ultimo aggiornamento: 21 Gennaio 2024 alle 0:13
definizione
Detta anche minzione imperiosa o urgenza minzionale è l’incapacità di trattenere l’urina dal momento in cui si inizia a sentire lo stimolo: spesso è associata, sebbene non necessariamente, a incontinenza urinaria da urgenza, pollachiuria, nicturia e cistite interstiziale; dal latino mictus, derivato da mingĕre (→ orinare) associato a imperiosus, che deriva da impĕrĭum, termine che esprime un comando perentorio, un ordine tassativo ovvero l’imposizione di una volontà assoluta.
Si parla di mitto imperioso o di minzione imperiosa, per sottolineare il carattere pressante, irresistibile ed impellente, cioè il bisogno di urinare senza poter procrastinare, descrivendo l’improvvisa ed irresistibile urgenza di mingere: questa evenienza può presentarsi in concomitanza con certe attività sportive, alcuni movimenti involontari, o essere anche semplicemente scatenata da un pensiero e dalla suggestione
descrizione – cause
Oggettivamente non esiste una chiara definizione di cosa possa essere definito imperioso in relazione al numero di volte con cui il paziente è costretto a urinare: quando si parla di urgenza minzionale si suole semplicemente descrivere la preponderante e schiacciante necessità di arrivare immediatamente in un bagno non appena si avverte lo stimolo, non di rado accompagnato da un senso di ansia per la paura di non poter trattenere lo stimolo o addirittura l’urina oppure di non poter raggiungere immediatamente una toilette; a questo disagio si può aggiungere il disconfort ed il distress dovuto alla sensazione di “sgocciolamento post-minzionale”.
La minzione imperiosa può associarsi alla necessità di urinare spesso (pollachiuria) e l’impulso della minzione si manifesta all’improvviso, talvolta accompagnato da dolore o disagio nella vescica o nel tratto urinario oppure da incontinenza (prolungata o solo notturna); la sintomatologia tende ad aumentare con l’età e, quando incontrollabile e non gestita per tempo con l’aiuto di un professionista, può provocare incontinenza da urgenza. In alcuni casi la necessità impellente di urinare è associata alla sindrome della vescica iperattiva, una condizione urologica contraddistinta da urgenza minzionale, aumento della frequenza menzionale, incontinenza da urgenza e distensione dell’addome.
Occorre distinguere l’incontinenza da urgenza, dovuta all’iperattività della vescica, cioè causata da contrazioni involontarie dei muscoli che generano una situazione di urgenza minzionale, dall’incontinenza urinaria propriamente detta, ovvero dalla perdita delle urine indipendentemente dall’atto volontario della minzione; quest’ultima, talvolta, è possibile che si presenti sotto forma di incontinenza da sforzo, una perdita involontaria di piccole quantità di urina in situazioni di sforzo o durante la tosse in cui l’aumentata pressione addominale si trasmette alla vescica e supera le resistenze dello sfintere urinario.
Il normale funzionamento della vescica è determinato da una complessa interazione tra i meccanismi volontari e quelli involontari, da fattori neurologici e stati psicologici o emotivi, attività muscolo-scheletrica e attività renale: lo squilibrio di uno qualunque degli elementi che compongono questo sistema sinergico può contribuire all’insorgenza dell’urgenza minzionale e, quindi, allo svilupparsi della sindrome da vescica iperattiva; anomale e involontarie contrazioni del muscolo detrusore della vescica possono determinare l’insorgenza di uno stimolo impellente di urinare anche se la vescica non è ancora completamente riempita e venga generato il normale stimolo di minzione
Altre cause potrebbero essere l’elevata produzione di urina, come nel caso in cui sia presente poliuria, come effetto della presenza di diabete mellito, diabete insipido o di una alterata funzionalità renale, oppure come conseguenza dell’uso di farmaci diuretici; anche squilibri, anomalie o patologie a carico della vescica, come la presenza di calcoli vescicali, alterata sensibilità della parete vescicale, disturbi neurologici contraddistinti da iperestesia, ipertono o iperattività: questo fenomeno può dipendere non solo da un problema locale (intramurale), ma essere l’espressione di un danno a carico del sistema nervoso centrale, del midollo spinale, dei nervi o di altre zone del corpo che condividono lo stesso neurotomo come conseguenza di fenomeni di facilitazione segmentale con disergie a carico della muscolatura vescicale (ad esempio la diverticolite o i processi flogistici a carico dell’intestino, la sindrome dell’intestino irritabile, la leaky gut syndrome, solo per citarne alcuni …).
Le patologie a carico della prostata come, ad esempio, l’iperplasia prostatica benigna, infezioni della prostata o la prostatite, sono fra le cause comuni negli uomini adulti, sia per l’azione meccanica di “occupazione di spazio” nella vescica, che riduce il volume disponibile allo stoccaggio di urina, sia per l’azione di stimolazione neurogena; ugualmente la gravidanza, in particolare in fase avanzata (terzo trimestre), a causa delle aumentate dimensioni dell’utero che generano pressione sulla vescica rientra fra i possibili agenti causali dell’urgenza minzionale. Altri possibili agenti eziologici, nella donna, sono l’endometriosi, le gravidanze multiple, il prolasso vescicale o il cedimento del pavimento pelvico, il cistocele o un eccesso di peso che, causando pressione sulla vescia, può sfiancare lo sfintere uretrale e causare incontinenza; anche le infezioni vaginali e la vaginite devono essere inserite nella possibile diagnosi differenziale.
Le infezioni del tratto urinario o alcune malattie sessualmente trasmissibili (spesso con il coinvolgimento del Trichomonas Vaginalis) devono essere prese in considerazione, nella diagnosi differenziale, anche in assenza di sintomi evidenti, quadri clinici sospetti come cistite, stranguria, pollachiuria o disuria; anche l’eccessiva assunzione di caffeina (o teina, teofillina e teobromina), tisane a effetto diuretico e “sgonfiante” oppure di alcool sono fra i possibili agenti eziologici del mitto imperioso: non bisogna dimenticare la “pratica salutista”, molto di moda in certi ambienti, di assumere grandi quantità di acqua o liquidi, con l’idea che «bere fa bene».
Elementi eziologici della minzione imperiosa possono essere i tumori della vescica, del cavo retto del Douglas, del retto, della prostata, dell’utero o dell’area circostante, così come i trattamenti radioterapici effettuati in regione pelvica non devono essere esclusi nell’anamnesi per una corretta diagnosi; ugualmente i disturbi del sistema nervoso di tipo ischemico (ictus) o degenerativo (morbo di Alzheimer, morbo di Parkinson …) hanno un ruolo importante, soprattutto nei soggetti anziani.
La vescica iperattiva, la cistite interstiziale sono due manifestazioni meno note ma che possono avere un ruolo primario nella genesi del mitto imperioso, anche se solitamente sono accompagnati da altri sintomi vescicali, così come il disturbo d’ansia possiede un ruolo principe in alcune manifestazioni, frutto della somatizzazione a livello minzionale di questo stato di disconfort psicologico o somatoemotivo.
trattamento del mitto imperioso
Risulta evidente che, essendo l’urgenza minzionale un sintomo condiviso da molte condizioni disfunzionali, neurogene o patologiche, un’attenta anamnesi ed un esame obiettivo siano elementi fondamentali per effettuare una corretta diagnosi differenziale e discriminare anche i quadri patologici di pretta pertinenza medica e quelli che possono trarre beneficio dall’intervento del professionista del ben-essere; le infezioni delle vie urinarie, misconosciute e asintomatiche o le malattie a trasmissione sessuale come la tricomoniasi (quasi sempre paucisintomatica), sono la causa più comune di una frequente minzione imperiosa, pertanto si dovrebbe suggerire, anche in assenza di sintomi evidenti, di effettuare una ricerca laboratoristica (urinocoltura, tampone vaginale, spermocoltura …) per confermare o escludere questo sospetto diagnostico: nel caso di positività all’infezione è possibile, per l’artigiano della salute, ricorrere a supplementi nutrizionali, nutraceutici e presidi igienici e comportamentali (modifica dello stile di vita) per affiancare (o integrare, talvolta sostituire) la terapia antibiotica, soprattutto in presenza di recidive ricorrenti.
Una volta escluse cause di esclusiva pertinenza medico-chirurgica, dove comunque è possibile, da parte del professionista del ben-essere, un’opera di riequilibrazione e sostegno, è possibile intervenire in un’ottica di normalizzazione dei quadri disfunzionali; le tecniche del Cranio-Sacral Repatterning®, caratterizzato da contatti gentile e delicati e non invasivi, spesso è in grado di sortire miglioramenti significativi a livello sintomatologico: la possibilità di effettuare un trattamento integrato che miri a riequilibrare il sistema nervoso nella sua interezza ed ad abbassare la soglia di irritabilità recettoriale agli stressor, oltra all’azione di reset a livello neurologico e degli stati ansia, può rendere questa metodica una scelta di elezione, soprattutto alla presenza di quadri dive disconfort e distress sono un elemento chiave, anche per la recidività delle manifestazioni ed il coinvolgimento della sfera sessuale.