ultimo aggiornamento: 19 Agosto 2020 alle 16:01
etimologia – definizione
Termine derivato dal greco χολή (kholḗ → bile), κύστις (kýstis → vescica, cavità) e κινέω (kinêo → muovere, stimolare), la colecistochinina (CCK), detta anche pancreozimina (PZ), è ormone octaeptidico della famiglia dei neuropeptidi intestinali, appartenente al gruppo degli enter-ormoni.
produzione – funzioni
Secreta da particolari cellule della mucosa dislocate lungo il duodeno e il digiuno, la colecistochinina stimola la contrazione della cistifellea, favorendo il deflusso della bile nel duodeno; durante il digiuno (fasting), la colecisti concentra la bile che le arriva prodotta dal fegato, assorbendone acqua e conservando e concentrando i sali biliari per rilasciarli in occasione del pasto, quando a livello del duodeno pervengono lipidi e amminoacidi di origine alimentare: la colecistochinina riduce il tono dello sfintere di Oddi, permettendo in questo modo il transito della bile colecistica e di quella prodotta estemporaneamente dal fegato, verso la papilla di Vater, per permettere il rilascio nel secondo tratto del duodeno, in associazione con gli enzimi pancreatici trasportati dal dotto di Wirsung.
La colecistochinina aumenta la secrezione enzimatica delle cellule acinose del pancreas (per cui viene chiamata anche colecistokinina o pancreozimina); stimola la motilità intestinale; inibisce la produzione di gastrina; provoca il rilasciamento dello sfintere esofageo inferiore (LES); stimola la secrezione di insulina a livello delle cellule beta delle isole di Langerhans del pancreas e, tramite stimolazione vagale, determina il senso di sazietà.
colecistochinina come neurotrasmettitore
A livello del sistema nervoso centrale, la colecistochinina è spesso localizzata negli stessi neuroni che utilizzano la dopamina o il GABA (γ-aminobutyric acid) come neurotrasmettitore principale: interagisce con specifici recettori neuronali ed esplica un’azione depressiva sull’appetito, nonché una cospicua azione anticonvulsiva, sedativa e analgesica, in parte tramite la liberazione di catecolamine e di encefaline.
È stata, inoltre, suggerita una sua implicazione nell’insorgenza della schizofrenia e del disturbo di panico, nei disturbi d’ansia in generale, e nei disturbi alimentari psicogeni.
La sua funzione è svolta grazie all’azione esercitata sul complesso vagale dorsale: è un ormone anoressizzante, che riduce il senso di fame e il bisogno di assumere cibo, ed è per questo chiamato ormone della sazietà, svolgendo un ruolo cruciale nel modulare l’assunzione alimentare: segnala allo stomaco di rallentare il proprio svuotamento, in modo da lasciare all’intestino tenue il tempo necessario per completare al meglio la digestione dei grassi e dei protidi; la somatostatina esercita un effetto inibitorio sulla secrezione di colecistochinina, che viene progressivamente ridotta anche dal calo del flusso di grassi e proteine dal piloro gastrico al duodeno.