sindrome dolorosa del grande trocantere

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ultimo aggiornamento: 21 Settembre 2023 alle 19:12

definizione

Chiamata talvolta anche trocanterite o borsite trocanterica, è una patologia infiammatoria che interessa una o più borse sinoviali dell’epifisi prossimale del femore (grande trocantere), a livello dell’articolazione coxo-femorale: queste borse sinoviali, normalmente sgonfie e di piccole dimensioni, sono essenziali per migliorare lo scorrimento tendineo e per ammortizzare eventuali urti, preservando i tessuti da patologie da sovraccarico; anche se la trocanterite può interessare le borse profonde poste tra il tendine del muscolo gluteo medio ed il grande trocantere o quella presente all’interno del tendine del muscolo piccolo gluteo, la borsite trocanterica della borsa superficiale (detta sindrome del tensore della fascia lata) è la più frequente e, in questo caso, il processo flogistico, spesso accompagnato da dolore piuttosto marcato, interessa la borsa sinoviale sita tra il grande trocantere, la bendelletta del Maissat ed il muscolo tensore della fascia lata.

La sindrome del tensore della fascia lata oltre ad essere la più frequente, generalmente non si manifesta in modo eccessivamente grave ed invalidante, mentre quando la borsite interessa anche le borse profonde (tra il tendine del grande gluteo e l’osso o all’interno del tendine del piccolo gluteo) il quadro clinico è spesso più complicato; la trocanterite, solitamente, ha una eziologia prevalentemente meccanica, provocando dolore nella sede interessata, spesso in associazione a gonfiore (tumor), eritema (rubor) e limitazione funzionale (functio laesa), mostrando pertanto i classici segni dell’infiammazione: spesso la causa è funzionale, dipendendo dalla frizione o dal sovraccarico a carico delle strutture, ma può essere di origine traumatica.

La borsite trocanterica può essere scatenata da un processo infiammatorio dovuto all’azione meccanica di muscoli o tendini, che sfregano sulla borsa o la spingono contro il femore, anche se più spesso si verifica a causa di una contusione, frequentemente in corrispondenza di un trauma da caduta o da contatto pesante in certi sport (come il rugby).

Meno frequentemente è il frutto di uno stimolo modesto e continuo, graduale, come il trauma ripetitivo che si manifesta nella corsa (soprattutto in presenza di muscoli deboli o tecnica incompleta), camminata in salita (uphill walking) e ciclismo (soprattutto quando il cannotto della sella è regolato male, troppo in alto).

La borsite trocanterica può anche essere un danno secondario provocato da condizioni croniche quali scoliosi, dismetria degli arti, debolezza dei muscoli dell’anca, osteoartrosi dell’articolazione coxo-femorale o del rachide, calcificazioni sui tendini del muscolo grande gluteo che scorre sopra la borsa.

sintomi e complicazioni

Il sintomo principale della borsite trocanterica è il dolore intenso nelle fasi acute, che aumenta o diminuisce a seconda della postura e del movimento, o che si mantiene sotto forma di dolore sordo: nei casi gravi di trocanterite si possono distinguere anche gonfiore e rossore in sede trocanterica, sul fianco.

Il dolore della borsite trocanterica si può manifestare sia a livello locale, sul lato del fianco interessato, sia come irradiazione lungo tutta la coscia esterna, potendo continuare fino al ginocchio; non di rado la pressione esercitata sull’area durante il sonno, soprattutto quando si dorme a lungo sul fianco interessato, può esacerbare l’intensità dolorifica, con fitte e manifestazioni acute.

Ogni attività che provochi una pressione sul trocantere o coinvolga l’azione dei muscoli che si inseriscono su di esso può esacerbare la sensazione dolorosa o il processo flogistico, come il salire le scale o rimanere seduti a lungo con le gambe incrociate; il dolore può risultare particolarmente vivo ed essere scatenato dall’atto di alzarsi dalla posizione seduta, soprattutto dopo lunghi periodi in cui si è rimasti seduti e in particolare quando l’articolazione coxo-femorale è molto chiusa, l’azione di trazione esercitata dello psoas sul piccolo trocantere può incrementare, in modo indiretto, le forze che agiscono sul grande trocantere.

Nella deambulazione, nell’andatura elicoide, nella pedalata in bicicletta, nella corsa il movimento della fascia lata può esacerbare l’infiammazione, accentuando il dolore, così come la tensione cronica del muscolo tensore della fascia lata e del muscolo gluteo medio, nella postura eretta, soprattutto se mantenuta per lunghi periodi, peggiora la dolia e il disconfort.

Il dolore in genere è transitorio ma soprattutto quando insorgono anche gonfiore e rossore può divenire ingiustificato e/o limitante: qualora non si intervenga, la borsite trocanterica. oltre a provocare un peggioramento della qualità della vita, con alterazione del sonno e difficoltà nelle attività quotidiane, può comportare un sovraccarico dell’arto sano, associato a compromissione motoria e impossibilità di eseguire certi movimenti della coscia e dell’anca: nel lungo periodo questo comporta atrofia ed indebolimento muscolare e cronicizzazione dell’infiammazione.

Che fare?

Nei casi di trocanterite traumatica, il miglior approccio terapeutico è il trattamento locale con sostanze antinfiammatorie (Enzyme Pforesis Ice) e/o con l’assunzione di integratori nutrizionali ad azione antinfiammatoria (Pro-En-Zyme o Total FLM) o antidolorifica (Liga PN), utili peraltro anche nelle borsiti di origine disfunzionale; : essendo lo stress una concausa significativa, l’utilizzo di Pro-Cortisol-Balance, velocizza il recupero dopo allenamento, riducendo i danni provocati a livello muscolare ed articolare dall’eccesso di cortisolo.

Nei quadri di trocanterite funzionale il professionista del ben-essere, specializzato in Kinesiologia Transazionale®, deve necessariamente effettuare una valutazione multidimensionale in quanto il quadro sintomatologico è da considerarsi la localizzazione di una disfunzione somatica e/o di una alterazioni degli equilibri della postura e/o della deambulazione, che può essere ascendente, come nel caso dei problemi al ginocchio o, più frequentemente, di appoggio del piede o di gaits (riflessi podalici della deambulazione), oppure discendente: la riequilibrazione basata sul test muscolare permette di identificare, nell’ambito della poliedricità causale, le priorità su cui intervenire per non limitarsi al semplice regresso dello stato infiammatorio ma piuttosto per normalizzare lo stato di equilibrio e buon funzionamento delle relazioni neuro-tendino muscolari. L’articolazione coxo-femorale, il bacino, il rachide (non solo lombare ma in toto, con particolare attenzione al distretto cervicale) sono aree da prendere in considerazione sistematicamente in quanto sia il muscolo gluteo medio ed il muscolo piccolo gluteo, sia il muscolo tensore della fascia lata sono sistematicamente coinvolti negli atteggiamenti di compensazione e nelle posture antalgiche associate agli squilibri dell’area pelvica o alla presenza di distorsioni pelviche: questo non toglie nulla al fatto che utilizzando il test muscolare del tensore della fascia lata od il test muscolare del gluteo medio possano essere un mezzo per comprendere meglio gli eventuali agenti causali, i cofattori eziologici o le spine irritative che determinano lo squilibrio locale.

Attraverso tecniche specifiche di riprogrammazione neuro-mio-fasciale o esercizi di Oltrelostress Coaching®, è necessario favorire il ripristino del movimento articolare (R.O.M. fisiologico), della corretta lunghezza muscolare (andando a ridurre la tendenza alla fibrosi muscolare) e della tensione a riposo (in genere i muscoli coinvolti nella trocanterite sono spastici e ipertonici), agire sulla capacità di risposta (positività al test muscolare) e sulla resistenza (uso sostenuto), sulle disergie e sulla discinesia, così come sulla reattività fra muscoli agonisti o antagonisti, che possono alterare le risposte motorie, sulla propriocezione, oltre che sull’equilibrio generale della postura, sulla deambulazione e sulla coordinazione motoria (crawling, rimodellazione Dennison …).

Le tecniche del Cranio-Sacral Repatterning®, possono essere di aiuto in questa opera di normalizzazione degli squilibri a monte del processo disfunzionale alla base della trocanterite; in particolare le tecniche di unwinding dell’articolazione coxo-femorale possono sortire una immediata decompressione e portare sollievo nelle situazioni di compressione o sovraccarico, agendo non solo sul sintomo, ma anche sulla causa.

La prognosi della borsite trocanterica dipende ovviamente, sia dal quadro disfunzionale che ha agito da agente causale, sia dalla compliance di chi soffre di questo quadro infiammatorio: infatti se le “persone normali” non esitano a seguire i consigli degli operatori professionali, anche alla luce del fatto che il dolore diviene una motivazione limitante dell’attività sportiva, gli atleti, soprattutto quando sono impegnati in prestazioni agonistiche, tendono a minimizzare o trascurare i necessari interventi (che includono il riposo forzato), creando quadri di cronicizzazione e posture antalgiche compensatorie che aggravano lo stato generale del corpo e le disfunzioni somatiche.

L’intervento di riequilibrazione deve essere continuo e costante per alcune settimane, per poter risolvere il quadro sintomatologico e lo stato infiammatorio, e deve essere mantenuto, senza soluzione di continuità, nemmeno alla riduzione o scomparsa precoce del dolore, pena le possibili recidive; in presenza di quadri disfunzionali complessi, il tempo di riabilitazione può superare ampiamente le sei settimane usualmente necessarie per la normalizzazione. La debolezza muscolare, l’affaticamento eccessivo e il sovraccarico funzionale (o l’applicazione scorretta del carico) sono le cause principali della borsite trocanterica. Il miglior sistema preventivo per evitare le recidive consiste in una serie di accorgimenti, che possono essere così sintetizzati: mantenere il trofismo muscolare, la postura e la correttezza degli schemi motori o la corretta tecnica nel gesto atletico sportivo, evitare il sovrappeso e, soprattutto, il superlavoro in allenamento (carico massimo gestibile).

Nei casi cronici o quando viene sottovalutato il problema, può insorgere, ad esempio, una tendinopatia gluteale che, una volta manifestatasi, può richiedere molti mesi per ottenere un recupero totale; nei casi più gravi l’infiammazione trocanterica può trasformarsi in un problema coxo-femorale, coinvolgendo sia il muscolo psoas, sia il muscolo piriforme, sia inducendo patologie come la coxa saltans o altre alterazioni dell’anca.

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