ultimo aggiornamento: 15 Agosto 2023 alle 23:50
definizione
Il proiettarsi avanti nel tempo: il termine viene utilizzato solitamente per descrivere un artificio narrativo, utilizzato sia nella letteratura sia dal cinema, che consiste nel mostrare avvenimenti che devono ancora accadere, dando così uno scorcio del futuro (o di uno dei possibili futuri …): l’insight su ciò che accadrà/potrebbe accadere è un mezzo di proiezione in un tempo prossimo venturo, degli effetti di ciò che accade o delle decisioni prese nel presente, creando l’opportunità di declinare la narrazione delle scelte e dei fatti che hanno condotto a quelle conseguenze.
Nell’ambito filmico/letterario, può essere considerata l’interruzione narrativa di una sequenza cronologica che permette di anticipare eventi che appartengono al seguito della storia: il flashforward (in italiano, in questo contesto, può essere denominato prolessi) è un mezzo espositivo che consiste nell’anticipare un evento posteriore al punto della storia in cui si è arrivati, destinato a essere ripreso più avanti, se importante o a non esserlo, se ininfluente; con questo significato, viene anche denominato flash-future o (future flash), soprattutto per sottolineare una esperienza improvvisa, come se ci fosse una sorta di illuminazione, che apre la porta ad una varietà di esperienze proiettate nel futuro contraddistinte da immagini mentali vivide e dettagliate caratterizzate da una forte valenza emozionale.
La sua antitesi è il flashback (analessi); flashback e flashforward sono salti temporali rispetto al presente o, se si preferisce, ad una linea temporale hic et nunc (qui e ora) ovvero ad un susseguirsi di eventi in ordine cronologico, che potrebbe essere definita fabula (l’insieme di eventi che seguono un ordine di tipo logico-cronologico, dando vita a una storia da raccontare) mentre i richiami al passato e le proiezioni verso il futuro determinano l’intreccio in grado di offrire spunti di riflessione e insight che possono facilitare la comprensione della “storia”.
L’emergere di flashback (memoria retroattiva) o la proiezione del pensiero a possibili futuri (flashforward) pur essendo importanti per il presente, possono essere determinanti per costruire un ordine logico e/o di causa-effetto (nessi causali), anche non necessariamente cronologico: nonostante la cronologia temporale di una “storia” permetta di leggere il suo evolversi, non bisogna dimenticare l’esistenza di nessi casuali e nessi acausali.
il flashforward nello stress cronico
Nei soggetti affetti da alcuni tipi di disturbi mentali, quali depressione e schizofrenia, o nelle persone che presentano gli esiti di gravi distress, come i soggetti colpiti da stress post-traumatico (P.T.S.D. → post-traumatic stress disorder), si osservano sia fenomeni di alterazione della memoria retroattiva, sia difficoltà nella costruzione delle memorie prospettiche: il problema può essere ricondotto all’alterazione della cosiddetta memoria autobiografica.
Nei soggetti che presentano questi disturbi, la capacità di compiere il flashforward consapevolmente è limitato dalla carenza di memorie riguardanti il sé o alla eccessiva intrusività ed emotività legata ai ricordi, che genera reazioni disturbate e di disconfort: questo incide sulla capacità di realizzare un sé futuro positivo (che speriamo di ottenere) o una prospettiva ottimistica relativa al sé per il futuro, influendo negativamente su un’ampia gamma di processi cognitivi, affettivi e comportamentali.
La memorie autobiografiche involontarie ed intrusive, che insorgono spontaneamente in risposta a trigger interni od esterni, spesso sono contraddistinte da una valenza emozionale negativa e sono in grado di destabilizzare chi è affetto da questo disagio psichico; hanno la capacità, infatti, di far emergere ricordi spontanei relativi ad eventi carichi emotivamente e disturbanti, con la conseguente attivazione di una risposta generalizzata di adattamento. Questo può ingenerare o mantenere un elevato livello di iperstress: l’effetto è quello di interrompere la capacità soggettiva di rimanere nel presente (hic et nunc) e di elaborare una progettualità verso il futuro, tendendo a proiettare sul presente patterns comportamentali e metaprogrammi reattivi derivanti dalle esperienze traumatiche passate; tali memorie autobiografiche intrusive sono accompagnate da flashback fortemente interferenziali, spesso spontanei, legati a un evento traumatico significativo per la persona: solitamente sono caratterizzati dal fatto di essere vividi, carichi di emozioni e privi di prospettiva temporale perchè vissuti come se fossero attuali e pertanto percepiti come reali e vissuti nel presente.
Sembra che le persone che presentano gravi distress, burn-out o disturbo da stress post-traumatico, abbiano una maggiore predisposizione ad accedere ai ricordi stressanti che risultano prontamente disponibili nella memoria, in maniera inconsapevole per mezzo di flashback; questi soggetti, mostrano una sorta di facilità ad entrare in contatto con i ricordi associati ai traumi scatenanti ed una propensione a richiamare reminiscenze e rievocare episodi legati all’evento causale e contraddistinti da un forte impatto emotivo.
È interessante notare che mentre gli eventi traumatici sono frequentemente rivissuti attraverso i flashback involontari, l’accesso consapevole alla memoria traumatica è compromesso al punto da renderla parzialmente o completamente inaccessibile; per quanto riguarda, invece, i flashforward, questi spesso assumono le caratteristiche dell’ansia anticipatoria, che non di rado si associa a immagini mentali predittrici di un futuro potenzialmente avverso ed ostile, se non, addirittura, cariche di fantasie suicidali o esiti nefasti.
Questa tendenza pessimistica verso il futuro è condivisa con i soggetti depressi ed riscontrabile negli ex-suicidi: è usualmente contraddistinta da comportamenti di ruminazione nei confronti di sofferenze del passato, angosce nel presente e, sovente, immagini di futuri tentativi di suicidio o disgrazie che possono colpire la persona o i suoi cari; anche i flashforward, come i flashback legati al trauma, sono emotivamente carichi e fortemente intrusivi.
Esempi della presenza di pensieri intrusivi associati a flashforward e flashback dalla forte carica emotiva negativa, possono essere le ansie anticipatorie di chi ha vissuto un terremoto e un naufragio o un lutto familiare; i sopravvissuti al disastro nucleare di Chernobyl, alla luce dell’esperienza vissuta, sono spesso soggetti a flashforward proiettati in futuri in cui sviluppano problemi di salute causati dalla loro precedente esposizione alle radiazioni. Queste persone non solo vivono proiezioni della propria angoscia per il futuro, che talvolta assume la forma di un “disturbo da stress pre-traumatico”, ma possono contestualmente provare quella che può essere definita una sorta di “Heimweh”, una malinconia per la casa perduta, o di tristezza viscerale che dipende dal fatto che la terra che li circonda non assomiglia più a quella che conoscevano e amavano, desiderando che ritorni l’ambiente che conoscevano, il mondo in cui erano abituati a vivere: questa forma di solastalgia, è un’angoscia dipendente dalla percezione negativa per ciò che è cambiato, potendo essere classificata come un disturbo da stress post-traumatico.
il flashforward nell’ansia anticipatoria
L’immaginazione di eventi futuri, può assumere valenze negative o positive a seconda della nostra predisposizione emotiva: se da un lato il pregustare un avvenimento che potrebbe o dovrebbe realizzarsi nel futuro, assaporandone anticipatamente gli aspetti che ci deliziano, è un esercizio della nostra mente che ci arreca piacere, quando, all’opposto, l’immaginario ci porta a presagire eventi negativi o il fallimento delle nostre aspettative, allora possiamo parlare di ansia anticipatoria o di pensieri che preannunciano situazioni future sfavorevoli se non infauste, cariche di distress e disconfort.
Che siano la previsione di aspettative deluse, l’anticipazione di pensieri negativi (che spesso assumono la forma di pensieri ossessivi) o l’attesa di possibili fallimenti, i dubbi sulle nostre capacità di affrontare questi eventi prossimi venturi o anche solo immaginari, agiscono come stressor in grado di far emergere paure e timori, creando tensione e mal-essere: l’ansia anticipatoria porta le persone ad preannunciare la probabilità (se non la certezza) di potenziali disastri, calamità, eventi sventurati o deleteri, accadimenti malaugurati se non nefasti, errori o problemi, che porteranno invariabilmente a qualcosa di negativo nella vita di chi proietta questa aura di pessimismo sul futuro.
La predestinazione al fallimento può riflettere dubbi su se stessi («Cosa succede se non ci riesco?», «E se non soddisfo le sue aspettative?», «Se non ne fossi capace?» …), oppure sulla evoluzione degli eventi («E se le cosa vanno male?», «Sono sicuro che succederà qualcosa di brutto [nefasto, sfortunato, grave, deleterio …]!», «E se mi viene un attacco di panico?» …) o su situazioni nefaste che possono colpire persone care («E se si ammala?», «Ho paura che possa succedere qualcosa di negativo [ammalarsi, farsi male, venire ferito, essere stuprata 〈picchiato ..〉]!» ….) o, infine, su ciò che faranno gli altri («Sarò giudicato debole [incapace, stupido …]?», «Mi lascerà [offenderà, rifiuterà, tratterà da stupido …]? …»).
L’ansia anticipatoria, associata talvolta a manifestazioni di panico e a fobia sociale, può provocare una sorta di paralisi emotiva in chi tende a vivere con preoccupazione la sola idea di dover affrontare in futuro situazioni “potenzialmente” a rischio, sviluppando comportamenti fobici o di elusione ed evitamento; a lungo andare la rinuncia determina profonda insoddisfazione, caduta dell’autostima e depressione, innescando meccanismi predittivi che portano allo sviluppo di profezie autoavverantesi, dall’esito deleterio, o innescando circoli viziosi in grado di portare allo sviluppo di quadri di iperstress e di burn-out.
affrontare lo stress per una sana visione del futuro
Se l’obiettivo primario è gestire l’intrusività e l’emotività associata ai flashforward che condizionano la capacità soggettiva di progettare un futuro positivo, di vedere se stessi proiettati verso un percorso di realizzazione o di utilizzare in modo efficace la memoria prospettica, tipici dell’ansia anticipatoria e dei quadri di stress post-traumatico, è necessario, innanzitutto, agire sul distress associato.
Attraverso le possibilità offerte dalla Kinesiologia Transazionale® e la Kinesiopatia® il professionista del ben-essere è in grado da un lato di effettuare valutazioni multidimensionali, tenendo conto della poliedricità causale e della concomitante alterazione della componente emotiva, somatica e biochimica (a tal proposito si veda il lemma il triangolo della salute); dall’altro di iniziare un percorso di accompagnamento per favorire una transizione dalle dinamiche reattive tipiche della “fight-or-escape response” (che ci pone continuamente in una ottica di lotta – fuga – paralisi).
Grazie all’utilizzo di specifici supplementi nutrizionali nutraceutici o nootropi è possibile ridurre l’impatto, da un punto di vista biochimico, che lo stress esercita sull’organismo, soprattutto in considerazione del fatto che la maggioranza delle manifestazioni sopradescritte possono essere considerate croniche, in grado, cioè, di attivare l’asse H.P.A. e incidere sulla performance e sulle capacità cognitive dell’individuo; d’altra parte l’esaurimento della capacità individuale causata dalle somatizzazioni e dalle posture antalgiche sottraggono energie che rendono l’individuo ancora più vulnerabile alle plausibili ritraumatizzazioni ed allo stress, rendendo molto difficile ogni possibile cambiamento. Il lavoro di riequilibrazione, di allentamento delle tensioni somato-emotive ( attraverso tecniche quali A.S.E. o S.E.S.R.), di concerto con una integrazione nutrizionale adeguata, mirata alle necessità soggettive, sono un supporto ed un aiuto per risolvere gli effetti negativi del distress, aiutando ad attingere alla vis medicatrix naturæ presente in ognuno, per iniziare la transizione da uno stato di mal-essere ad una metamorfosi che permetta di raggiungere un maggiore equilibrio e ben-essere.
Tale opportunità, riducendo la tendenza a ricadere in patterns che ripercorrono schemi mentali associati alla sopravvivenza e metaprogrammi che reiterano le dinamiche associata all’ansia, permette di affrontare gli effetti che tali traumi hanno generato e di comprendere come certi comportamenti siano, in realtà, la riproposizione nel presente di schemi difensivi appartenenti al passato e non necessariamente proficui per il “qui e ora”: le tecniche di reset, come l’allentamento dello stress emotivo sono in grado di aiutare a rimodulare, a livello profondo, la modalità di risposta nei confronti dei nostri “irrisolti”, contribuendo a uscire dalla dinamiche in cui spesso ci troviamo imprigionati.
il flashforward nella gestione del cambiamento
Il flashforward non deve essere visto solo come un potenziale stressor ma come una presenza costante nella vita di ognuno di noi, in quanto in grado di anticipare quanto potrebbe accadere in un futuro prossimo o di aiutare ad immaginare avvenimenti prossimi futuri permettendoci di pregustare quanto accadrà; ugualmente, nelle mani di un professionista del ben-essere competente, può divenire un importante strumento per aiutare e favorire il cambiamento.
Il flashforward, offrendoci la possibilità di preconizzare i cambiamenti che auspichiamo, identificando, con l’aiuto di un professionista del benessere, quali possono essere gli step necessari per raggiungere i nostri obiettivi è un atout da non sottovalutare, soprattutto perchè permette di effettuare un reset ed una riformulazione dei comportamenti sfavorevoli in cui tendiamo a ricadere, interrompendo i circoli viziosi che nascono delle emozioni negative (di cui talvolta nemmeno siamo consapevoli) e trasformarli in loop positivi.
Uno strumento di grande aiuto può essere il “viaggio mentale nel tempo” (→ Mental Time Travel), che ci permette non solo di elaborare le nostre esperienze del passato, ma anche sperimentare noi stessi nel futuro: è possibile ricordare il passato e pensare al futuro attingendo alle informazioni immagazzinate nella memoria episodica, in modo da attuare la costruzione e la ricostruzione delle scene associate alle esperienze vissute (siano esse passate, cioè più o meno reali, o future, cioè immaginarie) sgravandole dal “peso emozionale”; la ricombinazione delle informazioni tratte da esperienze passate, grazie alla guida di un professionista coadiuvato da tecniche di imagery rescripting (ImRS), permette di visualizzare scenari futuri che possono aiutare nell’analisi delle memorie prospettiche necessarie: ciò rende possibile ideare opzioni alternative che si rivelino utili sia per la pianificazione e il raggiungimento degli obiettivi, sia per per favorire il reset dei patterns comportamentali acquisiti come risposta agli stress.