definizione
Letteralmente l’anticipazione rappresenta il fare qualcosa prima del tempo stabilito, o, per lo meno, il cercare di spostare ad un tempo anteriore un tempo futuro in cui qualcosa dovrà o potrà accadere o che era stato precedentemente fissato; in realtà questo termine è contraddistinto da uno spettro di significati articolati e complessi, spaziando dalla capacità di proiettarsi nel futuro e di rendere presente alla propria coscienza l’avvenire, assumendo caratteristiche che oscillano fra la divinazione e la consapevolezza prodromica che permetto lo sviluppo di riflessioni sul futuro che hanno lo scopo di favorire l’assunzione di decisioni migliori nel presente per giudicare e programmare azioni successive e adeguate (foresight strategico).
Presagio o previsione, cioè ciò che supponiamo o prevediamo che accada o possa accadere in un futuro: il vivere in anticipo, prima del tempo normale o convenuto, ciò che appartiene ad un tempo prossimo venturo; la radice etimologica, dal latino anticipare, composto di ante (→ prima) e capĕre (→ prendere), ci preannuncia e predice che stiamo facendo nostro ed occupando qualcosa prima (del dovuto, del tempo stabilito, di altri ..) o che lo stiamo prevenendo.
Allo stesso tempo, l’anticipazione può essere considerata un’emozione anticipativa (o anticipatoria, che dir si voglia) in grado cioè lo stato emotivo associato ad un evento che si potrebbe verificare in futuro, un’emozione vissuta in anticipo, che comporta piacere o ansia a seconda del possibile esito atteso, generando uno stato di paura, timore o ansia anticipatoria oppure, all’opposto, speranza e fiducia e quello stato che può essere descritto con “vorfreude”: quando l’evento atteso non si verifica, il risultato è delusione e distress per la mancata realizzazione di un evento considerato positivo oppure sollievo per il mancato avverarsi si una situazione percepita come negativa.
Occorre ricordare, infatti, che le emozioni possono essere suscitate non solo da situazioni contestuali dipendenti da ciò che accade nel presente, ma anche da situazioni e condizioni previste, e quindi attese, (consciamente o inconsciamente) in un momento futuro: questo fenomeno è legato ad meccanismo premiale (o sanzionatorio) associato alla anticipazione (ovvero previsione) di piaceri (o dolori), vantaggi (o svantaggi), ricompense (o castighi e punizioni) capace di suscitare emozioni come se le situazioni previste fossero attuali; rientra nelle peculiarità umane la capacità di vivere una realtà virtuale, immaginifica e simulata, prevista o immaginaria.
Tale processo non avviene solo cognitivamente, ma anche emotivamente e “motivamente”, cioè è in grado di motivare (“motivationally”), nel senso che può essere accompagnata da emozioni e motivazioni “reali”: occorre ricordare che l’etimologia della parola emozione è da ricondursi al latino emovère (ex → fuori + movere → muovere) letteralmente portare fuori da sé o, in senso più lato, smuovere, scuotere, agitare, cioè spingere all’azione; è per questo che possiamo sentirci euforici, depressi, ansiosi, terrorizzati, malinconici, allegri, soddisfatti, insoddisfatti anche senza che sia avvenuto “realmente” qualcosa che lo giustifichi, se non una previsione (prefigurazione o anticipazione) conscia o inconscia di situazioni o eventi desiderati o indesiderati.
Nel prevedere un evento futuro si possono fare due tipi di errore: considerare probabile qualcosa di improbabile, e considerare nocivo qualcosa che non lo è; ovviamente le previsioni possono essere influenzate anche da esperienze passate più o meno felici.
legge dell’attesa
effetto Hawthorne – effetto Rosenthal – effetto nocebo – effetto Pigmalione