ultimo aggiornamento: 7 Settembre 2023 alle 16:56
definizione
Abnorme accentuazione della lordosi a livello del rachide: il termine è composto di iper– e lordosi, ove il prefisso indica il superamento del concetto di normalità, cioè mira ad enfatizzare che la curvatura fisiologica risulta incrementata a tal punto da creare un aumento delle curvature a concavità posteriore della colonna vertebrale potenzialmente patologica; l’iperlordosi può manifestarsi a livello del rachide cervicale o del rachide lombare. L’iperlordosi fa parte delle alterazioni della curvatura fisiologica della colonna vertebrale come l’ipolordosi e la rettilineizzazione.
ripartizione dei carichi posturali
La colonna vertebrale non è una struttura rettilinea ma presenta delle fisiologiche curvature, dette lordosi e cifosi; l’alternanza di queste curve conferisce al rachide le sue importanti proprietà elastiche e resistive, molto superiori a quelle di un’ipotetica colonna dorsale completamente dritta: è infatti grazie alla dinamica delle contrapposizioni fra strutture concave e strutture convesse che è possibile una ripartizione dei carichi posturali nella statica e nella deambulazione, con un minor dispendio energetico.
Nella colonna vertebrale le lordosi si alternano alle cifosi, dando luogo ad un susseguirsi di curve che, in direzione cranio-caudale, sono la lordosi cervicale, la lunga cifosi toracica, che prosegue fino alla zona lombare, la lordosi lombare ed infine la piccola cifosi che iniziando a livello della Va vertebra lombare si estende per mezzo dell’osso sacro, fino alle vertebre coccigee: in realtà l’apice del coccige, fungendo da elemento in grado di bilanciare e mantenere in tensione il pavimento pelvico, spesso si muove in direzione posteriore, formando una piccola lordosi sacro-coccigea: queste curve sono determinate dal diverso spessore di corpi e dischi vertebrali tra la loro parte anteriore e posteriore; anche la parte posteriore della callotta cranica, può essere considerata una cifosi.
Spesso, come conseguenza di traumi o lesioni della colonna vertebrale (o anche delle singole vertebre) o per effetto dello squilibrio della funzionalità dei muscoli paravertebrali, delle alterazioni dell’omeostasi posturale o della presenza di adattamenti antalgici o cicatriziali, si manifesta un fenomeno dis-funzionale (o patologico), contraddistinto dall’incremento dell’atteggiamento cifotico, con un progressivo aumento dell’angolo di cifosi, che causa ipercifosi o, come viene chiamato comunemente, il “dorso curvo”: questa alterazione del rachide può essere considerata un dismorfismo o una forma di paramorfismo, rientrando fra le deformità sagittali del rachide; il processo di cifotizzazione, accentuando la normale curvatura dorsale del rachide può dare luogo all’inversione della curva fisiologica a livello lombare o cervicale, normalmente concava posteriormente, ed alla forma di rettilineizzazioni compensatorie.
La presenza di queste curve, oltre a favorire la ripartizione dei carichi posturali o nella deambulazione, svolge una importante funzione protettiva ed adattativa: le curvature a concavità anteriore (cifosi), quale la teca cranica, la gabbia toracica o la zona pelvica, creano uno spazio che ospita organi vitali, garantendone la protezione, mentre le curve a concavità posteriore (lordosi), quali il collo (rachide cervicale) e la zona lombare, assicurano al corpo la capacità elastica di assorbire tensioni, ridistribuendole, come una molla che compressa può ridistendersi.
alterazioni della lordosi
Nella maggior parte dei casi, la comparsa di un’iperlordosi, sia essa cervicale o lombare, è una diretta conseguenza delle postura scorretta, spesso dipendente dallo stile di vita e come tale deve essere considerata, a tutti gli effetti, un’alterazione posturale: le abitudini giornaliere e il livello di attività fisica sono tutti fattori che potrebbero in qualche modo influenzare l’assetto posturale del rachide, così come il tipo di lavoro (sedentario o in piedi) ed il livello e la tipologia di attività fisica devono essere considerati tra i principali fattori associati alle alterazioni delle curve del rachide.
Il mantenimento prolungato di determinate posizioni e una povertà/ristrettezza di stimoli motori pregiudicano la performance e il trofismo muscolare, irrigidiscono alcune componenti articolari, alterano gli schemi corporei e la propriocezione di specifiche regioni del corpo: la creazione di patterns motori ripetitivi provoca spesso l’insorgenza di disestesie, disergie e distonie subcliniche che causano l’ipotono di alcuni muscoli e l’ipertono (se non addirittura l’ipercontrazione o la rigidezza) di altri, con alterazioni del R.O.M. articolare e ridotta capacità di controllo dei movimenti fini di alcune regioni corporee.
Per quanto l’iperlordosi possa assumere le caratteristiche di un atteggiamento posturale transitorio, spesso diviene una postura consolidata portando all’insorgenza di dolori anche se, in un numero significativo di soggetti con elevati gradi di iperlordosi, non si rilevano quadri sindromici caratterizzati in primis dal dolore. Ci sono persone con un grado importante di iperlordosi, sia essa lombare o cervicale, che sono completamente asintomatiche al punto di non riconoscere l’accentuazione della curvatura a concavità posteriore della colonna vertebrale come un problema; al contrario individui con una leggera iperlordosi possono lamentare dolori invalidanti, associati a quadri neurologici.
iperlordosi cervicale
La localizzazione cervicale dell’accentuazione della lordosi del collo; la lordosi cervicale fisiologica è il risultato di una corretta disposizione delle vertebre cervicali prossimali rispetto a quelle del tratto cervicale caudale: in particolare, considerando la IIIa vertebra cervicale come asse di simmetria, la cervicale “alta” (superiore) è disposta in leggera flessione, mentre la cervicale “bassa” (inferiore) risulta in leggera estensione, mantenendo il capo in un assetto che gravi il meno possibile alla muscolatura del collo.
Le alterazioni posturali dell’assetto delle vertebre cervicali possono rappresentare un fattore di stress per i muscoli, le articolazioni e/o i legamenti del tratto cervicale: con la flessione della cervicale (sia alta che bassa) il soggetto china il capo in avanti, fino a rivolgere lo sguardo sul pavimento; con l’estensione della cervicale (sia alta che bassa), invece, l’individuo piega il capo all’indietro, fino a rivolgere lo sguardo verso il cielo. Quando si verificano alterazioni della funzione dei muscoli o si rende necessario compensare squilibri distali, non è infrequente che si manifestino disfunzioni quali la perdita della lordosi con conseguente rettilineizzazione cervicale della colonna vertebrale, inversione della curva cervicale (che può assumere un “tendenza alla cifosi” o una vera e propria “cifotizzazione” della colonna cervicale) oppure l’insorgenza di iperlordosi della colonna cervicale: in particolare queste condizioni costituiscono generalmente un atteggiamento posturale compensatorio che viene messo in atto nel caso in cui sano presenti altre alterazioni nella parte bassa della colonna vertebrale o fenomeni di cifotizzazione toracica.
L’iperlordosi cervicale è caratterizzata da un atteggiamento di protrazione del capo, con la una perdita del giusto assetto tra cervicale alta e cervicale bassa: la cervicale superiore va in estensione, mentre dovrebbe essere in leggera flessione, e la cervicale inferiore tende ad assumere un atteggiamento in flessione (dovrebbe essere in estensione), rispetto all’asse corporeo, con il conseguente spostamento del peso anteriormente alla linea di proiezione del baricentro corporeo e perdita del parallelismo dell’asse IIIa vertebra cervicale – osso ioide, rispetto al piano del terreno ed al piano di Francoforte.
La causa più comune di un’alterazione della lordosi cervicale è l’assunzione di una postura scorretta, che comporta la contrazione dei muscoli prevertebrali, ed in particolare del muscolo lungo del collo, in associazione con l’azione combinata dei muscoli sternocleidomastoidei e dei muscoli trapezi superiori; non di rado è fortemente connessa alla pratica di lavori sedentari davanti a un terminale in quanto trascorrere molte ore seduti davanti allo schermo induce a flettere la cervicale bassa e a iper-estendere la cervicale alta.
La tendenza all’estensione della cervicale inferiore, che diviene rigida, causa solitamente stress per i dischi intervertebrali, mentre la tendenza alla flessione della cervicale “alta” è associata alla debolezza dei muscoli flessori profondi del collo ed allo stress dei muscoli sternocleidomastoideo e del muscolo elevatore della scapola; l’alterata biomeccanica dei movimenti del collo comporta difficoltà ad assumere con la cervicale il giusto assetto, ma tende sempre alla protrazione del capo ed alla cifosi toracica rigida in estensione: lo spostamento in avanti del capo rispetto all’asse corporeo obbliga i muscoli che mantengono la testa verticale ad un superlavoro che causa spesso distrofia dei muscoli trapezi superiori.
Per quanto i soggetti possano essere asintomatici, l’alterazione della curvatura può causare frequentemente cervicalgia, cervico-brachialgia, rigidità muscolare e difficoltà nei movimento del collo in tutte le direzioni, potendo arrivare a quadri sintomatologici quali cefalea, nausea, vertigini. In alcuni casi le anomalie della lordosi del rachide cervicale possono andare a ledere il disco intervertebrale con conseguente comparsa di ernia del disco, compressione delle radici nervose che causano sintomi a carico degli arti superiori (brachialgia, parestesie, perdita di forza …).
iperlordosi lombare o iperlordosi lombosacrale
La fisiologica lordosi lombare è fondamentale a preservare l’integrità del rachide nonché a fornirvi maggiore resistenza, soprattutto durante tutte quelle attività che prevedono il sollevamento di carichi o che comportano un aumento dei carichi posturali: l’assetto lordotico del tratto lombare protegge la colonna stessa da fenomeni quali ernie e protrusioni discali; l’iperlordosi lombare è un’accentuazione della lordosi concavità posteriore caratteristica del rachide lombare rispetto alla normalità.
Il soggetto con iperlordosi lombare o iperlordosi lombosacrale si presenta con un tratto lombare più inarcato del normale (angolo di curvatura della lordosi è maggiore di 50°); l’accentuazione della lordosi lombare può provocare addome portato eccessivamente in avanti o bacino portato eccessivamente indietro e un profilo gluteo più evidente: il profilo gluteo più evidente è da imputarsi a uno spiccato atteggiamento in antiversione del bacino. Non di rado l’iperlordosi lombare si associa anche a un’accentuazione della cifosi toracica (ipercifosi toracica).
A livello disfunzionale l’iperlordosi lombare si caratterizza per la rigidità e la rigidezza nei movimenti di flessione lombare, dalla difficoltà a eseguire il movimento di retroversione del bacino in quanto, spesso, viene persa la capacità propriocettiva che consente di controllare la regione lombare e del bacino; la regione lombare perde spesso la capacità di muoversi verso un assetto neutro così come si possono osservare limitazioni del R.O.M. dell’articolazione coxo-femorale, rigidità del movimento di estensione dell’anca, scarsa flessibilità dei muscoli flessori dell’anca, ridotto trofismo della muscolatura addominale, ipertono e fibrotizzazione dei muscoli ischiocrurali: queste disfunzioni aumentato stress a carico dei processi spinosi delle vertebre lombari con la possibile formazione di kissing spine e sindrome faccettale, che consiste sostanzialmente in una lombalgia di carattere cronico, in cui dolore si aggrava con i movimenti di estensione della colonna e, in misura minore, con quelli di flessione.
L’iperlordosi lombare, pregiudicando l’efficienza del sistema osteo-artro-milogico, influenza negativamente le capacità motorie, con problemi a livello della deambulazione e dolori quali lombalgia o lombosciatalgia, difficoltà a mantenere la posizione in piedi e/o seduta per molto tempo, parestesie agli arti inferiori, anche se, come per l’iperlordosi cervicale, anche l’iperlordosi lombare può risultare asintomatica.