ultimo aggiornamento: 21 Marzo 2021 alle 22:08
definizione
Nell’ambito dei fattori causali alla base della patogenesi di un processo morboso o di una malattia, spesso è possibile identificare differenti tipologie di stressor, cioè di stimoli in grado di indurre, in modo acuto o cronico, un’alterazione dell’equilibrio dell’organismo; pertanto è possibile, spesso più concettualmente che oggettivamente, identificare cause determinanti o da fattori scatenanti, in grado cioè di svolgere un ruolo fondamentale nella genesi del processo dis-funzionale o nell’alterazione morfologica. Allo stesso modo ci sono fenomeni che, agendo da cause coadiuvanti, svolgono un ruolo favorente o si comportano da cofattori eziologici o da spine irritative, drenando l’organismo delle proprie energie e rendendolo più sensibile o vulnerabile.
considerazioni
I fattori disponenti alla patologia sono tutte quelle condizioni o tutte quelle cause, intrinseche, come la genetica, la razza, il sesso o l’età, ed estrinseche, quali il lavoro, l’ambiente l’alimentazione, che determinano una diminuzione dei normali poteri difensivi dell’organismo verso uno o più agenti morbosi, provocando da un lato un’aumentata suscettibilità dell’organismo ad ammalarsi, e dall’altro una diminuita capacità di reazione di fronte ai processi morbosi, che presentano perciò frequentemente un decorso più grave; predisponente è il participio passato del verbo predisporre, composto di pre– (dal latino prae-, che indica anteriorità nel tempo rispetto a un dato termine) e disporre, che a sua volta deriva dal latino dispōnĕre (→ collocare in un certo ordine): una causa predisponente è un fattore che prepara e stabilisce in precedenza, secondo un dato ordine, in vista di uno scopo futuro, in pratica una sorta di predestinazione.
Occorre pensare alla presenza di cause predisponenti come a fattori che rendono più suscettibile il corpo a un particolare effetto negativo ovvero gli elementi che “rendono propensi” alla malattia; in genere, i fattori più significativi sono riconducibili a tre tipologie principali:
⇒ tratti genetici: per quanto possa talvolta riuscire difficile da comprendere, la malattia è una attitudine ereditabile come sono trasmissibili da padre in figlio le caratteristiche personali, quali il colore degli occhi, la corporatura e tutte le altre che determinano quello che siamo; per quanto l’organismo miri a mantenere, in modo prioritario, il ben-essere dell’organismo, questa predisposizione non si esprime in condizioni normali ma si attiva in particolari circostanze, come una sorta di “variante” delle funzioni vitali.
La malattia è una potenzialità che si manifesta in base ai nostri comportamenti ed alle nostre scelte: occorre distinguere fra le malattie congenite e quelle ereditarie: le prime sono presenti alla nascita, mentre le seconde possono manifestarsi con tempi e modalità diversi da individuo a individuo in quanto il loro sviluppo dipende da molti differenti e molteplici fattori, ed è per questo che la predisposizione genetica si esprime in modi e tempi diversi, pur essendo predeterminata dal nostro patrimonio ereditario.
Non bisogna dimenticare che la predisposizione alle malattie, di origine genetica, talvolta è un fattore di protezione nei confronti di altre patologie più gravi o potenzialmente mortali per l’individuo o la specie, fattore che garantisce la permanenza della variante “malattia” nel genoma umano.
⇒ fattori ambientali – gli organismi viventi sono esposti a rischi connessi alle alterazioni ambientali, anche se, la risposta a tali variazioni dell’ecosistema, è assolutamente soggettiva dipendendo dalla capienza e resilienza individuali e dai meccanismi dello stress.
⇒ responsabilità soggettiva – l’educazione che riceviamo, i modelli di riferimento che ci sono offerti fin dalla nascita, la stratificazioni di patterns e metaprogrammi che ci “programmano” sono tutti fattori che limitano la nostra capacità di espressione; anche se l’organismo è intrinsecamente orientato alla ricerca del ben-essere e dell’equilibrio, la salute non è una condizione scontata: per conservarla bisogna volerlo, e impegnarsi a farlo.