definizione
Detta anche, comunemente andatura o cammino, è il mezzo attraverso cui si compie, abitualmente la locomozione dell’uomo: realizzata dal movimento alterno e ritmico di propulsione dei due arti pelvici (arti inferiori o gambe); dal latino deambulatio (→ il passeggiare).
La successione ritmica dei movimenti degli arti inferiori si accompagna a movimenti di altri settori corporei, eseguiti per produrre uno spostamento lineare del corpo; in particolare le braccia si muovono secondo uno schema crociato, per bilanciare il movimento delle gambe.
descrizione
La deambulazione richiede l’intervento, articolato e composito, di numerosi gruppi muscolari che agiscono da agonisti, antagonisti, sinergici e stabilizzatori, anche se non sono direttamente responsabili del movimento degli arti inferiori: è, infatti, indispensabile la coordinazione tra le diverse parti interessate e l’aggiustamento continuo della postura e del tono muscolare, offrendo al corpo una base stabile per effettuare i movimenti, armonici, senza perdere l’equilibrio. È la risultante di un complesso ciclico di atti elementari consistenti nell’alternarsi di movimenti flessori ed estensori dei diversi segmenti che compongono l’arto inferiore, incernierati nelle articolazioni dell’anca, del ginocchio, della caviglia e delle dita del piede. Questa successione di movimenti è scomponibile in due fasi:
→ la fase portante, caratterizzata dall’appoggio al suolo di un arto sul quale grava il peso del corpo;
→ la fase oscillante, caratterizzata dall’arto controlaterale arretrato rispetto al precedente e sgravato del peso corporeo: da questa posizione inizia lo spostamento, dall’indietro in avanti, del secondo arto, che viene portato davanti al primo fino ad appoggiarsi al suolo a una distanza variabile; con tale movimento il centro di gravità del corpo si sposta in avanti e grava sul nuovo arto;
scambiatisi in tal modo i ruoli, il ciclo deambulatorio riprende.
Tutti questi movimenti sono accompagnati da una corrispondente serie di movimenti ritmici del tronco, del capo e degli arti superiori, aventi lo scopo di mantenere l’equilibrio dinamico del corpo e garantire che lo sguardo sia mantenuto nella direzione di movimento e corrispondente alla linea dell’orizzonte (parallelismo del piano di Francoforte al terreno); il movimento crociato, che presuppone l’avanzamento di un arto inferiore e dell’arto superiore sul alto opposto del corpo (braccio bilanciante), è contraddistinto, in presenza di un movimento corretto, da una torsione fisiologica del bacino e da una contro torsione del cingolo scapolare, accompagnato dalla rotazione del capo nella stessa direzione del bacino: tale fenomeno dipende dalla relazione dei Lovett Reactors (Lovett Brothers), cioè dall’accoppiamento esistente fra le componenti del rachide.
In pratica, il movimento di ogni vertebra fra C4 e L2 è simmetrico e opposto, attorno all’asse di rotazione fra T5 e T6: l’abbinamento della torsione/contro-torsione delle “vertebre gemelle” permette alla cintura pelvica ed al cingolo scapolare di indurre il movimento crociato degli arti; allo stesso tempo, cranio e pelvi (coi segmenti vertebrali a loro associati, cioè C1÷C3 e L3÷L5), ruotano nella stessa direzione come conseguenza dell’accoppiamento motorio spinale (coupling movement): : la presenza di “moti accoppiati” permette di conservare l’equilibrio dinamico del corpo e garantire che lo sguardo sia mantenuto nella direzione di movimento e parallelo alla linea dell’orizzonte (simmetria del piano di Francoforte rispetto al terreno); il movimento crociato, che presuppone l’avanzamento di un arto inferiore e dell’arto superiore sul alto opposto del corpo (braccio bilanciante), come conseguenza del movimento del bacino e dalla contro-torsione fisiologica (consistete ed obbligata) del cingolo scapolare, accompagnato dalla rotazione del capo nella stessa direzione del bacino, dipendente dalla “accoppiamento motorio” dei Lovett Brothers.
squilibri nella deambulazione
Il meccanismo fisiologico della deambulazione può andare incontro a disturbi che conseguono ad alterazioni di una o più strutture implicate nella sua esecuzione: si possono quindi verificare disturbi quali effetti di lesioni di strutture articolari, ossee, muscolari o, semplicemente, alterazioni funzionali; in realtà le alterazioni più caratteristiche sono determinate da lesioni del sistema nervoso centrale o del sistema nervoso centrale periferico, in grado di conferire alla deambulazione caratteri inquadrabili in schemi peculiari.
discinesia e integrazione emisferica
deambulazione anserina
Manifestazione tipica delle patologie che interessano i muscoli del cingolo pelvico: i muscoli affetti non possono svolgere regolarmente la funzione di mantenere la stazione eretta, per cui a ogni passo tutto il corpo subisce un’oscillazione ritmica da un lato all’altro, con carattere dondolante, ricordando l’incedere delle oche.
deambulazione atassica
Ad ogni passo l’arto è sollevato più di quanto non sia necessario e viene poi lasciato cadere violentemente al suolo: durante la marcia tutto il corpo presenta forti oscillazioni che sembrano compromettere la stabilità del soggetto che, ad occhi chiusi, spesso cade.
deambulazione cerebellare
Detta anche andatura da ubriaco, in quanto chi ne è affetto perde la capacità di dosare armoniosamente i movimenti e assume un’andatura incerta, zigzagante, a gambe divaricate, col busto inclinato indietro e con tendenza a cadere lateralmente a ogni passo.
deambulazione parkinsoniana
Presente nei soggetti affetti da morbo di Parkinson, è caratterizzata da una successione di passi piccoli e rapidi, eseguiti con rigidità, col busto portato in avanti a tal punto che il malato tende a cadere.
deambulazione del piede cadente
Caratteristica delle lesioni paralitiche dei muscoli estensori del piede: non potendo sollevare la punta del piede che striscerebbe per terra, il soggetto solleva a ogni passo il ginocchio in modo esagerato come se dovesse superare un ostacolo, assumendo quel carattere dell’andatura che viene detto steppage.
deambulazione spastica
Osservabile nei soggetti affetti da paralisi spastica, è contraddistinta da rigidità in estensione dell’arto interessato, con conseguente sollevamento e spostamento anteriore dell’arto in toto, facendogli compiere un movimento ad arco verso l’esterno, detto comunemente andatura falciante, ed appoggio del piede sul bordo esterno dello stesso.
Nella diplegia spastica congenita (morbo di Little), il soggetto presenta ambedue gli arti irrigiditi, bloccati in estensione e in adduzione, con la punta del piede estesa, fatto che rende l’andatura estremamente difficile in quanto gli arti, portati in avanti con movimenti supplementari e artificiosi, si incrociano ostacolandosi a vicenda.
deambulazione spastica
Non essendo legata a una vera e propria patologia organica, né delle componenti muscolari, né delle vie nervose, si presenta come un’imitazione incompleta e irregolare delle diverse andature sopra descritte, manifestandosi il più spesso con il semplice trascinamento passivo dell’arto che si vuole dimostrare ammalato.