ultimo aggiornamento: 14 Settembre 2023 alle 17:07
definizione
Descritta nel 1932 dal medico danese Christian Ingerslev Baastrup, è una patologia causata dal contatto reciproco tra processi spinosi delle vertebre adiacenti, prevalentemente nel tratto lombare: chiamata anche “kissing spine”, è una forma di osteoartrosi interspinosa (o interapofisaria) del rachide, associata a iperlordosi lombosacrale, caratterizzata da lombalgie, anche molto invalidanti, con possibile sclerosi ossea; viene anche chiamata sindrome faccettale o sindrome delle faccette articolari anche se, talvolta, con questi termini si indica il processo infiammatorio e artrosico a carico di qualsiasi distretto del rachide vertebrale, mentre la Malattia di Baastrup è localizzata a livello lombare.
faccette articolari:
le articolazioni zigoapofisarie
faccette articolari: struttura funzionale
Chiamate anche zigapofisi, sinonimo di articolazione interapofisaria, sono articolazione della classe dell’artrodia, che si instaurano fra le faccette articolari vertebrali di due vertebre adiacenti: tale articolazione sinoviale è in grado di garantire limitati movimenti di scivolamento reciproco fra le superfici; dal greco ζυγόν (zygós → giogo), primo elemento di parole composte, col significato di “coppia (simmetrica)” o unione, congiunzione, accoppiamento, associato, in questo caso, a apofisi dal greco ἀπό (apo → fuori, da) e φύσης (physis → crescere, nascere).
La definizione articolazione zigoapofisaria (o interapofisaria) descrive la funzione di unione a coppia fra le due differenti vertebre, quella soprastante e quella sottostante.
L’articolazione zigapofisaria è sostenuta dai legamenti delle sinfisi poste tra i corpi vertebrali e quelli derivanti dalle sindesmosi tra gli archi (legamenti gialli, legamenti intertrasversali, legamenti interspinosi, legamento sovraspinoso); l’artrodia è caratterizzata da una capsula articolare sottile nelle vertebre cervicali e toraciche, mentre assume una struttura più complessa e spessa a livello lombare. Infatti, in questo tratto sono presenti cuscinetti di tessuto adiposo in sede antero-superiore o postero-inferiore, per ridurre gli attriti ed i traumi a livello locale; menischi fibro-adiposi (meniscoidi) al polo superiore o inferiore, in grado di favorire e ampliare i limitati movimenti di scivolamento, assorbendo parte del carico posturale; labbri connettivali, posti anteriormente o posteriormente all’articolazione, con funzione di stabilizzazione.
La presenza di liquido sinoviale, nelle articolazioni zigoapofisarie, svolge un ruolo importante nella lubrificazione e nutrizione delle giunture intervertebrali, attutendo i traumi e coadiuvando il sistema degli “shock absorbers” spinali (sistema di ammortizzazione spinale). Le faccette articolari sono ricoperte di cartilagine ialina, e sono avvolte dalla capsula articolare: questo involucro fibroso è composto da due strati, uno esterno, in continuità con il periostio vertebrale, ed uno interno, nel quale cellule specializzate producono il liquido sinoviale. Così come per le altre diartrosi, le articolazioni interapofisarie contengono al loro interno dei menischi di fibrocartilagine: i menischi sono presenti in tutte le faccette in età giovanile, tuttavia nel tempo tendono a scomparire a causa del processo di degenerazione spinale.
Le faccette articolari zigoapofisarie sono strutture molto importanti a livello clinico in quanto riccamente innervate: alterazioni dei rapporti articolari o fenomeni osteoartirici e entesopatici a questo livello possono provocare dolore così come si verifica nella cosiddetta “sindrome delle faccette articolari” o nella malattia di Baastrup.
Le articolazioni zigoapofisarie hanno un ruolo essenziale nella stabilizzazione della colonna vertebrale, in quanto limitano i movimenti del rachide, in particolare nella torsione e nella flesso-estensione; contribuiscono a resistere alle forze compressive, agendo come “shock adsorbers” in grado di assorbire fino ad un quinto dei carichi pressori spinali.
Tutte le articolazioni zigapofisarie sono ricche di meccano-recettori, anche se trovano la loro più alta concentrazione nelle faccette del tratto cervicale: a livello di queste giunture sono presenti terminazioni nervose che comunicano costantemente con il sistema nervoso centrale, grazie ai meccanocettori, sensori specializzati nella propriocezione: attraverso questi dati, il sistema nervoso elabora delle risposte motorie per mantenere l’equilibrio, proteggere le giunture o compiere movimenti complessi.
sintomatologia
Si evidenzia con l’insorgenza di dolore localizzate al rachide dorsale (unilaterale o bilaterale), accentuati dalla pressione delle apofisi spinose o dal movimento di estensione lombare; nonostante il dolore sia localizzato soprattutto nella zona lombare della colonna vertebrale, i disturbi possono diffondersi anche sotto forma d’irradiazione alle natiche, all’inguine e alla parte posteriore della coscia, generando lombalgia o lombosciatalgia, con possibile irradiazione anche a tutti gli arti inferiori o persino ai superiori, con perdita di sensibilità alle gambe e alle braccia (ipoestesia – parestesia).
L’infiammazione delle faccette articolari può anche provocare rigidità, difficoltà nel raddrizzare la schiena e per alzarsi da seduti: è caratteristico che il dolore aumenti con sforzi fisici o sollevando oggetti pesanti, oppure che s’intensifichi quando si sta in piedi per molto tempo o si effettuano movimenti di rotazione, di inclinazione o durante l’iperestensione controlaterale anche se il dolore può migliorare stando sdraiati o piegandosi in avanti.
Approfondimenti sull’argomento sono disponibili nell’articolo Malattia di Baastrup: osteofitosi del rachide