ultimo aggiornamento: 25 Ottobre 2020 alle 21:20
definizione
Disfunzione della Valvola di Houston: questa struttura caratterizzata da ispessimenti della mucosa del tratto terminale del colon, può essere coinvolta nei problemi del tratto finale dell’intestino e nelle alterazioni del meccanismo defecatorio; non di rado l’alterazione funzionale di questo tratto innesca fenomeni di facilitazione segmentale che causano risposte “irritative” su base neurologica, come tenesmo rettale (spasmo doloroso dell’ano, accompagnato dal bisogno impellente di defecare), acalasia dello sfintere anale (discinesia che ostacola il movimento di rilasciamento) o altri disturbi che possono concorrere al disagio generato da una sindrome dell’intestino irritabile o a contribuirne allo sviluppo.
Meno conosciuta della valvola ileo-cecale, può essere responsabile di disturbi aspecifici che si manifestano in differenti parti del corpo, ma anche assumere un ruolo significativo nella genesi o nel peggioramento della sintomatologia della “colite spastica” o dei cosiddetti irritable bowel desease (I.B.S.).
La sintomatologia causata da uno squilibrio della valvola di Huston è pressochè sovrapponibile a quella di altri disturbi infiammatori intestinali o a quelli provocati da una disfunzione della valvola ileo-cecale, con una maggiore enfasi nell’ambito della defecazione: costipazione, bloating o meteorismo, stipsi e diarrea, sono alcuni di questi sintomi che si possono abbinare a manifestazioni apparentemente non connesse che vanno dalla lombalgia ai dolori lombari a livello delle articolazioni sacro-iliache, con il coinvolgimento del muscolo psoas, del muscolo iliaco o dei muscoli quadricipiti femorali, ma anche occhiaie, dolori articolari diffusi e migranti, infiammazioni dei seni respiratori, scolo retronasale (gocciolamento rino-faringeo), mal di testa, acufeni.
una valvola che non c’è
Nella fossa iliaca sinistra, in posizione simmetrica alla valvola ileo-cecale, è presente una struttura con funzioni regolatrici, molto importante per il buon funzionamento dell’intestino: la valvola di Houston; anatomicamente non potrebbe essere definita “valvola”, in senso stretto, perché anziché avere la struttura di uno sfintere, è composta da una serie di ispessimenti della mucosa del tratto terminale del colon, le pliche trasversali del retto (pliche di Kohlrausch o «plica transversalis recti»), localizzate a livello della giunzione retto-sigmoidea.
In questa area troviamo una serie di ispessimenti orizzontali della tonaca mio-enterica, a forma semilunare: in genere sono tre, ma possono essere due (raramente) o quattro, mostrando una certa variabilità individuale; la prima è posta superiormente all’ampolla rettale e rappresenta il passaggio, senza soluzione di continuità, fra la componente rettale, fissata da strutture muscolari e fasciali, e quella sigmoidea che, viceversa, è in grado di muoversi all’interno delle pelvi grazie alla presenza di un meso, il mesosigma.
La seconda plica, la più prominente, viene detta valvola di Houston: posta a circa otto/dieci centimetri dallo sfintere anale, in corrispondenza dello scavo retto-uterino del Douglas, nella donna, o della tasca retto-vescicale nell’uomo (fascia di Denonvilliers), opposta alla porzione mediale del sacro; è possibile rilevare una o due pliche caudali a circa cinque centimetri in direzione cefalica, a partire dall’ano, in genere piuttosto prominenti, opposte al fondo della vescica.
Le pliche, pur non avendo una morfologia valvolare o sfinterica, ma semplicemente funzionale, assumono un ruolo significativo nel controllo della defecazione: quando la zona rettale (che in realtà, anatomicamente, non è propriamente dritta) è vuota, le pieghe rettali, grazie alla contrazione della tonaca muscolare circolare posta alla loro base, collassano una sull’altra (la più cefalica origina sul lato destro del colon, la seconda è posta maggiormente sul lato sinistro), creando una struttura che rende difficoltoso il transito di sostanze, come osservato dall’anatomista inglese John Houston.
La plica “sostiene” il peso della massa fecale presente a livello del sigma, evitando che occupi la zona dell’ampulla recti e controllando, in tal modo, lo stimolo all’evacuazione: infatti, quando il contenuto intestinale impegna quest’area, le terminazioni nervose presenti nella tonaca mio-enterica dell’ampolla rettale, attraverso la stimolazione del nervo pudendo, inducono un riflesso intrinseco (riflesso eccitatorio retto-anale) che attiva l’urgenza della defecazione, ed un riflesso parasimpatico per il rilascio degli sfinteri.
considerazioni
Ancora una volta l’intervento professionale di un operatore specializzato in Kinesiopatia® può fare la differenza, aiutando chi soffre di questi disturbi disfunzionali, a migliorare significativamente la qualità della propria vita attraverso l’uso di tecniche di riequilibrazione della Kinesiologia Transazionale®, grazie all’ausilio delle manipolazioni viscerali, utilizzando il Cranio-Sacral Repatterning® per riequilibrare i focus irritativi presenti a livello dell’area pelvica, normalizzando la funzionalità rettale e migliorando le eventuali disfunzioni gastro-intestinali.