ultimo aggiornamento: 16 Settembre 2023 alle 17:58
definizione
Detta anche “sindrome da deficit funzionale del muscolo soprascapolare”, è un quadro clinico contraddistinto dall’alterata reattività di questo muscolo, non di rado caratterizzato da dolore e limitazione funzionale invalidante, derivante dall’incapacità del muscolo di lavorare in sinergia con gli altri muscoli della cuffia dei rotatori e, di conseguenza, di stabilizzare la spalla nei suo movimenti.
descrizione
Il muscolo sottoscapolare è il più potente fra i muscoli della “cuffia dei rotatori”; le disfunzioni di questo muscolo, frequentemente, sono la causa primaria dei problemi cronici alla spalla: l’alterata capacità di interazione con il muscolo sopraspinato, il muscolo infraspinato ed il muscolo piccolo rotondo, causa la sindrome mio-fasciale chiamata “sindrome della cuffia dei rotatori”, in quanto si viene a perdere la coordinazione necessaria a mantenere l’equilibrio gleno-omerale e la “concavity compression” creata dagli stessi muscoli, che consolidano l’articolazione.
Il suo squilibrio non interviene esclusivamente sulla “forza di reazione globale dell’articolazione omerale” e sul “ritmo scapolo-omerale” ma, visti i rapporti spaziali e funzionali, può avere ripercussioni sul capo lungo del muscolo bicipite femorale o sul legamento coraco-omerale.
Ne consegue che l’articolazione viene compromessa, con conseguente disfunzione frequentemente caratterizzata da “click” articolari o scatti e rumori stridenti durante il movimento; è possibile sviluppare la tendenza alla sublussazione cronica della spalla o alla lussazione anteriore dell’omero, in quanto il muscolo sottoscapolare contribuisce a mantenere la coesione dei capi articolari e a stabilizzare l’articolazione, soprattutto durante i movimenti in direzione superiore.
fisiopatologia del muscolo sottoscapolare
La sua azione principale è quella di intra-rotatore dell’omero, attivandosi nel movimento di abbassamento e adduzione del braccio: il muscolo viene sollecitato, tipicamente, nella battuta a tennis, nel nuoto, o nel portare l’arto superiore del paziente nella regione dorsale in massima intra-rotazione.
La lesione isolata del tendine sottoscapolare è abbastanza rara, essendo, con maggiore frequenza, associata alle alterazioni della cuffia dei rotatori, alle patologie del capo lungo del bicipite o alla degenerazione dell’articolazione gleno-omerale. Possibili cause di lesioni dirette del muscolo sottoscapolare possono essere: traumi diretti conseguenti a cadute; sollecitazioni overstress da sport come il sollevamento pesi, il basket, la pallavolo, il tennis o il nuoto; la frattura del trochine o le alterazioni iatrogene dipendenti dagli interventi di protesi di spalla.
Uno sforzo di tipo ripetitivo, come il sollevare ripetutamente un peso in forte adduzione, come si verifica nel sollevare un bambino con le due mani; ripetitivi movimenti di intra-rotazione del braccio o in caso di errata postura delle spalle, ruotate in avanti e in dentro, come nel caso della cosiddette “scapole alate”: l’immobilizzazione forzata in adduzione e rotazione mediale come quando si mantiene a lungo un braccio ingessato appeso al collo, sono tutte situazioni che possono indurre la formazione di una “sindrome del sottoscapolare”.
Possibili fenomeni degenerativo-infiammatori possono essere causati da stress biomeccanico conseguente all’instabilità della spalla, impingement sub-acromiale anteriore o tenosinovite.
L’espressione clinica della sofferenza del muscolo sottoscapolare può variare, ma generalmente i sintomi sono dolore zona anteriore della spalla, prevalentemente notturno, frequentemente scatenato dall’elevazione e intra-rotazione del braccio, associato a debolezza muscolare e riduzione della mobilità della spalla. Il muscolo sottoscapolare è la causa principale, oltre che di dolore nella zona del muscolo deltoide posteriore e dell’omoplata, anche della cosiddetta “spalla congelata” ovvero di una marcata disfunzione funzionale caratterizzata da una ridotta mobilità dell’articolazione.
Il dolore è localizzato nella parte posteriore della spalla a volte è associato ad irradiamento nella zona del muscolo tricipite brachiale, del braccio posteriore e attorno al polso, costituendo un segno caratteristico dell’interessamento del muscolo sottoscapolare; in caso di lesione significativa o cronica, il dolore può assumere intensità incapacitante, sia in movimento che a riposo, arrivando a disturbare il sonno impedendo di coricarsi di lato.
La riduzione della mobilità riguarda sia la abduzione e la rotazione esterna dell’omero, che «fortiori ratione», abduzione e rotazione combinate, ma poiché per alzare il braccio verticalmente sono necessari entrambi i movimenti, diventa impossibile alzare la mano sopra e dietro la testa.
valutazione della possibile lesione funzionale
Oltre ad un’accurata anamnesi e all’effettuazione di test specifici come il test di Gerber, il Napoleon test oppure la valutazione kinesiologica funzionale attraverso il test muscolare specifico che spesso offre indicazioni preziose per comprendere il quadro disfunzionale (pur rendendosi necessaria, spesso, una valutazione ecografica, artroscopica o strumentale per escludere la presenza di gravi lesioni tendinee).
possibili soluzioni
Poiché il muscolo sottoscapolare svolge un ruolo importantissimo nel complesso meccanismo cinematico della spalla, la sua riequilibrazione riveste un ruolo fondamentale per evitare ulteriori danni all’articolazione gleno-omerale, ai muscoli agonisti o ai muscoli antagonisti viciniori o al muscolo stesso.
Fermo restando la necessità di instaurare un regime di assoluto riposo, in caso di problematiche acute o traumatiche oppure nel post-chirurgico, l’utilizzo dell’unwinding fasciale, tecnica di Cranio-Sacral Repatterning®, si rivela spesso molto efficace per ridurre il dolore, il senso di “impastamento” della spalla, la riduzione del R.O.M. articolare e offrire un senso di sollievo e leggerezza, con incremento della libertà di movimento.
L’utilizzo della procedura di riequilibrazione della Kinesiologia Transazionale®, è da ritenersi una scelta prioritaria per riattivare sia la funzionalità, sia per favorire un amento del trofismo muscolare e della sua potenza, anche in caso di recupero post-chirurgico o post traumatico: la ricerca delle aree riflesse per la riattivazione muscolare non deve limitarsi alle correzioni standard, ma includere un lavoro mirato sull’origine e sull’inserzione del muscolo, favorendo il ripristino della funzionalità recettoriale degli organi muscolo-tendinei del Golgi presenti a livello delle entesi.
Deve essere presa in considerazione anche la presenza di alterazioni che richiedano tecniche di “ironing fasciale”, di riequilibrazione della “reattività muscolare”; occorre tenere a mente che il muscolo sottoscapolare deve essere riequilibrato insieme agli altri rotatori e ai muscoli funzionalmente associati, cioè al muscolo piccolo rotondo, al muscolo sopraspinato, al muscolo infraspinato, al muscolo grande rotondo, al muscolo pettorale maggiore e al muscolo pettorale minore, al muscolo gran dorsale.