ultimo aggiornamento: 17 Luglio 2020 alle 1:05
descrizione
Muscolo di forma anulare disposto intorno ad un passaggio naturale o ad un orifizio che, contraendosi, è in grado di restringerne o chiuderne il lume oppure, al contrario, rilassandosi permette il transito attraverso lo stesso; normalmente è la risultante dall’unione sulla linea mediana di due muscoli semiorbicolari anche se, a volte, si riconoscono complessi muscolari in grado di svolgere una azione valvolare, dotati cioè di funzione sfinterica, pur non essendo sfinteri anatomici, così come esistono muscoli costrittori che svolgono tale funzione.
Dal latino sphincter, originato dal greco σϕιγκτήρ (sfinktír), derivato da σϕίγγω (sphíngō → stringere).
anatomia funzionale e fisiopatologia sfinterica
Possono essere suddivisi in:
⇒ sfinteri anatomici – contraddistinti da un ispessimento muscolare localizzato e spesso circolare, per facilitare la loro azione;
⇒ sfinteri funzionali – differenziati dall’assenza di strutture specifiche che ottengono la continenza valvolare indirettamente, attraverso la contrazione dei muscoli estrinseci (intorno) o muscoli intrinseci (entro) alla struttura.
Quando richiesto dai normali processi fisiologici, possono essere controllati sia volontariamente, attraverso l’azione dei nervi somatici, sia involontariamente, per la supervisione del sistema nervoso autonomo: la loro azione precipua si esplica nel controllare l’ingresso e l’uscita di sostanze semisolide, liquide o fluide, mantenendosi abitualmente in uno stato di contrazione, poiché si rilassano solo quando devono far passare le sostanze.
Gli sfinteri non sono presenti solo a livello degli organi cavi o dei visceri, ma possono essere identificati anche nell’apparato cardio-vascolare, in particolare a livello delle metarteriole: gli sfinteri precapillari svolgono un ruolo fondamentale nel controllo della perfusione tessutale e nella distribuzione ematica a livello dei distretti corporei.
L’acquisizione del controllo diurno degli sfinteri avviene, in genere, nel corso del secondo anno di vita, mentre si matura la padronanza sfinterica notturna tra i due ed i quattro anni: si tratta di un processo naturale che deriva dallo sviluppo psicofisico del bambino. La piena gestione sfinterica richiede la presenza di tre fattori concomitanti: la maturazione fisiologica relativa ai nervi motori che controllano gli sfinteri ed a quelli sensitivi che permettono di percepire che la vescica sia piena o che il retto contenga le feci; il completo sviluppo intellettivo che comporta la presa di coscienza dei propri bisogni e la possibilità di comunicare per chiedere aiuto associato alla maturazione affettiva che comporta l’identificazione del bambino con l’adulto.
Talvolta gli sfinteri manifestano fenomeni di distonia, responsabili delle alterazioni della normale efficienza valvolare, che possono causare modificazioni della continenza, cioè insufficienza funzionale di chiusura o apertura sfinterica; ugualmente si possono riscontrare manifestazioni di discinesia, con mancata coordinazione dell’apertura o della chiusura nei tempi dipendenti dai movimenti peristaltici.
sfinteri dell’apparato gastro-intestinale
Nel corpo si riconoscono differenti sfinteri, a livello gastro-intestinale:
⇒ sfintere esofageo superiore – comunemente abbreviato con l’acronimo U.E.S., dalle iniziali di Upper Esophageal Sphincter, è uno sfintere anatomico situato tra l’esofago cervicale e l’ipofaringe, che, assieme all’epiglottide, controlla il transito di gas e sostanze dalla bocca allo stomaco, impedendo che il bolo alimentare penetri nella trachea ed opponendosi al passaggio di aria dalle vie aeree superiori all’esofago (aerofagia), ed al rigurgito o al reflusso del contenuto gastro-esofageo verso il faringe o le vie aeree.
⇒ sfintere esofageo inferiore – sfintere funzionale, sito a livello del cardias, cioè nella zona di trapasso fra l’esofago e lo stomaco: impedisce il reflusso del chimo acido nell’esofago. I due sfinteri esofagei, per permettere la deglutizione, il rigurgito e l’eruttazione, devono lavorare in sinergia e cooperazione per poter coordinare queste funzioni fondamentali.
⇒ piloro – valvola posta a livello dell’antro gastrico: ostacola il transito del cibo indigesto o che non possegga la sufficiente osmolarità, verso il tubo enterico.
⇒ sfintere di Oddi – situato allo sbocco del coledoco e del dotto pancreatico nella parete del duodeno, a livello dell’ampolla di Vater, è deputato a controllare l’immissione delle secrezioni epato-pancreatiche nell’intestino tenue: è un sistema complesso costituito da tre differenti sfinteri, cioè lo sfintere del coledoco, che avvolge le vie biliari provenienti dal fegato e dalla cistifellea, contenuta nel legamento epato-duodenale, lo sfintere del dotto pancreatico, che controlla il fluido pancreatico trasportato dal dotto di Wirsung e lo sfintere epato-duodenale, una struttura muscolare a forma di otto che avvolge sia il coledoco e il dotto di Wirsung. Lo sfintere di Oddi regola e controlla il rilascio della bile e del succo pancreatico nel duodeno, favorendo l’emulsione del chimo gastrico con i secreti epato-pancreatici che formano il chilo intestinale deputato ad essere digerito nel digiuno; evita il reflusso dei contenuti duodenali nei dotti biliari e nel dotto di Wirsung, prevenendo i processi infiammatori del pancreas; stimola il riempimento della colecisti con la bile epatica. La sua funzione è fondamentale per l’organismo, in quanto la sua chiusura tramite contrazione, nella fase del digiuno, causa la risalita della bile lungo il coledoco e, di conseguenza, lungo il dotto cistico, portandola alla cistifellea, dove verrà accumulata e concentrata; in seguito ad un pasto caratterizzato dalla presenza di lipidi, l’azione colagoga della colecistochinina, favorisce il rilascio della bile e l’apertura dello sfintere di Oddi, favorendo l’insorgenza di un’onda peristaltica.
⇒ valvola Ileo-Cecale – complesso muscolare ad azione valvolare, presente nel passaggio fra intestino tenue ed intestino crasso, costituito dall’ispessimento delle fibre circolari e spiraliformi della tonaca muscolare dell’intestino tenue, a livello della fossa iliaca destra; detta anche valvola di Bauhin, regola il transito del chilo verso il cieco: la sua funzione è di aumentare il tempo di permanenza del chimo nell’ileo, tratto preposto all’assorbimento dei nutrienti, e impedire, chiudendosi, il reflusso del contenuto intestinale dal crasso al tenue oppure, all’opposto, di consentire l’afflusso del contenuto intestinale dal tenue nel crasso. In caso di malfunzionamento è possibile si sviluppi la Sindrome della Valvola Ileocecale.
⇒ valvola di Huston – posta nella fossa iliaca sinistra, non potrebbe essere definita “valvola” anatomicamente, in quanto è una struttura caratterizzata dall’incremento dell’altezza e dalla prossimità delle pliche site nel passaggio fra colon sigmoideo e ampolla rettale (giunzione retto-sigmoidea), una serie di ispessimenti della mucosa del tratto terminale del colon, definite “plica transversalis recti” (pliche trasversali del retto o pliche di Kohlrausch); le pliche, pur non avendo una struttura valvolare o sfinterica, assumono un ruolo significativo nel controllo della defecazione: quando la zona rettale è vuota, le pieghe rettali collassano una sull’altra, creando una struttura che rende difficoltoso il transito di sostanze. La plica “sostiene” il peso della massa fecale presente a livello del sigma, evitando che occupi la zona dell’”ampulla recti” e controllando, in tal modo, lo stimolo all’evacuazione: quando il contenuto intestinale impegna quest’area, le terminazioni nervose presenti nella tonaca mio-enterica dell’ampolla rettale, attraverso la stimolazione del nervo pudendo, inducono un “riflesso intrinseco” (riflesso eccitatorio retto-anale) che attiva l’urgenza della defecazione ed un riflesso parasimpatico per il rilascio degli sfinteri; il mal funzionamento di questi riflessi causa la Sindrome della Valvola di Huston.
⇒ sfintere anale – complesso sfinterico anatomicamente definito, caratterizzata dalla presenza di due strutture, una involontaria (muscolo sfintere anale interno) ed uno sotto il controllo cosciente (muscolo sfintere anale esterno). L’encopresi è rappresentata dalla defecazione nei vestiti in chi abbia superato l’età per il controllo sfinterico; può essere primaria o secondaria oppure diurna (più frequente) o notturna: spesso si sviluppa in seguito alla costipazione. L’incontinenza fecale è un disturbo caratterizzato dalla perdita involontaria di feci e gas intestinali: chi ne soffre non riesce a controllare, del tutto o in parte, la defecazione e lo sfintere anale; generalmente è legata alla perdita di elasticità dei muscoli del retto oppure a lesioni del sistema nervoso. È più frequente in chi soffre di stipsi o diarrea cronica/acuta.
sfinteri dall’apparato urinario
Il sistema vescicale è caratterizzato dalla presenza di uno sfintere vescicale ed uno sfintere uretrale, che controllano la minzione: l’uretra, nel punto di passaggio attraverso il diaframma urogenitale, è circondata da una sottile striscia di muscolatura striata, lo sfintere esterno, sotto il controllo volontario che, come conseguenza della stimolazione dei tensocettori vescicali attivati dall’incremento del volume urinario, si rilascia provocando la distensione dello sfintere interno (riflesso minzionale); in presenza di ritenzione grandi volumi di urina, il riflesso minzionale può provocare una pressione tale da aprire lo sfintere interno, con un rilasciamento riflesso anche dello sfintere esterno. È definita enuresi primaria l’emissione attiva completa ed incontrollata di urina dopo che sia passata l’età della maturità fisiologica; l’enuresi secondaria si caratterizza come un ritorno dopo un periodo in cui il controllo è stato acquisito.
sfintere della pupilla
Complesso di fibre muscolari lisce circolari dell’iride, che regola l’apertura della pupilla, insieme al muscolo dilatatore, provocando miosi (chiusura) come forma di adattamento alla luce (riflesso pupillare); la sua azione permette anche l’accomodazione (riflesso sincinetico); il muscolo orbicolare dell’occhio, per la sua attività, è detto sfintere delle palpebre.