ultimo aggiornamento: 1 Dicembre 2022 alle 13:46
definizione
Chiamata anche sindrome dolorosa mio-faciale, descritta nel 1934 dal dottor Costen, è una sindrome caratterizzata da sintomi quali ovattamento auricolare (fullness), acufene e dolori nella regione dell’orecchio interno che si irradiano nella zona temporale e lungo il ramo mandibolare; spesso il quadro viene etichettato come “nevralgia”, “cefalea”, “otite”, “sindrome trigeminale”, sottovalutando l’importanza dell’eziologia: la corretta diagnosi permette di correggere gli squilibri da carico dell’articolazione temporo-mandibolare (ATM).
La sindrome temporo-mandibolare è caratterizzata essenzialmente da una limitata e difficoltosa apertura della bocca associata a dolore; talvolta la mandibola può bloccarsi in una determinata posizione e tutti i movimenti successivi (sbadigli, masticazione) producono uno scricchiolio e dolore improvviso.
descrizione
Le disfunzioni delle articolazioni temporo-mandibolari sono frequentemente causate da discinesie dei muscoli masticatori e/o dai muscoli che si inseriscono sulla mandibola o sulle articolazioni temporo-mandibolari: queste anomalie comportano un’alterazione dell’allineamento articolare e, conseguentemente, un movimento inappropriato dei muscoli facciali della mandibola, visibili anche senza l’utilizzo di tecniche strumentali.
Solitamente l’esordio della sindrome dolorosa mio-faciale si verifica intorno ai trent’anni, con una maggior incidenza nel sesso femminile; si presenta anche in conseguenza di un’inadeguata ed eccessiva attività mascellare, come sintomatologia di soggetti particolarmente stressati che tendono a digrignare spesso i denti, specie durante la notte (bruxismo) o manifestare attività parafunzionali come il serrare i denti, il traslare la mandibola dalla propria sede naturale, il mordersi le labbra (cheilofagia), il tenere in bocca una penna o un bastoncino o lo stringere ritmicamente i denti.
Non di rado, a causare il conflitto temporo-mandibolare è il disallineamento tra l’arcata dentaria superiore e l’arcata inferiore, associata ad un’eccessiva tensione muscolare come il digrignamento dei denti o l’eccessiva attività di masticazione; tra le cause eziopatologiche della sindrome di Costen si possono rilevare l’eccessivo sforzo muscolare della mandibola, il disallineamento delle arcate dentarie, il bruxismo, l’utilizzo improprio di apparecchi ortodontici (protesi impiantate male), problemi dentari o denti mancanti, lesioni traumatiche intra od extra-articolari, infiammazioni del cavo orale o dell’articolazione temporo-mandibolare, anchilosi (la perdita del movimento articolare) o ipermobilità.
Il conflitto temporo-mandibolare può essere una condizione molto dolorosa per la maggior parte dei soggetti e tende ad aggravarsi nel tempo: il dolore, in genere più forte al risveglio, può peggiorare in ambienti particolarmente umidi e farsi più intenso durante la masticazione e all’apertura della bocca; la sindrome è caratterizzata poi da una difficoltosa apertura boccale che non risulta più simmetrica e perfettamente allineata e che in molti soggetti spesso è anche notevolmente limitata, accompagnata da disfunzioni di movimento dell’articolazione. Talora è possibile avvertire la produzione di scricchiolii durante la masticazione e/o gli sbadigli, condizioni in cui i movimenti sono più accentuati e per questo anche soggetti a possibile blocco della mandibola.
Il fastidio facciale e mandibolare può irradiarsi alle strutture adiacenti fino a causare lo sviluppo di sintomi quali disturbi all’orecchio (ovattamento auricolare e fullness; acufene, otodinia, otalgia e dolori nella regione dell’orecchio interno che si irradiano nella zona temporale e lungo il ramo mandibolare; vertigini), fissazione atlanto-occipitale, cervicalgia, dolori trafittivi, cefalea, insonnia, irritabilità, stanchezza.
sindrome di Costen e Kinesiopatia®
Il trattamento della sindrome dell’articolazione temporo-mandibolare deve prendere in considerazione sia la possibile multifattorialità, sia la necessità di prevedere molteplici e diversi step, variamente combinabili tra loro, che possano aiutare chi è affetto da questa disfunzione dolorosa mio-faciale, a superare il dolore causato dalla patologia.
Infatti non è possibile limitarsi a considerare le problematiche della bocca, ed in particolare dell’articolazione temporo-mandibolare, esclusivamente come disturbi locali: non sempre, infatti, i problemi della bocca dipendono dai denti, soprattutto quando si presentano sintomatologie algico-disfunzionali; d’altra parte, l’equilibrio della bocca può essere un fattore scatenante di alterazioni posturali e malesseri localizzati o diffusi in zone del corpo anche molto distanti dal cranio.
Il cranio è un sistema di ossa, che interagiscono fra loro come ruote di un ingranaggio, al di sotto del quale ritroviamo la colonna vertebrale che si articola con la scatola cranica attraverso l’atlante, cerniera di connessione fra la sommità cefalica ed il resto del corpo: queste relazioni fanno si che il sistema occlusale possa essere considerato un sottosistema della più complessa entità spazio-funzionale che mette in relazione bocca e corpo.
Essendo il capo appoggiato sulla colonna vertebrale e potendo compiere complessi ed articolati movimenti, l’azione dei muscoli che mettono in connessione testa, collo e area cervicale col tronco diventa rilevante non solo per l’effettuazione del movimento stesso, ma anche come artefice di eventuali disarmonie: risulta evidente che un qualunque squilibrio muscolare comporterà un atteggiamento posturale anomalo che dovrà essere in qualche modo compensato; in altre parole, se si crea uno squilibrio nella bocca, questo provocherà una serie di adattamenti fra le ossa del cranio, determinando una modificazione della posizione delle aree su cui s’inseriscono i muscoli che scendono nel collo.
Così come un problema può essere discendente, parimenti possiamo osservare relazioni ascendenti che inducono una somatizzazione a livello cefalico: uno squilibrio della colonna vertebrale (lordosi, scoliosi), un problema viscerale, un trauma negli arti (la cicatrice di una vecchia ferita o l’imperfetta ossificazione di una frattura) possono causare scompensi posturali che, nel tempo, possono favorire contatti anomali fra i denti o squilibri della masticazione; talvolta si osservano malocclusioni dentali derivanti da un atteggiamento di deviazione del collo, talaltra una scoliosi comporta una ripartizione asimmetrica dei carichi sulla mandibola, causando o traumatismi occlusali (che aprono la strada allo sviluppo di carie) o clicking dell’A.T.M. (click articolare) e scrosci mandibolari, spesso dolorosi oltre che fastidiosi.
La possibilità di effettuare una valutazione multidimensionale deve essere considerata un elemento imprescindibile per poter affrontare una sindrome algica mio-faciale: il professionista del ben-essere, specializzato in Kinesiopatia® e/o Kinesiologia Transazionale®, attraverso opportuni test muscolari e valutazioni funzionali, è, innanzitutto, in grado di valutare i possibili agenti causali, identificando l’eventuale presenza di spine irritative o di cofattori eziologici in grado di amplificare gli squilibri presenti a livello dell’area stomatognatica.
La valutazione (ed eventuale riequilibrazione) delle disfunzioni dell’articolazione temporo-mandibolare, lo studio dell’azione dei muscoli masticatori e della loro sinergia d’azione, l’identificazione della presenza di denti neurologici sono solo alcune fra le possibili cause “locali”: la competenza dell’operatore, al contempo, porterà a ricercare possibili elementi in grado di creare una “problematica ascendente” responsabile del quadro sintomatologico. Invariabilmente in questo tipo di manifestazioni algiche è presente un interessamento dell’area alla base del cranio, con la formazione di fissazioni atlanto-occipitale, l’insorgenza di rockers o di impingement C0-C1 (occipital condyles interlocking): in questo caso la specializzazione nell’utilizzo del Cranio-Sacral Repatterning® può rivelarsi estremamente utile nella gestione delle problematiche dell’area.
Il ricorso a placche di svincolo occlusale (bite), riposizionatori occlusali è, spesso, utile specialmente nei soggetti che soffrono di bruxismo e che tendono a digrignare e serrare fortemente i denti: l’uso di questo complemento terapeutico permette di accelerare la riprogrammazione neuro-mio-fasciale dei muscoli masticatori e ridurre la traumatologia a livello dei denti, migliorando i rapporti articolari fra il condilo della mandibola e l’acetabolo del processo zigomatico dell’osso temporale. L’utilizzo di esercizi rilassanti della muscolatura, da ripetere quotidianamente, sono elementi utili a facilitare il processo di riequilibrazione ed a favorire l’allungamento dei legamenti mandibolari, quando questi siano soggetti a fenomeni fibrotici.
Essendo l’area stomatognatica uno dei “terminali di scarico” delle tensioni emotive, non bisogna sottovalutare la possibilità che la Sindrome di Costen sia anche dipendente dalla somatizzazione di situazioni di distress e disconfort: l’utilizzo delle tecniche di allentamento dello stress emotivo, il ricorso all’utilizzo dei riflessi neuro-vascolari si dimostrano, spesso, validi mezzi per ridurre l’impatto della componente “emotiva”, invariabilmente presente in questi quadri disfunzionali.
Qualora la componente stressogena assuma un ruolo significativo, il dolore è, in genere, esacerbato da situazioni ansia, disconfort e tensione: in questi casi è possibile rinforzare il lavoro specifico sull’area stomatognatica (o su possibili fattori causali ascendenti o discendenti che agiscano su di essa) attraverso una appropriata integrazione alimentare mirata a ridurre lo stress, gli effetti della vulnerabilità emotiva o l’algia. Il professionista del ben-essere, grazie alle sue competenze ed all’uso del test nutrizionale, è in grado di suggerire possibili supplementi che aiutino la transizione verso un maggiore benessere: in genere prodotti come il Total 5 HTP od il Serene Renew sono in grado di aiutare a ridurre l’impatto del disagio emotivo, facilitando il lavoro di allentamento dello stress, così come esistono differenti integratori alimentari in grado di agire sullo stress fisico e/o mentale (Core Level Adrenal, DSF Formula, Total Brain, solo per citarne alcuni) o sul dolore e la tensione (Liga PN); per maggiori approfondimenti si consiglia di visitare il sito NUTRIWEST.IT.
Approfondimenti sull’argomento possono essere reperiti nei seguenti articoli:
→ Kinesiopatia® & Odontoiatria
→ a denti stretti …
→ a bocca aperta …