ultimo aggiornamento: 17 Settembre 2020 alle 0:06
definizione
Quadro disfunzionale che interessa essenzialmente l’arto superiore, derivante dalla compressione di strutture nervose e vascolari a livello della regione latero-cervicale del collo, della clavicola e della radice del braccio: può essere considerata una sindrome nervosa canalicolare; si manifesta con dolore e formicolio (parestesie), ipostenia ed ipoestesia, talvolta edema o sintomi vascolari, cioè con una sintomatologia che riflette lo schiacciamento del fascio neuro-vascolare che dalla porzione superiore del mediastino arrivano al braccio, attraversando l’egresso toracico. Una possibile complicanza è la sindrome di Raynaud localizzata nel braccio affetto.
Può essere definita anche sindrome dello stretto superiore ed essere considerata un sinonimo della sindrome dello stretto toracico; la sindrome può essere causata da malformazioni, sia congenite che acquisite, ma anche da elementi costituzionali e da sforzo, coinvolgendo, solitamente, il plesso brachiale, la vena succlavia e l’arteria succlavia.
descrizione
Anomalie ossee, muscolo-tendinee e legamentose in grado di fungere da fattori compressivi in occasione di variazioni posturali del collo, della spalla e soprattutto dell’arto superiore: data la complessità della regione e delle strutture interessate, ma soprattutto dal fatto che alterazioni posturali possono concorrere nel favorire il quadro disfunzionale, il termine di sindrome dello stretto superiore riassume diverse possibili situazioni favorenti la compressione delle strutture neuro-vascolari; alcuni di questi quadri, un tempo definiti come sindromi neurovascolari dell’arto superiore ed identificati secondo la struttura anatomica o il meccanismo d’azione, sono:
⇒ sindrome della costa cervicale – presenza di una costa soprannumeraria anomala a partenza dal rachide cervicale;
⇒ sindrome dello scaleno anteriore – ipertrofia o alterazione dell’entesi del muscolo scaleno sulla prima costa; il quadro è riproducibile attraverso la manovra di Adson che mette in tensione i muscoli scaleni anteriori e medi, diminuendo lo spazio tra i loro ventri muscolari, esarcebando ogni compressione pre-esistente sull’arteria succlavia e il plesso brachiale. La diminuzione del polso radiale suggerisce una compressione.
⇒ sindrome costo-clavicolare – compressione del rami nervosi, arteria e vena tra la prima costa e la clavicola;
⇒ sindrome da iperabduzione – detta anche manovra di Wright, in presenza di un arto iperabdotto a 180°, la componente neurovascolare è trascinata verso il tendine del muscolo piccolo pettorale, il processo coracoideo e la testa dell’omero. Se il polso radiale diminuisce, andrebbe sospettata una compressione.
La compressione del fascio vascolo-nervoso può avvenire a tre livelli:
⇒ triangolo intercosto-scalenico (triangolo degli scaleni) – spazio delimitato in basso dalla prima costa, ha come lato posteriore il muscolo scaleno posteriore, come lato anteriore il muscolo scaleno anteriore, al vertice del triangolo troviamo i rami più alti del plesso brachiale: i muscoli scaleni sono muscoli respiratori accessori, che, partendo dal rachide cervicale, si inseriscono sulla Ia e IIa costa ed elevano la gabbia toracica nel’’inspirazione. Questa risulta essere la sede più frequente della compressione, vista la geometria variabile derivante dalla mobilità della clavicola e del muscolo succlavio: l’angolo costo-clavicolare infatti varia con il variare della posizione dell’arto superiore quando è portato verso l’alto o verso il basso, in particolare nei movimenti overhead, tipiche di alcuni sport o di alcune tipologie di lavoro.
⇒ canale costo-clavicolare – delimitato in alto dalla clavicola ed in basso dalla prima costa, è diviso in due porzioni (anteriore e posteriore) dall’inserzione dei muscoli scaleni: in questo canale, le strutture nervose, arteriose e venose sono a stretto contatto le une con le altre; particolarità di questo canale è la grande variabilità di apertura o chiusura durante il movimento dell’arto superiore.
⇒ tunnel sottopettorale – canale costituito da muscoli, delimitato superiormente dalla clavicola, unica componente ossea, posteriormente dalla muscolatura della scapola, anteriormente è coperto dal muscolo pettorale e superiormente è delimitato dal deltoide.
considerazioni
Il non riconoscimento della sindrome dell’egresso toracico può rappresentare gravi conseguenze, in quanto si possono verificare gravi problemi vascolari o ipotrofie muscolari e reliquati neurogeni che comportano alterazioni della sensibilità: occorre effettuare una approfondita diagnosi differenziale, per escludere che i sintomi non dipendano da intrappolamenti neurogeni periferici, neoplasie, affezioni del rachide cervicale e della spalla.