ultimo aggiornamento: 11 Marzo 2025 alle 14:06
definizione
Anatomicamente si parla di inserzione riferendosi all’attacco di un muscolo o di un tendine su ossa o cartilagini, aponeurosi, la zona di ancoraggio che corrisponde all’entesi: anche se spesso l’inserzione di un muscolo viene posta in antitesi con l’origine dello stesso, in realtà anche l’origine può essere considerata, in senso stretto, un’inserzione, ovvero ove il muscolo attraverso il tendine si ancora su una struttura, o meglio, si connette dentro, si lega insieme: dal latino insertio (→ inserimento), derivato di inserĕre (→ inserire, introdurre, piantare, incastrare, infilare, intercalare, includere, immettere …), può essere definito come il “mettere una cosa nell’altra, metter dentro”, le cui radici sono intus (→ dentro, all’interno) e serĕre (→ intrecciare, connettere, legare insieme, collegare), assumendo pertanto il significato di “impianto di una struttura su (o dentro) un’altra”.
Parlando di inserzione muscolare, che questa avvenga per mezzo di un tendine (un prolungamento fibroelastico della parte carnosa del corpo muscolare) o che, macroscopicamente, la fibra muscolare si continui fino alla superficie di inserzione fissandosi ad essa, l’idea sottesa è che la struttura microscopica del muscolo, attraverso fibre specifiche (ad esempio le fibre di Sharpey a livello osseo) si impiantino, ovvero si leghino insieme, a quella del muscolo entrandovi dentro, fondendosi reciprocamente: i tendini e le aponeurosi possono essere considerate la parte terminale (l’estremità) mediante le quali i muscoli fanno entesi a livello osseo, ovvero le inserzioni, cioè il punto di ancoraggio, del muscolo nell’osso.
Fatta questa necessaria premessa, praticamente si tende a considerare, dal punto di vista dell’anatomia topografica, l’origine di un muscolo come il punto da cui il muscolo inizia, ovvero l’entesi più prossimale, la più vicina al centro del corpo o al suo asse, mentre con inserzione o capo terminale, si suole indicare l’entesi distale, la più lontana dall’asse corporeo; allo stesso tempo, funzionalmente, l’estremità muscolare che resta fissa durante la contrazione o che ha il minore scostamento verso gli estremi del range di movimento articolare, durante l’azione del muscolo, viene chiamata origine, mentre la parte che si sposta maggiormente, permettendo l’espressione del movimento conseguente alla contrazione muscolare viene definita inserzione: occorre non dimenticare che l’azione di qualunque muscolo dipende dalla sua origine, dalla sua inserzione e dalla sua forma specifica.
L’inserzione rappresenta, pertanto, il punto d’impianto (entesi) più distale o più mobile, in grado di esplicare il movimento del capo articolare e la variazione più significativa del R.O.M.