ultimo aggiornamento: 16 Aprile 2021 alle 15:33
definizione
La genesi della nozione di performance è interessante e merita attenzione, perchè, al di là dell’etimologia e del significato attuale, il concetto assume una certa rilevanza nelle dinamiche dello stress: sia che si faccia derivare l’uso nella lingua italiana dall’inglese o dal francese, l’origine deve essere fatta risalire al latino performare (→ dare forma, modellare), anche se l’utilizzo attuale suggerisce l’idea di “fornire una buona prestazione” o “ottenere risultati soddisfacenti”, in genere sottintendendo una sfumatura positiva; il termine prestazione, con cui si potrebbe semplicisticamente tradurre, appare decisamente riduttivo, rispetto ai significati assunti nell’ambito sportivo o in quello commerciale, nel settore tecnico o nella sfera artistica.
La radice etimologica latina ci aiuta, in questo senso, perchè formare (→ soddisfare, compiere, eseguire, completare, portare a termine) soddisfa pienamente, se non addirittura amplia il ventaglio dei significati, dove il prefisso per- può comunicare l’idea di “passaggio attraverso” o, allo stesso tempo, esprimere un valore intensivo del performare “attuale”. L’aggettivo performante prende su di sé il concetto prestazionale, tanto da essere usato per descrive qualcosa in grado di garantire “una buona resa” o “facilità a conseguire risultati”, mostrando nel contempo, il fatto di “essere a proprio agio”.
Se immaginiamo come la presenza di standards, traguardi, obiettivi, limiti, norme di riferimento, ma anche aspettative, pretese, obblighi sottintenda la necessità di essere performanti, ci rendiamo conto di come il concetto di “portare a termine” e “soddisfare”, insito nell’etimologia richieda, in realtà, un grande sforzo. Sa a questo aggiungiamo che il perseguire i risultati debba essere ottenuto con “eleganza e nonchalance“, ci possiamo rendere conto che, qualora le risorse somato-emozionali a disposizione dell’organismo risultino inferiori rispetto alle richieste, reali o presunte, la tensione a cui si viene sottoposti può fungere da stressor, innescando una catena di eventi che porta all’incapienza prestazionale, con conseguente fallimento della capacità allostatica.
La coazione a raggiungere performance energetiche, spesso sproporzionate rispetto alle reali possibilità, può rivelarsi la classica “goccia che fa traboccare il vaso”, cioè fungere da fattore scatenante, indipendentemente dal fatto che siano coinvolti componenti fisiche o metaboliche, emozionali o spirituali; un processo che, inevitabilmente, dallo stress porta, attraverso la perdita dell’abilità omeostatica ed alla insorgenza di processi disfunzionali (dis-stress) che possono evolvere in dis-ease (disagio), che presuppone il concetto di dis-confort come perdita della propria confort-zone): l’esito di questo processo involutivo, da un punto di vista energetico e somato-emozionale, è la possibilità di divenire potenzialmente un fattore eziopatogenetico per lo sviluppo del “morbo” (disease), inteso come alterazione non solo funzionale dell’organismo.
La visione olistica della Kinesiopatia® può rivelarsi un valido aiuto nella gestione delle dinamiche legate alla dualità successo–fallimento, intervenendo sia nella gestione della capacità vitale individuale, per favorirne l’utilizzo ottimale, sia favorendo le fasi di recupero dell’equilibrio energetico; non deve essere sottovalutata, infatti, l’importanza che lo stress cronico può assumente nel processo patogenetico: per quanto, “sotto pressione”, ci si possa sentire “in forma” o “carichi”, spesso si verificano dinamiche di alienazione sensoriale, come se la necessità di raggiungere determinati traguardi inducesse una alterazione della percezione di sé, con conseguenti fenomeni di usura, che possono portare a forme di stress cronico.
Per maggiori informazioni è possibile leggere l’articolo: Kinesiopatia e stress.
Per quanto riguarda l’ambito sportivo, l’Oltrelostress® Coaching e la Kinesiologia Transazionale® mettono a disposizione dell’atleta strumenti in grado di ottimizzare la performance atletica massimale, grazie all’utilizzo di tecniche di riequilibrazione neuro-muscolare, riprogrammazione neuro-mio-fasciale o di allentamento dello stress emotivo, che permettono l’espressione delle potenzialità individuali.