ultimo aggiornamento: 26 Maggio 2020 alle 22:36
etimologia – definizione
Quando più muscoli concorrono allo stesso movimento, vengono definiti sinergici o sinergisti di quel particolare atto, poiché collaborano e concorrono con il primo motore ad ottimizzare la realizzazione del gesto; il concetto diviene chiaro, conoscendo la radice etimologica, ovvero sinergia: una azione combinata e contemporanea, caratterizzata dalla collaborazione e dalla cooperazione di più elementi in una stessa attività, per il raggiungimento di uno stesso scopo o risultato.
Dal greco συνέργω (synérgō → cooperare, collaborare), formato da σύν (sýn → con, insieme) e da ἔργω (érgō → opero, agisco): descrive l’azione combinata di due o più elementi, che comporta il potenziamento dell’efficacia, rispetto alla semplice sommatoria delle singole azioni; una sinergia può essere definita un’azione simultanea di più fenomeni, forze, entità, che ne potenzia i singoli effetti.
I muscoli sinergici, grazie alla collaborazione nell’agire, concorrono insieme a esprimere un dato movimento, essendo importanti per isolare il vettore primario di moto ed eliminare eventuali discinesie; cooperano al mantenimento di un determinato atteggiamento scheletrico o all’esecuzione di un movimento complesso, che interessa differenti articolazioni; possono essere definiti sinergici tutti quei muscoli che, attivandosi anche solo parzialmente, contribuiscono a far eseguire ad un’articolazione uno specifico gesto.
sinergie vettoriali
Possono essere definiti sinergici non solo quelli che permettono un dato movimento, ma anche quelli collaborano al mantenimento di un determinato atteggiamento scheletrico, come quello che permette la postura eretta. Spesso i muscoli agonisti possono essere considerati sinergici, anche se nell’esecuzione di uno specifico spostamento di un arto, possono essere coinvolti con percentuali di attivazione differente, divenendo, di volta in volta, stabilizzatori o neutralizzatori.
Se prendiamo in considerazione la spalla, ad esempio, per ottenere il movimento di flessione devono agire i fasci anteriori del muscolo deltoide, i fasci claveari del muscolo grande pettorale, il muscolo bicipite brachiale ed il muscolo coracobrachiale, coordinati dal sistema nervoso, con differenti gradi di contrazione a seconda dell’angolo di proiezione anteriore del braccio; lo stesso si può dire in caso di estensione dove la sinergia si attua per la contrazione del muscolo gran dorsale, del muscolo grande rotondo, del capo lungo del tricipite brachiale e dei fasci posteriori del deltoide.
Per ottenere l’abduzione cooperano il muscolo deltoide, nella sua interezza, il muscolo sopraspinato, ed il capo lungo del muscolo bicipite brachiale mentre i fasci sterno-costali ed addominali del muscolo gran pettorale, il capo breve del muscolo bicipite brachiale, il muscolo gran dorsale, il muscolo grande rotondo, il capo lungo del muscolo tricipite brachiale ed i fasci posteriori più caudali del deltoide partecipano nell’adduzione; sono extrarotatori il muscolo piccolo rotondo, il muscolo infraspinato assistiti ancora una volta da fasci posteriori del muscolo deltoide, mentre i fasci anteriori, sempre del muscolo deltoide, intervengono assieme al muscolo gran pettorale, al muscolo gran dorsale, al muscolo grande rotondo ed al muscolo sottoscapolare nell’intrarotazione.
La stessa analisi dei vettori di moto può essere effettuata per ogni articolazione: uno stesso muscolo, a seconda dei suoi cooperanti, diviene elemento di differenti sinergie, passando da agonista ad antagonista, da stabilizzatore a neutralizzatore: è solamente la coordinazione neurologica che evita possibili discinesie e permette che il movimento diventi fluido ed espressivo della nostra volontà di azione.
Come abbiamo visto, i muscoli non lavorano necessariamente in competizione secondo la dualità agonista/antagonista, ma si assistono reciprocamente sia per gesti semplici, sia nell’esecuzione di movimenti complessi che interessano differenti articolazioni.
Possiamo applicare la stessa analisi per analizzare le direzioni di movimento dell’anca, con i muscoli sinergici per ogni vettore: la flessione avviene per l’azione del muscolo ileo-psoas, del muscolo retto femorale, del muscolo sartorio, del muscolo gracile, del muscolo tensore della fascia lata, del muscolo adduttore lungo e del muscolo adduttore breve; l’estensione coinvolge il muscolo grande gluteo, il muscolo bicipite femorale, il muscolo semitendinoso, il muscolo semimembranoso, i fasci posteriori del muscolo medio gluteo, i fasci posteriori del muscolo piccolo gluteo, il muscolo piriforme ed il muscolo adduttore magno. L’abduzione è il frutto della sinergia del muscolo medio gluteo, del muscolo piccolo gluteo, del muscolo piriforme e del muscolo tensore della fascia lata, mentre l’adduzione è ottenuta dalla cooperazione del muscolo adduttore lungo, del muscolo adduttore breve, del muscolo adduttore magno e del muscolo gracile; l’extrarotazione è dipende dai fasci posteriori del muscolo grande gluteo, dai fasci posteriori del muscolo piccolo gluteo, dal muscolo sartorio, dal muscolo ileo-psoas, dal muscolo piriforme, dal complesso dei muscoli adduttori e l’intrarotazione comporta la contrazione coordinata del muscolo tensore della fascia lata, dei fasci anteriori del muscolo medio gluteo, dei fasci anteriori del muscolo piccolo gluteo, della porzione del muscolo adduttore magno che si inserisce sul tubercolo adduttorio.
classificazione funzionale
La collaborazione nell’azione motoria di muscoli dotati di un’azione distinta, determina, de facto, un incremento dell’efficacia e dell’armonia del gesto; possiamo definire funzionalmente i muscoli sinergici in:
⇒ muscoli agonisti – agiscono tramite contrazione concentrica, per coadiuvare sinergicamente il movimento articolare generato dal primo motore;
⇒ muscoli stabilizzatori – operano, per contrazione isometrica, al fine di mantenere stabile l’articolazione e le parti del corpo verso cui vengono direzionati i vettori di movimento;
⇒ muscoli neutralizzatori – si adoperano, grazie alla contrazione isometrica, a ridurre i movimenti non voluti, dipendenti dall’attivazione degli agonisti;
⇒ muscoli antagonisti – per quanto apparentemente caratterizzati da un’azione opposta a quella del primo motore e, quindi, contraddistinti da una valenza ostativa più che sinergica, attraverso la contrazione eccentrica, facilitano la fluidità di movimento e limitano l’eventuale eccesso di forza; teoricamente sono destinati a compiere il movimento opposto a quello desiderato, ma praticamente svolgono un’azione di integrazione motoria.