ultimo aggiornamento: 29 Ottobre 2020 alle 13:11
definizione
Letteralmente, sofferenza del tendine: dal greco τένων (ténōn → tendine), derivato da (teinein → allungare), attraverso il latino tendo (o tendinem), dal verbo tendĕre (→ tendere), assieme a –πάϑεια (pátheīa → sofferenza), derivato dal verbo πάσχω (páscho → soffrire).
I tendini sono strutture indispensabili al movimento, in quanto fungono sostanzialmente da trasmettitori inerziali dell’energia meccanica espressa dalla componente motoria del tessuto muscolare ed il coefficiente resistivo esercitato dalle strutture ossee; sono caratterizzate dalla presenza di due giunzioni: quella osteo-tendinea (entesi), e quella muscolo-tendinea.
Ogni volta che che il muscolo si contrae, soprattutto in caso di attività fisica intensa, tutte le strutture dell’apparato locomotore vengono regolarmente sottoposte a stress, a volte ai limiti della loro resistenza; il segmento più sensibile al sovraccarico funzionale è proprio quello tendineo, che assorbe l’energia cinetica muscolare e la trasmette, distribuendola e graduandone le sollecitazioni, al segmento osseo relativo. Sul tendine pesa tutta la forza generata dal muscolo, e, per questo, è necessario che la struttura sia dotata di caratteristiche di robustezza e resistenza; per quanto siano strutture fibro-connettivali molto robuste, poiché hanno una limitata capacità di rigenerazione, una volta che si sono create lesioni o microlesioni, a causa di sforzi eccessivi e ripetuti, la struttura tendinea ha bisogno di tempi molto lunghi per riparare il danno.
Le alterazioni flogistiche, degenerative o traumatiche dei tendini e delle zone immediatamente limitrofe, che possono portare all’insorgenza di varie patologie, vengono indicate, genericamente, col termine di tendinopatie; a seconda del tipo di manifestazione e dei tessuti coinvolti, possono essere classificate in:
⇒ tendinite: processo infiammatorio del tendine;
⇒ entesite; detta anche tenoperiostite o tendinopatia inserzionale è il processo infiammatorio del l’inserzione ossea del tendine;
⇒ peritendinite: infiammazione del peritenonio, cioè del complesso di guaine connettive che avvolge il tendine e i suoi fasci costitutivi;
⇒ tenosinovite: chiamata anche tenovaginite: processo flogistico a carico della guaina sinoviale che riveste il tendine;
⇒ tendinosi: processo degenerativo cronico del tendine, che a lungo andare diventa più fragile e perde tonicità; tipico delle persone anziane, delle persone che continuano a sottoporre a sforzi eccessivi tendini come gli sportivi, soprattutto nel caso in cui la funzionalità sia già compromessa. Può essere anche conseguenza dell’assunzione prolungata di corticosteroidi.
⇒ entesopatia: patologia degenerativa del punto d’inserzione del tendine.
⇒ rottura del tendine: rottura sottocutanea, caratterizzata da degenerazione del tendine con interruzione completa della continuità delle fibre tendinee, distinta dalle lesioni da taglio o rottura traumatica.
Esistono situazioni funzionali od organiche, che possono favorire l’insorgenza delle tendinopatie: squilibri funzionali tra gruppi muscolari antagonisti che possono sottoporre un muscolo a contrazioni di abnorme intensità e il suo tendine a sollecitazioni eccessive, come accade dopo traumi o infortuni muscolari oppure in caso di inadeguata preparazione fisica; ad esempio un’insufficiente stabilizzazione della pelvi da parte degli addominali è responsabile del sovraccarico inserzionale dei tendini degli adduttori della coscia, che può portare a pubalgia.
Anche la dismetria degli arti inferiori (eterometria) o la presenza di una distorsione pelvica, possono determinare una serie di compensi secondari che possono essere responsabili di tendinopatia rotulea o tendinopatia achillea oppure dell’insorgenza di lombalgie. La scarsa elasticità muscolare, l’invecchiamento dei tessuti tendinei dovuto a cronosenescenza o eccessivo carico atletico, la lassità articolare, il sovrappeso, lo stress cronico possono compromettere la struttura microscopica del tendine stesso.
Le tendinopatie sono un fenomeno frequente negli atleti, anche se spesso il problema viene sottovalutato, in quanto sia la qualità del gesto tecnico, sia la quantità e l’intensità del lavoro muscolare, oltre a elementi esterni quali le calzature, le superfici su cui si svolgono gli esercizi o gli attrezzi sono tutti elementi che contribuiscono alla genesi del problema tendineo. Infatti la corretta esecuzione di un gesto atletico prevede il raggiungimento del massimo risultato con il minimo sforzo, ottenibile solo con un perfetto sincronismo fra i diversi gruppi muscolari interessati; se questo non si verifica, l’esecuzione del gesto richiede uno sforzo superiore, con importanti ripercussioni negative su tutte le strutture coinvolte non solo in termini di sforzo fisico ma anche di un’aumentata incidenza di lesioni sia acute che da sovraccarico funzionale o da micro-traumi.
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