente a essa, si trova il foro vertebrale, di forma triangolare entro cui si apre il canale sacrale, proseguimento del canale vertebrale, che dà passaggio e ancoraggio (a livello di S2) al tubo durale ed alla cauda equinii contenuta all’interno delle meningi: sui lati del canale si aprono i fori intervertebrali all’altezza della fusione dei segmenti sacrali contigui, attraverso questi fori passano i nervi spinali sacrali, i cui fasci anteriori escono dai fori sacrali anteriori aperti sulla faccia anteriore del sacro e i cui fasci posteriori escono dai fori sacrali posteriori.
La faccia anteriore è concava e con superficie liscia, mentre sulla posteriore, convessa e accidentata, si trova, lungo la linea mediana, una cresta derivante dalla fusione dei processi spinosi dei vari segmenti sacrali (cresta sacrale media); ogni faccia laterale del sacro presenta nella sua porzione antero-superiore una faccetta articolare, detta faccetta auricolare, che mette in giunzione il sacro con le ossa dell’anca, posteriormente alla faccetta auricolare si trova la tuberosità sacrale, sulla quale prendono inserzione diverse strutture legamentose, queste due formazioni sono situate all’altezza delle prime due vertebre sacrali, la restante parte delle facce laterali si riduce a margine.
L’apice del sacro, infine, ha una faccetta articolare di forma ellittica che si articola con la faccetta articolare situata nella base del coccige.
La superficie pelvica (anteriore) dà inserzione da ciascun lato al muscolo piriforme, mentre dall’area supero-laterale contigua alla superficie articolare con l’ileo origina il muscolo iliaco.
L’entesi del muscolo sacro-spinale è sita sulla superficie posteriore, lungo un’area a forma di U fra i processi spinosi e i tubercoli trasversi, mentre sul piano profondo origina il muscolo multifido; verso il versante infero-laterale si inserisce invece il muscolo grande gluteo.