disco intervertebrale

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ultimo aggiornamento: 5 Settembre 2020 alle 0:56

definizione

Formazione fibro-cartilaginea dall’aspetto anulare («anulus fibrosus»), interposta tra due vertebre adiacenti, composta da fibre collagene organizzate in lamelle concentriche disposte a strati attorno ad un nucleo composto da una massa gelatinosa giallastra, sferoidale, detto nucleo polposo, costituito prevalentemente da acqua, che lo rende minimamente compressibile: la sua funzione è quella di assorbire e ridistribuire in modo uniforme alla periferia le sollecitazioni di carico; questo meccanismo evita pressioni eccessive sull’anulus fibrosus e garantisce un certo grado di mobilità alla sinfisi intervertebrale.

Il disco intervertebrale consente un limitato movimento di flessione o estensione delle vertebre, sui piani piani coronale e sagittale, oltre ad assicurare limitati movimenti di torsione: permette alla colonna di curvarsi in tutti i sensi ed eseguire modici movimenti di rotazione.

L’anulus fibrosus è un tessuto elastico stratificato costituito da collagene: forma una rete fibrosa che, oltre a contenere e proteggere il nucleo, è in grado di deformarsi elasticamente distribuendo i carichi attraverso il movimento reciproco delle lamelle; la ripartizione delle sollecitazioni previene lacerazioni o erniazioni del disco.

La resistenza meccanica dell’anello in compressione ed in trazione è maggiore della resistenza ossea del corpo vertebrale.

Il nucleo polposo, tessuto gelatinoso composto principalmente da acqua e proteoglicani, funge da cuscinetto capace di sopportare gli sforzi di compressione a cui è costantemente soggetta la colonna vertebrale, grazie alla pressione idrostatica che si produce al suo interno: si sposta durante i movimenti della colonna vertebrale e in tal modo rende possibile una certa inclinazione dei piani vertebrali che vengono tra loro in contatto.

I dischi rappresentano 1/3 della lunghezza totale della colonna vertebrale: a livello cervicale l’altezza dei dischi è di 5–6 mm, più alto anteriormente, per formare la fisiologica curva cervicale in lordosi; a livello dorsale l’altezza dei dischi è di 3–6 mm, con spessore identico davanti e dietro mentre a livello lombare l’altezza dei dischi cresce, dall’alto verso il basso, da 10 mm a 15 mm e sono più alti nella parte anteriore per formare la lordosi lombare.

Questi ultimi sono i dischi sono quelli più sollecitati, a causa del maggior peso sopportato, e dunque soffrono maggiormente di fenomeni di degenerazione, con perdita di acqua nel nucleo e conseguente riduzione della capacità portante del disco. La causa primaria dei dolori di origine discale è infatti legata essenzialmente ai microtraumi ed ai fenomeni degenerativi che avvengono nei dischi intervertebrali per usura e invecchiamento.

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