Dal latino inversiōnem (→ invertire, rivolgere verso l’interno), derivato da in- (→ dentro), e vĕrsus, da vertĕre (→ volgere): l’inversione consiste nella rotazione (torsione) della caviglia in modo tale che la superficie plantare del piede guardi medialmente, verso l’interno, cioè verso il piede opposto; è un movimento proprio della caviglia. Il movimento opposto è detto eversione; anche se, spesso, il termine viene utilizzato come sinonimo di supinazione, questo è, in realtà, un movimento triplanare dell’articolazione subtalare, che associa all’inversione la flessione plantare e l’adduzione. Le lesioni da inversione della caviglia, sono un fenomeno abbastanza frequente e causano le cosiddette “storte”, una distorsione dei legamenti laterali: frequentemente coinvolgono il legamento anteriore talofibulare, ed il legamento calcaneo-fibulare: il 70-85% delle distorsioni da inversione forzata colpiscono queste strutture. L’interessamento del legamento posteriore talofibulare è meno frequente. Il termine viene usato anche per indicare la deviazione di un organo dalla posizione normale od una localizzazione inversa, rispetto al piano di simmetria corporea (situs inversus); è utilizzato anche per descrivere la torsione di un viscere, come nel caso dell’inversione dell’utero o della vescica: in pratica l’estroflessione di un organo cavo.
inversione
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