cresta iliaca

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definizione

Margine superiore dell’ala dell’ilio che delimita il bacino costituendo il margine latero-superiore della grande pelvi; nel bacino sono presenti due creste iliache, la cresta iliaca di destra e la cresta iliaca di sinistra.

descrizione

Sui bordi laterali, con orientamento anteriore e posteriore, l’ala presenta delle prominenze ossee che prendono il nome di spine: orientate in avanti, si evidenziano la spina iliaca anteriore-superiore (A.S.I.S.), che può essere palpata attraverso la cute e che rappresenta il limite anteriore della cresta iliaca, e la spina iliaca antero-inferiore (A.I.I.S.); orientate posteriormente, invece, prendono vita la spina iliaca postero-superiore (P.S.I.S.), un rilievo che rappresenta il limite posteriore della cresta iliaca, e la spina iliaca postero-inferiore (P.I.I.S.).

La cresta iliaca è costituita da una porzione di osso robusto, leggermente incurvato a S, che presenta un labbro interno, una linea intermedia e un labbro esterno; sull’ala, sono riconoscibili la superficie interna (fossa iliaca) e la superficie esterna (superficie glutea): la fossa iliaca è concava e rappresenta il punto d’origine del muscolo iliaco, mentre la superficie glutea è convessa, presenta delle linee semicircolari, denominate linee glutee, che rappresenta il punto d’aggancio dei muscoli glutei.

La muscolatura del distretto iliaco comprende da una parte i muscoli facenti parte della parete addominale e la muscolatura spino-appendicolare e, dall’altra, la muscolatura della coscia che trova sulla cresta iliaca l’inserzione prossimale.

I muscoli piatti e larghi, che contribuiscono a formare la parete addominale, ed muscoli spino-appendicolari che si inseriscono o originano dalla cresta iliaca, sono, in senso postero-anteriore:
→ muscolo gran dorsale, che origina dall’angolo inferiore della scapola, dalle ultime tre/quattro costole (IXa ÷ XIIa costa), dai processi spinosi delle ultime sei vertebre toraciche (T7 ÷ T12), dai processi spinosi delle vertebre lombari (L1 ÷ L5), dalla fascia toraco-lombare e dalla cresta iliaca: le fibre muscolari di tutte le parti del muscolo gran dorsale convergono in direzione della porzione prossimale dell’omero, dove risiede il punto di aggancio per l’inserzione terminale, in un’area della porzione prossimale dell’omero denominata solco intertubercolare dell’omero. La parte inferiore del margine laterale del muscolo grande dorsale costituisce il bordo mediale di uno spazio anatomico noto come triangolo lombare inferiore (o triangolo di Petit); a completare tale triangolo sono il muscolo obliquo esterno dell’addome (bordo laterale) e la cresta iliaca (bordo inferiore). Il grande dorsale è implicato nei movimenti del braccio, del tronco, della scapola e del bacino; inoltre, è coinvolto anche nel processo di respirazione forzata.
muscolo quadrato dei lombi, che origina dal legamento ileo-lombare della cresta iliaca e da parte della stessa cresta iliaca, dal margine inferiore della XIIa costa e dall’apice del processo costiforme della prime 4 vertebre lombari (talvolta anche da T12); fissa la XIIa costa, coadiuvando l’inspirazione, flette la pelvi dal proprio lato e, , se agisce insieme al suo contro-laterale, può estendere il tronco.
muscolo trasverso, che origina per mezzo di digitazioni dalla faccia interna delle ultime sei cartilagini costali, dal foglietto profondo della fascia toraco-lombare (fascia lombo-dorsale), dal labbro interno della cresta iliaca, dalla spina iliaca antero-superiore e dalla metà laterale del legamento inguinale (anteriormente); il muscolo, le cui fibre presentano un decorso trasversale, è posto profondamente al muscolo obliquo interno e si inserisce con la sua aponeurosi nella parte alta della linea alba e sulla faccia interna della cartilagine costale delle ultime 6 coste (VIIa ÷ XIIa). La parte inferiore dell’aponeurosi forma, insieme a quella del muscolo obliquo interno, il tendine congiunto, che si inserisce al margine superiore del pube, al tubercolo pubico e al margine mediale della cresta pettinea: contraendosi porta medialmente le coste (muscolo espiratorio), ha un ruolo nel mantenimento della postura e tramite la sua contrazione determina un aumento della pressione addominale, necessaria per sopportare le forze agenti sulla colonna vertebrale durante determinati esercizi.
muscolo obliquo interno, uno dei muscoli larghi che contribuiscono a formare la parete addominale, è posto in profondità subito sotto al muscolo obliquo esterno: partendo dal ligamento inguinale, dalla spina iliaca anteriore, dalla cresta iliaca e dalla fascia lombosacrale si porta verso l’alto allargandosi a ventaglio e termina in parte inserendosi sulle ultime quattro cartilagini costali; medialmente si esaurisce in due foglietti aponevrotici che, dopo aver circondato il muscolo retto del proprio lato si incrociano con l’analoga aponevrosi del muscolo obliquo interno contro laterale contribuendo a formare la linea alba. In basso, unendosi alla aponevrosi del muscolo trasverso dell’addome, finisce con il tendine congiunto che si inserisce sul tubercolo pubico; la sua contrazione ha effetto sulla parete addominale e sulla gabbia toracica, contribuendo alla dinamica respiratoria.
muscolo obliquo esterno: uno dei muscoli larghi che contribuiscono a formare la parete addominale, è il più superficiale fra i muscoli addominali ed il più grande dell’addome; origina dalle ultime otto coste dalle loro facce esterne ed dai margini inferiori, da cui, allargandosi a ventaglio, si porta medialmente ed in basso. La sua aponeurosi contribuisce, incontrando quella del muscolo omologo dell’altro lato a formare la linea alba: in alto si inserisce sul processo xifoideo dello sterno, in basso sulla cresta iliaca, sull’osso iliaco sul tubercolo pubico, posteriormente con il suo margine laterale contribuisce a delimitare il triangolo del Petit, sede di ernie addominali; la sua contrazione ha effetto sulla parete addominale e sulla gabbia toracica, contribuendo alla dinamica respiratoria.
Il muscolo retto dell’addome, che contribuisce a formare la parte mediana anteriore della parete addominale, non origina o si inserisce sulla cresta iliaca: è fasciato anteriormente e posteriormente da una guaina formata dalla fusione delle aponeurosi dei tre muscoli larghi dell’addome, che incrociandosi con quella dell’altro lato forma la linea alba; la sua contrazione aumenta la pressione endo-addominale, esercitando una funzione di torchio ed è in grado di flettere il torace sulla pelvi o viceversa.

La muscolatura della coscia che si inseriscono o originano dalla cresta iliaca è costituita da:
→ muscolo sartorio, un lungo muscolo nastriforme situato nella parte anteriore della coscia (il muscolo più lungo del corpo umano); origina dalla spina iliaca antero-superiore (A.S.I.S.) e si inserisce sulla superficie mediale dell’epifisi prossimale della tibia per mezzo di un tendine comune ai muscoli gracile e semi-tendinoso, che prende il nome di “zampa d’oca”. Il muscolo sartorio decorre quindi dall’alto in basso e dall’esterno all’interno, agendo sia a livello del ginocchio, consentendo la rotazione interna della tibia e la flessione della gamba, sia a livello dell’anca permettendo la flessione della coscia sul bacino e la rotazione esterna.
muscolo tensore della fascia lata, muscolo appiattito e allungato, situato nella parte laterale dell’osso iliaco: insieme al muscolo grande gluteo costituisce lo strato superficiale dei muscoli esterni dell’anca; origina dalla spina iliaca antero-superiore (A.S.I.S.) e dall’estremità anteriore della cresta iliaca e, per mezzo dei suoi fasci muscolari che decorrono lateralmente rispetto allo scheletro della coscia, si inseriscono in un lungo tendine che si fonde con la fascia lata formando un ispessimento, detto tratto ileo-tibiale (benderella del Maissiat), che prosegue in basso inserendosi al condilo laterale della tibia. Il tensore è un muscolo flessore, abduttore e rotatore interno dell’anca; tendendo la porzione laterale della fascia lata, flette la coscia sul bacino, la abduce e la ruota internamente; è uno stabilizzatore del ginocchio quando questo è esteso, a ginocchio piegato esso è in grado di fletterlo e ruotarlo esternamente, mentre quando prende punto fisso sulla fascia e sul condilo tibiale, inclina il bacino dal proprio lato, stabilizza il corpo quando, nella deambulazione e nelle corse, poggia su un solo arto, quindi è importante nella stazione eretta asimmetrica, poiché è un potente stabilizzatore del bacino insieme alla muscolatura glutea.
→ muscolo quadricipite femorale, muscolo situato, assieme al muscolo sartorio, nella parte anteriore della coscia, costituito da quattro capi: muscolo retto femorale, muscolo vasto mediale, muscolo vasto laterale e muscolo vasto intermedio; il muscolo retto femorale è l’unico che origina dalla spina iliaca anteriore inferiore e, assieme agli altri capi muscolari, fondendosi apparentemente in un unico tendine comune (che è formato dalla sovrapposizione di tre lamine) si inserisce sulla rotula (patella) e che prosegue inferiormente si inserisce sulla tuberosità tibiale, formando il legamento patellare, che rinforza la capsula articolare del ginocchio. Il muscolo quadricipite femorale, nel suo insieme, è uno dei più importanti per il mantenimento della stazione eretta e per la deambulazione: il muscolo retto femorale è un muscolo biarticolare che permette il movimento sia dell’articolazione coxo-femorale, sia dell’articolazione del ginocchio.

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