ultimo aggiornamento: 12 Ottobre 2023 alle 23:46
definizione
Si utilizza questa locuzione per descrivere il test muscolare manuale applicato ad uno specifico muscolo con lo scopo di valutarne la capacità di risposta neuro-muscolare, ovvero di stabilire che il muscolo sollecitato risponda in modo adeguato e corretto, cioè manifesti un comportamento che coincide con quanto ci si aspetta.
Il test di uno specifico muscolo offre l’opportunità di “diagnosticare” se il complesso neuro-muscolare è in equilibrio cioè se eventuali stressor siano in grado di perturbare l’omeostasi corporea; altre volte si evidenziano aree di squilibrio nell’organismo (siano esse strutturali, biochimiche, emozionali …) che possono interferire sulla stabilità corporea: la manifestazione che rende evidenti tali scompensi è una alterazione del riflesso miotatico da stiramento che viene innescato dal test muscolare manuale effettuato dal professionista del ben-essere specializzato in Kinesiologia Transazionale® o in Kinesiologia Applicata.
Concettualmente non esiste differenza fra il test del muscolo indicatore ed il test del muscolo specifico in quanto la diversità risiede esclusivamente nella finalità; il primo utilizza un muscolo come “rilevatore” di stimoli in grado di produrre un “cambio di indicatore”, cioè una variazione della risposta muscolare al test: l’informazione ottenuta in questo caso può essere considerata una “spia” aspecifica che evidenzia un possibile stressor in condizione di creare una perturbazione nel sistema corpo, e non una manifestazione direttamente legata ad un particolare e specifico muscolo (miotomo) od al sistema dermatomo e sclerotomo (mesomero …) – viscerotomo – neurotomo ad esso associato.
Il test del muscolo indicatore è in grado di provocare una risposta non legata ad uno specifico muscolo, in quanto un qualunque muscolo potrebbe dare lo stesso riscontro, cioè evidenziare il cambio della risposta muscolare da “OFF” (muscolo “debole”) a “ON” (muscolo “forte”) o viceversa.
All’opposto, nel caso in cui si effettui test muscolare specifico, l’obiettivo del professionista è di identificare se quello specifico muscolo mostri una perturbazione propria (miotomo) o nel sistema neurologico ed energetico ad esso associato (dermatomo e sclerotomo – viscerotomo – neurotomo): la risposta al test è specifica per quello specifico muscolo e non è necessariamente identica a quella di altri muscoli specifici verificati per mezzo del test muscolare kinesiologico, che possono manifestare risposte difformi.
La risposta “inadeguata” da parte del muscolo sottoposto al test, viene convenzionalmente definita “OFF”, per sottolineare che il complesso costituito dal circuito che costituisce un arco diastaltico, cioè
fuso neuro-muscolare (del muscolo testato) → fibre afferenti al S.N.C.
→ sistema cellulare del midollo spinale
(che riceve afferenze da parte di differenti distretti somatici o viscerali e dalle aree corticali)
→ fibre efferenti dal S.N.C. → muscolo effettore (il muscolo testato)
sia in grado di esprimere la “capienza” agli stressor del sistema.
Qualora si manifesti uno squilibrio in un qualunque segmento associato ad uno specifico neurotomo, sia essa a livello del miotomo del dermatomo e dello sclerotomo, del viscerotomo o del neurotomo stesso, questi potrà essere portato alla luce grazie all’effettuazione del test muscolare specifico.
Grazie alla manifestazione di incapienza, identificando una dis-funzione, l’artigiano della salute ha la possibilità di accertare, per mezzo della localizzazione terapeutica o del challenge kinesiologico, quali fra le correzioni kinesiologiche standard o le differenti tecniche di riequilibrazione a sua disposizione possiedano l’abilità di normalizzare la funzionalità del sistema (o dei sistemi) perturbati.
Una volta normalizzata la capacità di risposta di questo sistema, il muscolo testato può mostrare una risposta “ON”, cioè adeguata e corrispondente a quanto atteso come segno del ritorno ad una maggiore integrità del sistema; talvolta, viceversa, è possibile che il test muscolare manuale evidenzi ulteriormente uno stato “OFF”, mostrando la necessità di ulteriori correzioni o la presenza di ulteriori aree di squilibrio in grado di perturbare la risposta muscolare.
il substrato anatomico-funzionale
L’idea di fondo che sottostà alla verifica dell’abilità di un muscolo, sottoposto al test muscolare kinesiologico, di “resistere” alla sollecitazione inferta dal professionista è quella di poter effettuare una “diagnosi” energetica per identificare possibili squilibri o problemi e rilevare probabili soluzioni o risposte per riequilibrare l’organismo: questo percorso virtuoso può essere ottenuto grazie alla cosiddetta localizzazione terapeutica o per mezzo del challenge kinesiologico che creano una relazione biunivoca fra l’evidenziazione della perturbazione (muscolo “OFF”) e la sua risoluzione in grado di normalizzare la capacità di reazione dell’organismo allo stressor, cioè di ripristinare un corretto riflesso miotatico (muscolo “ON”).
Alla base di queste due tecniche si riscontra l’evidenza che una qualunque area di squilibrio corporeo, se “localizzata” (toccata), può indurre l’indebolimento (o il rafforzamento) di un muscolo sottoposto a test, come indicatore della risposta neuro-mio-fasciale: se quella particolare zona o punto corporeo, che può rappresentare una zona riflessa, una struttura articolare, un punto di agopuntura, un recettore nervoso (solo per citare alcuni esempi …) non viene toccata, non ci sono variazioni al test muscolare kinesiologico, cioè non si verifica un cambio di indicatore.
In termini neurofisiologici si suppone che il tessuto dermico, recependo anche minime variazioni elettro-magnetiche, sia in grado di interferire con il controllo motorio come conseguenza dell’abbassamento della soglia di sensibilità dei recettori cutanei che, attraverso meccanismi di facilitazione segmentale o di sensibilizzazione neuromerica, generano fenomeni di iperattivazione neurologica.
Secondo l’ipotesi di George Joseph Goodheart Jr., l’influenza esercitata dalla localizzazione terapeutica, sulle risposte muscolari, è paragonabile ai fenomeni di gating (controllo selettivo) esercitato a livello delle reti neurali midollari e mesencefaliche, un meccanismo paragonabile, concettualmente, al “gate control” nocicettivo (per una miglior comprensione dell’argomento, si veda “the gate control theory“).
In particolare viene postulata una relazione fra meccanocettori, nocicettori e funzionalità muscolare: poiché un tronco nervoso che controlla l’azione muscolare esercitata su una qualunque articolazione innerva, parimenti, il territorio dermico che ricopre l’articolazione stessa ed i muscoli coinvolti nel movimento di detta articolazione, si può supporre che esista una relazione fra dermatomi, sclerotomi e miotomi.
Tale correlazione è in grado di creare disfunzioni associando gli input della componente sensitiva ad output di tipo motorio o, frequentemente, di tipo eccito-motorio; infatti spesso le manifestazioni somatiche o motorie sono accompagnate da squilibri del sistema autonomico, cioè del sistema ortosimpatico, dipendente dal coinvolgimento delle radici spinali ventrali o dei gangli spinali di questo sistema, con interessamento funzionale dei viscerotomi associati.
il test muscolare specifico
Anche da un punto di vista fattuale il test del muscolo indicatore ed il test del muscolo specifico non sono sostanzialmente differenti: sono entrambi test muscolari kinesiologici e la diversità risiede, ancora una volta, nella focalizzazione dell’operatore professionale ed in ciò che si ricerca.
Nel caso in cui si effettuino dei test su un preciso muscolo, l’obiettivo è verificare che il sistema muscolo – organo/viscere – meridiano dell’agopuntura (o, se si preferisce, del sistema miotomo – dermatomo e sclerotomo – viscerotomo – neurotomo) associato a quel peculiare muscolo, sia in equilibrio da un punto di vista neurologico ed energetico; sottoponendo un determinato muscolo ad uno stressor (la spinta del testante che mira a provocare un riflesso da stiramento) si verifica come quel particolare sistema sia in grado di rispondere allo stimolo applicato, a differenza del test del muscolo indicatore che offre una risposta generica dell’organismo.
Per effettuare il test di un muscolo specifico, una volta posto l’arto o il corpo in una posizione ottimale per isolare il più possibile il muscolo che si desidera testare rispetto a eventuali muscoli agonisti o muscoli sinergici, il professionista del ben-essere richiede al soggetto testato di mantenere quella specifica posizione mentre viene applicata una sollecitazione (spinta) finalizzata ad allungare le fibre muscolari del muscolo sotto esame: la pressione esercitata in modo progressivo, per il tempo necessario, proporzionata alle caratteristiche del muscolo in esame, reclutando il minor numero di “unità motorie“ necessarie a evidenziare la risposta allo stressor è la base per effettuare un test muscolare manuale efficace; minore è il reclutamento delle fibre muscolari coinvolte nella risposta allo stimolo di allungamento del muscolo testato, maggiore sarà la precisione nella valutazione delle reazioni “neuro-muscolari”.
La sensibilità e la sensitività dell’operatore professionale incrementano l’efficienza diagnostica del test muscolare kinesiologico, rivelandosi essenziali per la riuscita del test e la lettura delle risposte: quest’ultimo aspetto rende evidente il fatto che il test muscolare, pur essendo una scienza è, al contempo, un’arte dove la capacità del testante e la sua relazione col testato sono un elemento imprescindibile; il test, perciò, offrirà valutazioni soggettive e non oggettive.
La risposta “OFF”, ovvero il fatto che il muscolo testato non sia in grado di rispondere adeguatamente alla sollecitazione: il testato, non riuscendo a mantenere la posizione richiesta dal testante, attraverso la “debolezza muscolare”, indica una “inadeguata” capacità da parte del sistema neuro-muscolare di “resistere alla pressione”, cioè evidenzia l’incapienza energetica, espressione dello stress cui è sottoposto il sistema: occorre non dimenticare mai che il test muscolare non è una prova di forza, ma piuttosto una valutazione neuro-muscolare che prevede che i muscoli siano considerati come effettori del sistema nervoso e per questo possano essere considerati strumenti per riscontrare le modalità espressive ed adattative del sistema nervoso e, di conseguenza, siano utilizzabili come mezzi diagnostici.
Per maggiore chiarezza occorre sottolineare che espressioni come “muscolo debole” o “muscolo forte” possono essere fuorvianti in quanto ciò che viene ricercato nell’effettuazione del test muscolare manuale non è tanto la forza o la debolezza, quanto piuttosto la capacità di rispondere in modo adeguato alla sollecitazione: un muscolo iperreattivo (risposta eccessiva rispetto alla stimolazione), da un punto di vista del test muscolare specifico o del test di un muscolo indicatore, è ugualmente considerabile “OFF” di un muscolo iporeattivo.
Parimenti la richiesta al testato di “resistere” alla pressione esercitata dal testante sul muscolo in esame, potrebbe indurre un atteggiamento di contrastare la pressione subita, trasformando il test muscolare in una sorta di “braccio di ferro”: chi subisce il test può fraintendere il test scambiando la ricerca di una risposta qualificabile come indicatore neurologico, in una prova di forza.
il test muscolare specifico come strumento diagnostico
Il test muscolare è una tecnica di semeiotica neurologica: utilizzata in passato, è stata riorganizzata in epoca moderna, attraverso il lavoro di ricerca e sperimentazione dai fisioterapisti statunitensi, Henry O. Kendall e Florence P. Kendall, ai quali si unì negli anni successivi Gladys L. Wadsworth; dopo un periodo di oblio, dovuto allo sviluppo della diagnostica per immagini, è stata rivalutata e riportata agli onori della cronaca dal chiropratico americano George Joseph Goodheart Jr., che ne fece l’elemento caratterizzante della Kinesiologia Applicata.
Nell’ambito della Kinesiologia Transazionale®, una disciplina derivata dalla Kinesiologia Applicata, il test muscolare ed il test muscolare specifico sono elementi cardine del processo di riequilibrazione dell’organismo: attraverso questo strumento, l’artigiano della salute specializzato in questa disciplina è in grado di effettuare una valutazione multidimensionale, orientata dalla visione olistica che la contraddistingue e basata sul triangolo della salute.
La possibilità di discernere fra i vari agenti causali, i differenti fattori predisponenti o cofattori eziologici, le varie spine irritative offre un atout che permette di focalizzare ed efficientare il lavoro di “remise en forme”: attraverso il bilanciamento delle energie e delle risorse dell’organismo, grazie alla capacità di ridare equilibrio al corpo e, in estrema sintesi, di ridurre lo stress per migliorare la facoltà di risposta ed adattamento dell’individuo, il professionista del ben-essere può, guidato dal test, orientare il recupero della salute e del ben-essere, nell’ottica di un progressivo e completo risanamento.
In particolare, l’applicazione del test ad un muscolo specifico offre innanzitutto una valutazione oggettiva della sua capacità di svolgere il lavoro cui è preposto, contribuendo al R.O.M. fisiologico delle articolazioni su cui sono localizzate le sue entesi, collaborando adeguatamente con i muscoli agonisti o i muscoli sinergici o mantenendo una relazione bilanciata con i muscoli antagonisti con cui si relaziona: occorre ricordare che l’idoneità di un muscolo a svolgere il proprio lavoro, alla luce dei suoi rapporti neurologici od energetici, non dipende esclusivamente dalla sua struttura o dal sistema nervoso che lo controlla, ma anche dalle sue relazioni specifiche con organi, visceri, meridiani dell’agopuntura.
Non di rado, la presenza di influenze emotive è in grado di inferire sulla qualità della vita di ognuno, per mezzo di processi di somatizzazione che possono manifestarsi attraverso l’incapacità di rispondere agli stressor, rendendo i muscoli testati inidonei a rispondere in modo adeguato; inoltre, la presenza di riflessi viscero-somatici è un altro fattore dotato della possibilità di modificare la risposta al test muscolare: questi sono solo alcuni esempi di ciò che è potenzialmente può sovrapporsi al funzionamento dell’organismo e condizionare la risposta di un qualunque muscolo sottoposto al test.
Nell’ambito della Kinesiologia Transazionale®, l’approccio “clinic-oriented” e “evidence based”, permette di utilizzare, in prima battuta, quelle che sono definite “correzioni kinesiologiche standard”: queste tecniche specifiche mirate a riequilibrare aree di squilibrio (riflessi neuro-linfatici, riflessi neuro-vascolari, riflessi neuro-muscolari …) si sono rivelate, nell’esperienza clinica, come le più frequenti ed usuali a necessitare di essere corrette; ogni muscolo è contraddistinto da una relazione precipua e caratteristica con particolari riflessi o con il meridiano dell’agopuntura cui sono associati, oltre, ovviamente coi i recettori presenti all’interno del muscolo stesso.
Ogni muscolo, esprimendo l’equilibrio energetico di un organo/viscere associato, può mostrare la necessità di una integrazione alimentare mirata o il ricorso a tecniche di correzione che in alcuni casi hanno una relazione diretta col muscolo in esame, in altri invece sono l’espressione della somatizzazione sul muscolo, che in questo caso può essere assimilato ad un locus minoris resistentiæ, di uno squilibrio distale o di una alterazione funzionale; alle volte, per poter riportare alla piena funzionalità un muscolo “scarico”, soprattutto quando la “debolezza” del muscolo è ricorrente, è necessario agire sulla componente emotiva attraverso tecniche di reset o di allentamento delle stress emotivo.
In realtà, grazie alla localizzazione terapeutica e al challenge kinesiologico, le possibilità diagnostiche del test del muscolo specifico offrono l’opportunità all’operatore professionale specializzato, di esplorare differenti orizzonti terapeutici e di identificare aree di squilibrio misconosciute: il test muscolare in associazione alla logica bayesiana consentono al professionista del ben-essere di esplorare le cause più profonde alla base della poliedricità sintomatologica che si riscontrano nel mal-essere.
Il test del muscolo specifico può essere utilizzato per verificare in che modo determinate sequenze muscolari, subiscano squilibri per effetto di disergie, discinesie o disprassie: queste tecniche offrono l’opportunità di evidenziare alterazioni energetiche o neurologiche che possono essere normalizzate per mezzo di metodiche mirate, favorendo la riequilibrazione dell’intero organismo e la riattivazione della vis medicatrix naturæ, presente in ogni individuo.