muscolo tensore della fascia lata

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ultimo aggiornamento: 21 Settembre 2023 alle 19:20

descrizione – anatomia topografica

Chiamato, in latino, tensor fasciae latae è un muscolo fusiforme appiattito e allungato, situato nella parte laterale dell’osso iliaco, nella regione antero-supero-laterale della coscia; insieme al muscolo grande gluteo costituisce lo strato superficiale dei muscoli esterni dell’anca: la sua azione si esplica prevalentemente nell’incrementare la tensione della fascia lata, lavorando sinergicamente con il muscolo gluteo massimo.

Essendo un muscolo biarticolare agisce sia sull’articolazione coxo-femorale, stabilizzando il bacino e abducendo l’anca, sia sul ginocchio, estendendo la gamba sulla coscia e rafforzando l’azione del legamento collaterale laterale; in caso si emiparesi, è il principale attore nella deambulazione a falce.

In Kinesiologia Applicata e nella Kinesiologia Transazionale®, il muscolo tensore della fascia lata è associato al meridiano dell’agopuntura “Grosso Intestino”; è possibile verificare la sua capacità di rispondere in modo appropriato al controllo neurologico e svolgere la sua azione tramite il test del muscolo tensore della fascia lata, identificando, le possibili correzioni finalizzate alla riequilibrazione della sua attività.

Nella andatura elicopode, la continua sollecitazione del muscolo può indurre uno stato di spasticità, con tendenza del ginocchio all’iperestensione e dolori riferiti all’anca. L’alterato attività del muscolo tensore della fascia lata, le sue discinesie o il suo ipertono, le disergie nell’azione di agonista e muscolo sinergico con il muscolo grande gluteo, possono essere responsabili dell’insorgenza del “ginocchio del corridore” (sindrome della bandelletta ileo-tibiale) o di una trocanterite (borsite trocanterica, che si manifesta come sindrome del tensore della fascia lata.

origine – decorso – inserzione

Origina dalla spina iliaca antero-superiore e dalla sottostante incisura, dall’estremità anteriore del labbro esterno della cresta iliaca, dalla faccia superficiale del muscolo medio gluteo e dalla fascia che lo ricopre: i suoi fasci si dirigono inferiormente e, all’unione del terzo superiore con il terzo medio della coscia, si continuano in un lungo tendine che percorre tutta la coscia per inserirsi al condilo laterale della tibia; nel suo tragitto, il tendine d’inserzione si fonde con la fascia lata (fascia femorale) e con il tendine del muscolo grande gluteo, formando un ispessimento connettivale chiamato benderella del Maissiat (o fascia ileo-tibiale) che, proseguendo sulla faccia esterna della coscia, va a inserirsi a livello del condilo laterale della tibia, in corrispondenza del tubercolo del Gerdy.

Il ventre muscolare è posto lateralmente al muscolo sartorio e anteriormente al muscolo medio gluteo, con cui entra in relazione sul piano profondo; a questo livello è in rapporto anche con il muscolo vasto laterale, mentre superficialmente è in contatto con il derma sottocutaneo.

azione – funzione – innervazione

Il muscolo tensore della fascia lata, come descrive il suo nome, con la sua azione tende la fascia lata (benderella del Maissiat), svolgendo un importante ruolo sia nella postura eretta, sia nella deambulazione e nella corsa: quando il peso corporeo è caricato su un solo arto, svolge il ruolo di stabilizzatore del bacino coadiuvato dalla muscolatura glutea (ed in particolar modo dal muscolo grande gluteo), fondamentale per la stazione eretta asimmetrica ed il movimento.

Nell’appoggio monopodalico, il muscolo tensore della fascia lata è l’assoluto protagonista della stabilità del bacino, poiché evita che il bacino “cada” dalla parte del piede sollevato da terra; nella postura eretta, nella deambulazione e soprattutto nella corsa, l’azione del muscolo grande gluteo e del muscolo tensore della fascia lata è sinergica e continua: questa azione è fondamentale ogni volta che, durante la corsa, si ha una fase di appoggio in quanto l’incremento dell’attività del muscolo tensore della fascia lata trasferisce il carico sulla benderella del Maissat (potendo causare infiammazione delle borsa trocanterica o dell’entesi a livello del tubercolo del Gerdy e della borsa sierosa sita sopra l’epicondilo laterale del femore).

Il tensore della fascia lata è un muscolo flessore, abduttore e intra-rotatore dell’anca: tendendo la porzione laterale della fascia lata, flette la coscia sul bacino, la abduce e la ruota internamente; quando prende punto fisso sulla fascia e sul condilo tibiale, inclina il bacino dal proprio lato. Agisce come stabilizzatore del ginocchio quando questo è esteso, contribuendo a mantenere il valgismo fisiologico del ginocchio e una sua lesione o debolezza può comportare la comparsa di varismo; a ginocchio piegato esso è in grado di fletterlo e ruotarlo esternamente e coadiuva l’estensione e l’extrarotazione del ginocchio.

Essendo un muscolo bi-articolare ha anche una debole azione estensoria della gamba sulla coscia: coadiuva la rotazione laterale della tibia, se il ginocchio non è stabile.

Il muscolo tensore della fascia lata, , in condizioni fisiologiche, stabilizza il ginocchio negli ultimi gradi di estensione, e quando è completamente esteso; inserendosi con i fasci laterali alla rotula, influenza attivamente la stabilità rotulea: la sua rigidità determina una deviazione laterale della rotula (strabismo rotuleo) che si apprezza principalmente negli ultimi gradi d’estensione.

Il muscolo tensore della fascia lata è innervato dal nervo gluteo superiore, un nervo motorio che origina dal plesso sacrale, formato da fibre posteriori provenienti da L4, L5 ed S1: il nervo esce dalle pelvi ed entra nella regione dei glutei passando per il grande forame ischiatico, appena sopra il muscolo piriforme, per transitare (assieme all’arteria glutea superiore) fra il gluteo medio e il piccolo gluteo. Il nervo gluteo superiore, oltre che il muscolo tensore della fascia lata, innerva anche il muscolo gluteo medio, il muscolo piccolo gluteo: la diramazione diretta al muscolo tensore della fascia lata innerva parzialmente anche l’articolazione dell’anca.

disfunzioni del muscolo

L’ipertono del muscolo tensore della fascia lata, soprattutto quando l’aumento della tensione è persistente, oltre a provocare un incremento della trazione esercitata sulla fascia ileo-tibiale, può causare un’infiammazione della borsa trocanterica con comparsa di trocanterite, una condizione che può cronicizzare divenendo invalidante per l’importante sintomatologia dolorosa, al punto da innescare una vera e propria sindrome dolorosa del grande trocantere: le problematiche che interessano l’articolazione coxo-femorale, nella sua regione antero laterale, con il coinvolgimento della borsa trocanterica sono tra le affezioni più comuni dell’apparato muscolo-scheletrico riguardanti l’arto inferiore.

Per quanto si parli di trocanterite o borsite trocanterica, nella maggior parte dei casi non è l’infiammazione della borsa a scatenare la sintomatologia, ma l’interessamento dei tessuti molli peri-trocanterici associati alla tendinopatia del muscolo medio gluteo e del muscolo piccolo gluteo, dipendenti dalla contrattura del muscolo tensore della fascia lata, che scorrendo sopra al grande trocantere nei movimenti dell’articolazione, porta sia all’infiammazione della borsa interposta tra le due strutture, sia delle strutture viciniore. Quando il processo infiammatorio è localizzato a livello della borsa sinoviale superficiale del grande trocantere, si parla di sindrome del tensore della fascia lata.

La dismetria degli arti inferiori, la scarsa stabilità lombo-pelvica o la presenza di distorsioni pelviche, la debolezza dei muscoli glutei e dei rotatori esterni dell’anca (cuffia dei rotatori dell’anca), la tendinopatia inserzionale dei muscoli che si inseriscono al grande trocantere e tutti quei fattori che portano ad un aumento nella tensione del muscolo, come una cinematica alterata nella deambulazione cammino o nella corsa, l’appoggio alterato della volta plantare, il valgismo delle ginocchia, sono tutti fattori predisponenti allo sviluppo di questo quadro sintomatologico, così come la presenza di artrosi dell’anca e/o del ginocchio o di interventi chirurgici all’anca o ginocchio sono cofattori eziologici di notevole rilevanza; l’andatura elicopode, detta anche andatura falciante perchè la deambulazione sembra mimare l’immagine della falce che taglia il grano, tipica dei soggetti con emiparesi dovuta ad ictus ischemico, è una possibile causa della borsite trocanterica.

L’ipertono del muscolo tensore della fascia lata, soprattutto se in associazione con quello del muscolo grande gluteo (o qualora si crei una disergia fra questi muscoli) può essere la causa della sindrome della bandelletta ileo-tibiale, detta anche ginocchio del corridore, una entesopatia della benderella del Maissiat e di una borsite, che si manifesta a livello distale laterale del ginocchio, dove la benderella si inserisce sulla tuberosità laterale della tibia (tubercolo del Gerdy): in questa zona è presente una borsa sinoviale che ha la funzione di shock absorber per ridurre la possibile frizione della benderella ileo-tibiale sull’epicondilo femorale esterno, durante i movimenti di flesso-estensione di ginocchio.

Il conflitto avviene prevalentemente a ginocchio flesso di 30° dove il contatto tra bandeletta e condilo femorale è massimo: poiché la fascia lata contribuisce alla stabilizzazione dinamica del ginocchio e partecipa ai movimenti di estensione/rotazione esterna di ginocchio ed abduzione dell’anca, nelle attività sportive quali la corsa (fondo o mezzofondo, maratona … ) in quanto si verifica un conflitto nella transizione tra la fase di appoggio del piede e quella di spinta; nei ciclisti, quando il sellino troppo alto o il dorso troppo distante, l’alterata biomeccanica del movimento favorisce l’infiammazione della bandeletta. Risulta evidente che gli atleti del triathlon siano potenzialmente i più colpiti da questa sindrome.

L’utilizzo del test muscolare permette al professionista del ben-essere che utilizza le tecniche della Kinesiologia Transazionale®, di verificare la corretta funzionalità del muscolo tensore della fascia lata e dei muscoli agonisti che agiscono di concerto con la sua attività o che, all’opposto, si comportano da muscoli antagonisti: il test del muscolo tensore della fascia lata non solo permette di riequiibrare la sua funzione e la sua capacità di risposta alle sollecitazioni, ma anche di verificare la presenza di reattività muscolare con altri gruppi muscolari, che possono essere responsabili dell’insorgenza delle disfunzioni, dei questi quadri flogistici e della sintomatologia dolorosa.

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