ultimo aggiornamento: 1 Marzo 2018 alle 14:22
Residuo della notocorda embrionale, il nucleo polposo è una massa gelatinosa sferoidale, costituita da mucopolisaccaridi e proteoglicani fortemente igroscopici, in grado di rispondere alle sollecitazioni delle forze agenti sulla colonna: il disco intervertebrale, elemento cardine della sinfisi intervertebrale, è costituito esternamente dall’anulus fibrosus che si sviluppa concentricamente al nucleo polposo. Le caratteristiche strutturali di quest’ultimo, permettono al disco intervertebrale di comportarsi come una spugna: la presenza della porzione liquida contenuta nel nucleo polposo consente di distribuire le forze agenti in modo uniforme all’anulus fibrosus, ripartendo su tutta la superficie del disco il peso corporeo o l’energia derivanti da compressioni o traumi.Le caratteristiche chimico/fisiche (igroscopicità e consistenza gelatinosa sferoidale) consentono al complesso vertebra-disco-vertebra di svolgere un lavoro di shock absorber, in grado di ripartire centripetamente e dissipare in modo uniforme le sollecitazioni pressorie della colonna, evitando carichi eccessivi sull’anulus fibrosus, e prevenendo, pertanto eventuali lacerazioni, con conseguente formazioni di bulging o ernie discali. Il nucleo polposo, grazie alla sua capacità inerziale e alle capienza determinata dalla sua struttura, funge da cuscinetto sopportando le compressioni a cui è costantemente soggetta la colonna vertebrale, per merito della pressione idrostatica che si produce al suo interno: il nucleo si sposta durante i movimenti della colonna vertebrale e in tal modo rende possibile una certa inclinazione dei piani vertebrali che vengono tra loro in contatto. La sua azione contribuisce, assieme al P.L.U.S., la flesso-estensione del rachide prevenendo le problematiche associate ai blocchi evidenziati dal P.R.Y.T., riscontrabile tramite challenge kinesiologici specifici o test muscolari mirati.