muscoli scaleni

« Indice del Glossario

descrizione – anatomia topografica

Gruppo di muscoli, pari e simmetrici, situati profondamente nella regione laterale del collo, in numero variabile da tre a quattro paia, in quanto il muscolo scaleno minimo è presente solo nel 40/50% della popolazione; in origine chiamati «muscoli vertebrali laterali» i muscoli scaleni assumono il loro nome dal greco σκαληνός (skalenos → irregolare), poiché ogni coppia di muscoli ha una lunghezza diversa.

Come gruppo i muscoli scaleni originano dai processi trasversali dalle vertebre cervicali, da C2 a C7 e si inseriscono sulla Ia e sulla IIa costola; poiché elevano le costole superiori, agiscono anche come muscoli accessori della respirazione, insieme ai muscoli sterno-cleido-mastoidei, o, alternativamente, possono flettere lateralmente la colonna vertebrale cervicale.

origine – decorso – inserzione

Si distinguono in:

muscolo scaleno anteriore – origina dai tubercoli anteriori dei processi trasversi delle vertebre cervicali, dalla IIa alla VIa, con entesi sul tubercolo dello scaleno, nella parte anteriore della faccia superiore della Ia costa.

muscolo scaleno minimo – sito posteriormente alla porzione inferiore del muscolo scaleno anteriore, a cui decorre parallelo e da cui sembra svilupparsi, è teso tra i tubercoli anteriori dei processi trasversi della VIa vertebra cervicale e della VIIa vertebra cervicale, ed il margine mediale della Ia costa; la sua entesi costale è fra le inserzioni del muscolo scaleno anteriore e del muscolo scaleno medio, a livello del triangolo degli scaleni.

⇒ muscolo scaleno medio – si distacca dai tubercoli anteriori dei processi trasversi di tutte le vertebre cervicali, escluso l’atlante, dietro alle origini del muscolo scaleno anteriore; termina sulla faccia superiore della Ia costa dietro al solco per l’arteria succlavia.

⇒ muscolo scaleno posteriore – nasce dai tubercoli posteriori dei processi trasversi delle vertebre cervicali, dalla IVa alla VIa, e termina sul margine superiore e sulla faccia esterna della IIa costa, decorrendo lateralmente all’inserzione del muscolo scaleno medio sulla Ia costa.

azione – funzione – innervazione – rapporti

I muscoli scaleni, innervati dai rami dei plessi cervicale e brachiale (C3÷C8)e vascolarizzati da un ramo dell’arteria succlavia, contraendosi, elevano le prime coste e inclinano lateralmente la colonna vertebrale, stabilizzandole: in particolare il muscolo scaleno anteriore ed il muscolo scaleno medio sollevano la prima costola e piegano il collo dallo stesso lato, mentre il muscolo scaleno posteriore solleva la seconda costola e inclina il collo dallo stesso lato; se si contraggono contemporaneamente da entrambi i lati, danno rigidità al collo.

Hanno una relazione importante con altre strutture del collo, essendo in rapporto, superficialmente, con il muscoli omo-ioideo ed muscolo sterno-cleido-mastoideo, con la clavicola e con le arterie cervicale superficiale e trasversa del collo; anteriormente al muscolo quando questi attraversa la prima costola, sulla faccia ventrale del muscolo scaleno anteriore discende il nervo frenico (orientato verticalmente); la stessa faccia è incrociata in basso dall’arteria trasversa della scapola e dalla vena succlavia (orientata orizzontalmente).

Il muscolo scaleno anteriore ed il muscolo scaleno medio delimitano inferiormente, insieme con la Ia costa, un triangolo (triangolo scalenico) in cui passano l’arteria succlavia e i rami del plesso brachiale (egresso toracico): il passaggio di questo fascio neuro-vascolare fra il muscolo scaleno anteriore e quello, medio costituisce lo iato scaleno (fessura scalena), a livello della fossa scaleo-tracheale, delimitato anteriormente dalla clavicola inferiore, medialmente dalla trachea, posteriormente dal muscolo trapezio e anteriormente dal muscolo platisma.

considerazioni

Il muscolo scaleno anteriore ed il muscolo scaleno medio possono essere coinvolti nella genesi della sindrome dello stretto toracico o nella sindrome del dolore mio-fasciale, i cui sintomi possono imitare un’ernia del disco spinale delle vertebre cervicali: nel primo caso si osserva un’associazione di neuroprassia, parestesia, ipostenia ed ipoestesia, in vario grado, riferite all’arto superiore, con possibili segni di edema (compressione della vena succlavia) ed intorpidimento. Uno squilibrio funzionale dei muscoli scaleni  oltre a causare dolori al collo e irrigidimento, può essere responsabile di algia riferita alla zona anteriore del petto, alla spalla, al muscolo bicipite, all’avambraccio, e alle dita, mentre l’irradiazione posteriore può coinvolgere il muscolo tricipite, la zona interscapolare e le vertebre toraciche.

Vista la loro azione stabilizzante sul rachide cervicale possono andare incontro a fenomeni spastici o tensione, come conseguenza di eventi quali incidenti automobilistici, ove la testa sia soggetta ad una accelerazione improvvisa (colpo di frusta, in particolare laterale), oppure dispnea o accessi di tosse che, agendo come fattori scatenanti o cause coadiuvanti, scatenano una possibile discinesia; un possibile agente causale per il loro squilibrio è l’uso prolungato della tastiera del computer, specialmente se non si ha supporto adeguato per i gomiti. La mancanza di calore adeguato, riducendo l’afflusso di sangue e causando ulteriore contrazione muscolare nel tentativo di generare calore, può essere considerata una causa favorente o un  fattori aggravanti.

In Kinesiologia Transazionale®, la funzionalità degli scaleni è associata all’equilibrio del rino-faringe ed, in particolar modo, al buon funzionamento dei seni respiratori; da un punto di vista energetico, le disfunzioni gastro-duodenali e gli stati d’ansia sono considerati cause determinanti per il malfunzionamento dei muscoli scaleni.

Il professionista di questa disciplina è in grado di riequilibrare il funzionamento di questi muscoli e le disergie che possono essersi create con altri muscoli del collo e del cingolo scapolare; l’utilizzo dell’unwinding, tecnica del Cranio-Sacral Repatterning®, spesso si rivela risolutiva per rilasciare le situazioni di rigidità cronica.

« Indice del Glossario