ultimo aggiornamento: 6 Aprile 2022 alle 12:58
definizione
Conosciuto anche con il nome di apertura toracica superiore o di stretto toracico, la definizione anglofona deriva dall’accezione di “piccola apertura” che si suole dare alla parola «inlet»: il lemma sottintende, spesso, la presenza di una “funzione valvolare”, come se fosse un “collettore” e, allo stesso tempo, sottolinea l’azione del “lasciar entrare” in senso cranio-caudale; paradossalmente può essere considerato sinonimo di egresso toracico (anche se le due definizioni non coincidono), nonostante il termine egresso esprima il concetto di uscire e, pertanto sarebbe più associabile il termine «outlet».
disambiguazione «inlet» ≠ «outlet»
lemma che necessita disambiguazione in quanto usato sia per indicare l’apertura toracica inferiore, sia una porzione di quella superiore. nella locuzione «thoracic outlet syndrome» (sindrome dell’egresso toracico).
Inlet viene utilizzato è il termine con cui si designa la porzione apicale della cavità toracica, ovvero la porzione superiore del torso; come già anticipato, talvolta è definito impropriamente outlet toracico, termine che può ingenerare confusione in quanto utilizzato indicare l’apertura inferiore del torace, da cui fuoriescono vasi e strutture che attraversano il diaframma respiratorio: allo stesso tempo, nella sindrome dello stretto toracico, sinonimo di «thoracic outlet syndrome», la compressione del fascio neuro*vascolare a livello dell’egresso toracico, che in inglese può essere definito «outlet»), da cui l’errore linguistico e la possibile confusione. L’inlet toracico, di fatto è un’apertura, un anello osseo attraverso cui transitano strutture anatomiche essenziali per l’organismo: i confini fisici sono delimitati anteriormente dal bordo superiore del manubrio dello sterno che, tramite la pedartrosi dell’articolazione sterno-claveare, si continua con la Ia costa, bilateralmente, in senso antero-posteriore per andare ad articolarsi con la Ia vertebra toracica (T1), per mezzo di un’artrodia sinoviale chiamata articolazione costo-corporea (articolazione costo-vertebrale). Lo stretto toracico, anteriormente, entra in relazione con il cingolo scapolare, attraverso la clavicola, che si inserisce sul manubrio dello sterno assieme alla Ia costa, potendo risentire delle tensioni, delle compressioni, delle distorsioni o dei traumi causati dalla radice dell’arto superiore; lo stretto toracico, deve essere considerato, a tutti gli effetti, una catena cinematica chiusa: qualunque modifica dei rapporti osteo-arto-miologici comporterà alterazioni ascendenti o discendenti che coinvolgono le strutture che attraversano l’ostio dell’apertura toracica superiore.
Costituendo la radice del collo, lo stretto dl collo è in grado di condizionare le strutture poste in posizione rostrale, rispetto ad esso, così come, caudalmente, ha la possibilità di influenzare il mediastino, di cui costituisce il margine superiore. Ugualmente, le sue distorsioni possono ripercuotersi sul plesso brachiale, costituito dai rami anteriori dei nervi cervicali inferiori, dal V° al VIII° (C5, C6, C7, C8), e del I° nervo toracico (T1); a questo complesso di fibre nervose, si assommano rami anastomotici provenienti da C4 (IV° nervo cervicale) e da T2 (II° toracico): i nervi del plesso. che emergono attraverso il cosiddetto egresso toracico subito sopra la Ia costa, fra l’entesi del muscolo scaleno anteriore e quella del muscolo scaleno medio, possono subire alterazioni funzionali come effetto di squilibri presenti a questo livello, visto che scorrono nella regione supero-laterale dell’inlet toracico, in direzione obliqua attraverso il canale cervico-ascellare, subito sotto la clavicola. A questo livello, la compressione del fascio neurovascolare tende a creare un quadro sintomatologico “sindrome dello stretto toracico”: il restringimento fisiologico, delimitato dai muscoli scaleni (anteriore e mediano) e dalla Ia costa (triangolo interscalenico) oppure da quest’ultima e dalla clavicola (triangolo o canale costoclavicolare), può risentire delle distorsioni dell’inlet toracico (o delle forze che agiscono su di esso), creando compressioni non solo sul plesso nervoso preposto all’innervazione sensitiva e motoria degli arti superiori, ma anche sul sistema arteria succlavia – vena succlavia che rappresentano i vasi sanguigni irrorano lo stesso distretto corporeo.
Attraverso l’apertura toracica superiore transitano le vie aeree superiori, la parte cefalica dell’apparato gastro-intestinale, vasi e nervi; nello specifico si osservano:
→ posteriormente al manubrio dello sterno sono posti la trachea e l’esofago, sito anteriormente al corpo della Ia vertebra toracica (T1), e separato da esso per mezzo della fascia prevertebrale, la carotide comune sinistra e
l’arteria succlavia sinistra, che originano direttamente dall’arco aortico, mentre la carotide comune destra e l’arteria succlavia destra si formano a partire dall’arteria anonima (arteria brachiocefalica), che attraversa la linea mediana passando posteriormente al manubrio dello sterno;
→ la vena giugulare interna, la vena brachiocefalica, la vena succlavia, tutte presenti bilateralmente;
→ il dotto toracico, vasi linfatici e linfonodi;
→ il nervo frenico – il nervo vago – il nervo laringeo ricorrente, anch’essi bilaterali;
→ il tronco del sistema ortosimpatico;
→ gli apici polmonari, collocati ai lati ai lati dell’esofago e della trachea, sono posti a livello della porzione laterale dell’inlet toracico e della bretella di Krönig.
L’inlet toracico, vuoi per le sue relazioni topografiche, vuoi per le strutture da cui è attraversato, è un’area di interesse primario per il professionista del ben-essere: nel Cranio-Sacral Repatterning®, vista la sua relazione col cingolo scapolare, le strutture cervico-craniali ed il mediastino, viene considerato uno dei diaframmi corporei su cui porre l’attenzione per favorire l’espressione del sistema cranio-sacrale e la diffusione del movimento ritmico, espressione del meccanismo respiratorio primario; l’anello osseo che lo costituisce, diviene l’hypomochlion dei vettori muscolari e osteo-articolari che inferiscono su di esso, divenendo il pivot della ripartizione delle forze, in un gioco di compensazioni e adattamenti in grado di ripartire le tensioni somato-emozionali che si stratificano nel corpo.
Anche per la Kinesiopatia®, lo stretto toracico è da considerarsi un’area di rilievo, da valutarsi non solo ogni qualvolta si verifichino problematiche dell’arto superiore, del rachide cervicale o del distretto ioideo, ma anche in presenza di squilibri ascendenti o discendenti che coinvolgano sia le strutture osteo-artro-miologiche (cranio, spalla, colonna vertebrale dorsale, pelvi), sia quelle del distretto splancnico; fissazioni limbiche superiori, distorsioni del cingolo scapolare, diastasi sterno-claveare, sindrome dell’egresso toracico, disfunzioni della muscolatura ioidea, solo solo alcune delle cause alla base delle disestesie, delle distonie o delle discinesie che possono dipendere dagli squilibri dell’inlet toracico, su cui l’artigiano della salute è in grado di intervenire, attraverso specifiche tecniche di riequilibrazione.