test di Ober

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ultimo aggiornamento: 23 Settembre 2023 alle 23:12

definizione

Il dottor Frank R. Ober, nel 1935, pubblicava sul Journal of the American Medical Association un articolo dal titolo “Back Strain and Sciatica”, dove veniva affrontato il rapporto fra il muscolo tensore della fascia lata e la bandeletta ileo-tibiale, in relazione alla porzione inferiore della colonna vertebrale lombare ed alla sciatalgia: il dottor Frank R. Ober, ideò il test, che prese il suo nome, per differenziare un dolore sciatalgico o una lombo-sciatalgia, da un dolore originato dall’infiammazione della banderella del Maissat.

Pur non potendo essere considerato un vero e proprio test diagnostico, l’obiettivo del test è valutare la lunghezza del muscolo tensore della fascia lata e l’eventuale presenza di una tensione e/o di un accorciamento anomalo sulla bandeletta del Maissiat, per effettuare una diagnosi differenziale rispetto ad altre condizioni dolorose dell’arto inferiore: per una maggiore precisione nel diagnosticare il ginocchio del corridore, può essere effettuato assieme al Noble compression test ed al Renne test.

Sia il test di Renne, sia il test di Noble sono devono considerati test provocatori, in grado di evocare i sintomi come indicatori di positività, mentre il test di Ober è meno invasivo e più generico; esistono un test di Ober classico ed un test di Ober modificato:

test di Ober classico

Il soggetto giace sul fianco controlaterale (decubito laterale sul lato non affetto) con il ginocchio flesso sufficientemente per eliminare la lordosi lombare, le anche in flessione neutra e con la spalla e il bacino perpendicolari al piano del lettino (per appiattire la lordosi lombare e stabilizzare meglio il soggetto da testare): l’esaminatore appoggia la propria mano sull’anca da testare, in corrispondenza del gran trocantere (dell’arto sopra) per stabilizzarlo, afferra con l’altra mano, immediatamente sotto il ginocchio, la gamba e flette passivamente il ginocchio del soggetto esaminato a 90°, mentre la gamba e la caviglia sono libere di distendersi all’indietro sotto il suo avambraccio e il suo gomito.

L’esaminatore compie un’ampia abduzione della coscia e quindi, una volta abdotta, una leggera iperestensione (adduce ed estende l’anca posteriormente); la parte inferiore della gamba resta flessa a 90°, mentre si fa attenzione a mantenere l’articolazione dell’anca in posizione neutra per quanto riguarda la rotazione: l’esaminatore fa scivolare la mano destra posteriormente lungo la gamba finché afferra la caviglia delicatamente, evitando la flessione e rotazione interna dell’anca, consentendo alla coscia di cadere verso il lettino lungo questo piano (non avvicinare l’arto verso il basso).

Se la bandelletta ileo-tibiale è accorciata, la gamba resterà̀ più̀ o meno stabilmente in abduzione, se invece la coscia scende di almeno 10° oltre la linea orizzontale il test è negativo: prestare attenzione a non ruotare internamente l’anca o a fletterla perché altrimenti la fascia lata perderebbe tensione e l’arto cadrebbe spontaneamente verso la linea mediana; in pratica il test viene considerato positivo quando si osserva l’incapacità di addurre ulteriormente l’anca oltre la linea orizzontale. Il test, anche per comparazione, deve essere eseguito anche sul lato controlaterale.

test di Ober modificato

Variante introdotta da Florence Peterson Kendall nel 1952, in cui il ginocchio della gamba da testare è totalmente esteso: il test di Ober modificato è identico test di Ober classico se non per il fatto che il ginocchio rimane completamente esteso ed il bacino viene stabilizzato manualmente: la logica sottostante all’introduzione di un test di Ober modificato è di ridurre ogni possibilità di influenza da parte della tensione del muscolo retto femorale, che potrebbe limitare i risultati del test, diminuire la forza che agisce sulla parte mediale dell’articolazione del ginocchio, ridurre la tensione sulla rotula, fornendo un allungamento completo del muscolo tensore della fascia lata.

considerazioni

Entrambe le versioni del test di Ober si basano sul presupposto che una bandelletta ileo-tibiale infortunata sia più “tesa” di una sana; tuttavia, né il test classico né quello modificato sono sufficientemente sensibili per valutare effettivamente la tensione della bendelletta del Maissat: una positività ai test di Ober può indicare anche la presenza di restrizioni della capsula dell’anca e dei muscoli medio gluteo e del muscolo piccolo gluteo.

Gli individui che presentano una sindrome della bandelletta del tratto ileo-tibiale spesso manifestano debolezza dei muscoli abduttori dell’anca; si ipotizza che la debolezza dei muscoli abduttori dell’anca dovrebbe essere considerata una conseguenza del ginocchio del corridore, piuttosto che una causa: il dolore causato dalla compressione dei tessuti laterali altamente innervati è in grado di inibire la muscolatura dell’anca prossimale, fra cui il muscolo tensore della fascia lata ed il muscolo grande gluteo, in modo da ridurre la tensione nel tratto ileo-tibiale.

 

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